Incentivi fiscali per 18 mila imprese: sconto del 4 %, 109 mila assunzioni e 11 mld di investimenti pianificati.
Un colpo di acceleratore su imprese, innovazione e lavoro
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo (foto), ha firmato il decreto attuativo dell’Ires premiale: una misura fortemente voluta dal governo e da Confindustria, pensata per premiare le imprese che investono in innovazione e creano occupazione.
La norma sperimentale, valida per tutto il 2025, prevede una riduzione di 4 punti percentuali dell’Ires, che scende dal 24 % al 20 %, per le società che:
- reinvestono almeno l’80 % degli utili (non distribuiti) al 31 dicembre 2024, trattenendoli in azienda per almeno tre anni (2024–2026);
- destinano minimo il 30 % di questi utili a investimenti in beni Transizione 4.0 o 5.0 (anche in leasing);
- realizzano un incremento occupazionale di almeno l’1 %, con almeno una nuova assunzione a tempo indeterminato, rispetto alla media del triennio 2022-2024, senza riduzione del personale medio annuo; inoltre, non devono aver fatto ricorso alla cassa integrazione nel 2024 e 2025 (salvo eccezioni per eventi non imputabili all’impresa).
La misura copre sia società in attive ristrutturazioni (inclusi i casi di concordato preventivo biennale) sia enti non commerciali con reddito d’impresa separato, ma esclude chi è in liquidazione oppure ha chiuso in perdita o aderisce a regimi forfettari.
Numeri di peso: investimenti, lavoro e tetto di spesa
Secondo la Ragioneria Generale dello Stato, l’Ires premiale coinvolgerà circa 18 mila imprese, con utili accantonati per complessivi 8 miliardi di euro su un totale di 11 miliardi di utile civilistico.
È previsto che queste imprese realizzeranno 11 miliardi di euro di investimenti nel biennio 2025-2026, pari al 42 % dei 27 miliardi destinati a Transizione 4.0.
Sul fronte occupazionale, si stimano 109 mila nuove assunzioni.
Il costo della misura è contenuto in circa 350 milioni nel 2025 e 117 milioni nel 2026 (totale attorno ai 467 milioni).
Verso una svolta strutturale?
Maurizio Leo sottolinea che la misura nasce da “un lungo e costante confronto con il mondo produttivo” e che verrà monitorata per valutarne la trasformazione in strutturale nella futura manovra.
Confindustria, per voce del presidente Emanuele Orsini, l’ha ispirata dichiarando che “la parola chiave sono gli investimenti” e che occorre rendere le imprese italiane competitive sul piano europeo.
Un rischio calcolato
L’Ires premiale rappresenta un rischio calcolato e strategico: dare fiato all’innovazione e al lavoro dalle imprese stesse, premiando chi gioca sul futuro. Un test ambizioso, che—se efficace—potrebbe segnare una svolta fiscale pro-crescita. Tuttavia, l’efficacia concreta dipenderà dalla capacità delle imprese di rispondere con reali investimenti e assunzioni, e dalla chiarezza nei criteri applicativi del decreto.
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