Il decreto legislativo approvato il 14 luglio dal Consiglio dei ministri apre la strada a una nuova strategia economica per la Regione Siciliana. L’accordo attuativo tra Stato e Regione, risalente al 2009, concede finalmente alla Sicilia la possibilità di modulare la propria fiscalità regionale in funzione dello sviluppo. Si tratta di una misura che potrà essere applicata a persone fisiche e imprese che decidano di trasferire la residenza o la sede legale sull’isola.
Sconti fiscali in Sicilia: quali imposte regionali si possono abbassare
Con questa norma, la Sicilia potrà agire sulle aliquote fiscali di competenza regionale, riducendole o azzerandole per favorire l’insediamento di nuovi soggetti economici e il rientro di cittadini italiani. La misura mira a rendere più competitiva l’isola rispetto ad altre aree d’Italia, sfruttando le prerogative dello Statuto speciale. Le uniche imposte su cui la Regione Sicilia può intervenire con degli sconti fiscali direttamente sono:
- Addizionale regionale IRPEF
- IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive)
Attualmente, l’addizionale regionale IRPEF in Sicilia è pari all’1,23%, una delle più basse d’Italia. Invece, l’IRAP varia dal 4,82% al 4,97%, collocandosi tra le più alte. Il decreto prevede la possibilità di riduzione o azzeramento di queste imposte per chi trasferisce la residenza o l’attività in Sicilia. Di seguito, una tabella che riassume il risparmio annuo stimato in base al reddito e al Comune di residenza:
Capoluogo | Reddito lordo 20.000 € | Reddito lordo 40.000 € |
---|---|---|
Agrigento | 406 € | 812 € |
Caltanissetta | 406 € | 812 € |
Catania | 406 € | 812 € |
Enna | 246 € | 812 € |
Messina | 406 € | 812 € |
Palermo | 449 € | 897 € |
Ragusa | 371 € | 763 € |
Siracusa | 406 € | 812 € |
Trapani | 406 € | 812 € |
Fonte: studio UIL 2023
Nel caso in cui la Regione decidesse di azzerare completamente l’addizionale IRPEF, i risparmi annui sarebbero considerevoli, soprattutto per chi ha redditi medi o alti.
Confronto internazionale: il caso del Portogallo
Per comprendere le potenzialità e i limiti di una fiscalità agevolata per attrarre residenti, vale la pena analizzare il caso del Portogallo. Dal 2009 al 2024, il Paese ha implementato un regime fiscale vantaggioso per cittadini e pensionati stranieri, ottenendo l’immigrazione di circa 89.000 persone. Tuttavia, questa politica ha avuto anche conseguenze inattese:
- Ha contribuito (secondo alcune analisi) all’aumento dei prezzi immobiliari nelle principali città;
- Ha penalizzato i residenti locali in cerca di abitazione;
- È stata abolita nel 2024 dal governo socialista in carica, proprio a causa del malcontento popolare legato all’emergenza abitativa.
Il caso portoghese evidenzia quindi l’importanza di misure calibrate e sostenibili, che evitino squilibri nel lungo periodo. La Sicilia dovrà quindi trovare un equilibrio tra attrattività fiscale e tutela del tessuto sociale ed economico locale. Chi valuta un trasferimento in Sicilia dovrà considerare l’effettiva entità degli sconti fiscali, nonché la qualità dei servizi offerti e le opportunità economiche. Le categorie più interessate da questi incentivi potrebbero includere:
- Pensionati italiani e stranieri, attratti dal clima e dal costo della vita;
- Liberi professionisti e smart worker, grazie alla possibilità di lavorare da remoto in un contesto più economico;
- Start-up e imprese, che potrebbero beneficiare di un regime agevolato IRAP e di incentivi per l’occupazione locale.
È inoltre previsto un impatto positivo anche per i residenti già presenti sull’isola, qualora la riduzione delle imposte venga estesa anche a cittadini siciliani e non solo ai nuovi arrivati.
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