Lavoro, come sta cambiando la figura dell’artigiano: oggi più estetisti e meno falegnami


Sul settore potrebbero incidere i dazi e le tensioni commerciali. “Incertezza internazionale e minaccia dazi pesano molto. Il tasso di occupazione al 63%, per quanto ancora sotto la media Ue, è un record per il nostro Paese”, ha detto il presidente di Unioncamere Andrea Prete, intervistato da Il Sole 24 Ore. “Di sicuro – afferma Prete – una guerra commerciale potrebbe incidere sulla propensione delle imprese a investire e, quindi, a creare nuova occupazione. Le aziende italiane, però, sono molto flessibili e pronte a guardare ad altri mercati di sbocco assai di più che a tagli delle linee di produzione”. Il presidente di Unioncamere si concentra sulle misure necessarie per sostenere le imprese: “Intanto la semplificazione. La Zes unica, che ha consentito, grazie alla velocità delle autorizzazioni, di approvare in un anno 700 domande con 28 miliardi di investimenti e 35mila posti di lavoro, è di sicuro una esperienza da estendere. Quindi il sostegno agli investimenti, come Industria 4.0, che hanno già avuto effetti importantissimi sull’economia. Un sostegno che va esteso anche all’export. L’Italia sta mostrando le capacità delle nostre imprese esportatrici anche nella diversificazione dei mercati per ridurre i rischi. Serve sostenere questo sforzo. E poi, le infrastrutture e la logistica sono essenziali, per recuperare gap di sviluppo in alcune aree del Paese”.

 

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