«Imprese, turismo e manifattura, la crescita è qui»: il bilancio del Friuli


Un’attrattività regionale che favorisce l’insediamento di nuove imprese rintracciabile nel tasso di saturazione dei consorzi industriali del Friuli Venezia Giulia dove, a oggi, solo il 7,65% dei lotti è ancora disponibile. E gli incentivi agli insediamenti sono stati in grado di attivare un volume di investimenti privati nei consorzi industriali, tra il 2018 e il 2024, «pari a 477 milioni di euro, ovvero cinque volte il valore delle risorse pubbliche stanziate, generando 1.317 nuovi posti di lavoro nel settore industriale».

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Arrivano dalla direzione regionale delle Attività produttive e dalla direzione regionale Lavoro una serie di dati che delineano una fotografia diversa dell’economia del Friuli Venezia Giulia rispetto a quella descritta da RilanciaFriuli e dall’economista Fulvio Mattioni che recentemente aveva paventato una triste decrescita per il Fvg, complice una politica regionale poco attenta soprattutto nei confronti dell’industria e del manifatturiero in generale, e l’assenza di progetti di rilancio.

MANIFATTURA

Rispetto all’Agenda Fvg manifattura 2030, secondo Mattioni rimasta sulla carta, la direzione Attività produttive ribatte: «Con l’ultima legge di stabilità sono stati stanziati 107,5 milioni per aprire 11 bandi e finanziare misure specifiche. Molte risorse sono già state messe a terra, come i 15 milioni per bando fotovoltaico imprese, 2 milioni per bando progetti riqualificazione complessi produttivi degradati (Masterplan FVG), 9 milioni per incentivi all’insediamento nei consorzi industriali, 5 milioni per sostegno imprese artigiane, 13 milioni per bando progetti di ricerca industriale e sviluppo nuove tecnologie sostenibili, 2 milioni per bando creazione e sviluppo start-up innovative, 15 milioni per bando Pmi settore turistico, 9,5 milioni per Frie e Sabatini Fvg per sostegno al credito». Per cui oltre metà delle risorse stanziate per Agenda 2030 sono state immesse nel tessuto produttivo, circa 70,5 milioni di euro. Con la manovra di assestamento altri 69,1 milioni di euro vanno all’Agenza Fvg Manifattura 2030 portando così a 176,6 milioni di euro il totale delle risorse stanziate.

TURISMO

Se la manifattura resta un comparto importante, il turismo non è un settore da trascurare. Da qui l’impegno della Regione per una nuova legge di settore «che porterà ad una semplificazione record: da 567 a 144 articoli», e la nuova strategia regionale a favore del comparto ha fatto sì che il Fvg abbia «superato i 10 milioni di presenze in un anno», con una crescita importante sull’intero territorio trainando non solo la ricettività alberghiera e la ristorazione ma l’intero comparto dei servizi, che secondo le stime Istat produce il 69,8% del valore aggiunto in Regione e raccoglie circa il 60% degli occupati. Un piano di investimenti da 500 milioni? «Ma questa è la cifra che tra stabilità e successive manovre di assestamento la Regione destina annualmente alle Attività produttive e al Turismo», ovvero un “piano shock” per le imprese ogni anno.

LAVORO

Sul fronte lavoro, le imprese stanno indubbiamente affrontando una situazione di incertezza, dovuto all’attuale congiuntura economica e politica, ma il mercato del lavoro regionale beneficia di un periodo di crescita sostenuto. I 527 mila occupati in Fvg (dato Istat) è il dato 2024 confermato anche nei primi mesi del ’25, ma è in crescita del +1,5% rispetto al ’23 e del +3,8% nel raffronto con il periodo pre-pandemia. Molto buona la performance della componente femminile (+3,3% sul 2023; +8.2% rispetto al 2019), mentre rispetto alla qualità del lavoro, in Fvg l’86% degli occupati è a tempo indeterminato. Ci sono criticità, spiegano dalla direzione regionale Lavoro, e riguardano soprattutto i problemi di ingresso nel mercato del lavoro e di mantenimento dell’occupazione da parte di giovani e di donne, e su questo ci sono interventi da parte dell’amministrazione regionale, così come i servizi per il lavoro e alle imprese cercando di facilitare l’incrocio tra domanda e offerta di occupazione, affrontando la difficoltà, segnalata dalle aziende, nel reperimento di manodopera. Spesso mancano candidati, aggravando il mismatch con la questione demografica.

«La crescita ulteriore del mercato del lavoro e delle assunzioni a tempo indeterminato è sorprendente vista la congiuntura economica non favorevole considerano dalla direzione Lavoro e questo induce a pensare che, essendo la difficoltà di reperimento oggi il problema più forte per le imprese, queste stanno vieppiù assumendo con contratti stabili in modo da attirare e mantenere i lavoratorI e le lavoratrici in azienda e utilizzando in modo intelligente i servizi pubblici per il lavoro».

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