Migliaia di cittadini in difficoltà potrebbero avere diritto a un sussidio poco noto che assegna fino a 12.000 euro per sostenere le spese dell’affitto. Si tratta di un beneficio che potrebbe spettare a migliaia di persone e che, nella maggior parte dei casi, non viene richiesto perché poco conosciuto. Qualora l’inquilino abbia un reddito basso e si trovi in determinate condizioni sociali è riconosciuto un contributo non solo per pagare l’affitto eventualmente arretrato, ma anche per ulteriori nuove mensilità.
Il bonus è previsto dal Fondo morosità incolpevole che è stato rifinanziato dalla Legge di Bilancio 2025 a livello nazionale e spetta a coloro che non riescono a pagare il canone di affitto mensile per la casa in cui vivono a causa della riduzione di reddito, di un licenziamento, per esempio, o per l’insorgere di una grave malattia.
Il “Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione”, che negli ultimi anni era stato finanziato dalle singole Regioni (ma non da tutte) da quest’anno torna attivo a livello nazionale. Vediamo di cosa si tratta, chi ha diritto ad accedervi e come ottenere il contributo.
Il sussidio che in pochi conoscono
Il bonus affitto finanziato dal Fondo morosità incolpevole non è molto conosciuto, anche se permette di beneficiare di un contributo che può arrivare fino a 12.000 euro da utilizzare per pagare l’affitto (arretrato e futuro).
Proprio in virtù del suo nome, appare chiaro che il contributo è destinato a coloro che risultano morosi nel pagamento dell’affitto di casa. Il Fondo, infatti, aiuta tutti gli inquilini che sono stati colpiti da una procedura di sfratto per motivi che esulano dalla loro volontà.
Per capire quella che può essere la platea di aventi diritto al bonus, basti pensare che in Italia, nel 2020, le procedure di sfratto attivate sono state 42.000 circa. Nel 2023, invece, a fronte di quasi 74.000 procedure attivate, gli sfratti effettivamente eseguiti sono stati oltre 21.000. I numeri in questione mostrano un andamento preoccupante e appare chiaro, quindi, che si tratta di un bonus che in molti casi potrebbe aiutare gli inquilini che si trovano in una situazione di disagio economico.
Cos’è la morosità incolpevole?
Il Fondo morosità incolpevole è stato istituito dal Decreto Legge 102 del 31 agosto 2013 a livello nazionale, negli ultimi anni non era stato rifinanziato dalla Legge di Bilancio, ma le Regioni avevano provveduto a finanziarlo con le proprie risorse. Nel 2025, invece, la Manovra ha rifinanziato il Fondo con 10 milioni di euro per il 2025 e 20 milioni per il 2026 che dovranno essere ripartiti tra le Regioni.
Iniziamo con il dire che la morosità incolpevole è una condizione nella quale l’inquilino, non per sua scelta o per sua causa, non riesce a pagare l’affitto mensile. Si tratta di una condizione indipendente dal controllo personale (una sopraggiunta perdita del lavoro o l’arrivo di una patologia invalidante potrebbero essere esempi pratici).
La situazione di morosità incolpevole è dimostrabile con:
- perdita del lavoro per licenziamento;
- riduzione dell’orario di lavoro;
- cassa integrazione;
- mancato rinnovo del contratto a termine;
- cessazione dell’attività di lavoro autonomo o professionale;
- malattia grave;
- infortunio;
- decesso di un componente del nucleo familiare;
- necessità di utilizzare parte consistente del reddito per fronteggiare spese mediche.
I requisiti per avere diritto al bonus
Il fondo per morosità incolpevole, pur essendo finanziato dalla Legge di Bilancio, è gestito a livello regionale e i requisiti sono stabiliti, di volta in volta, dall’ente locale che eroga il contributo.
In linea generale è necessario che l’inquilino sia colpito da procedure di sfratto e che:
- abbia un Isee inferiore al limite fissato dalla norma locale;
- sia titolare di un contratto di locazione per il quale sia intervenuta una procedura di sfratto;
- abbia residenza nell’immobile interessato dalla procedura di sfratto.
La concessione del contributo potrebbe avere criteri preferenziali per i nuclei familiari che abbiano almeno un componente che si trovi in una delle seguenti situazioni:
- con 70 anni compiuti;
- minore;
- con invalidità almeno al 74%;
- in carico ai servizi sociali per un progetto di assistenza individuale.
Come si presenta domanda?
Come abbiamo detto, ormai, il contributo per l’affitto è delegato alle Regioni e dipende dalle risorse stanziate. I singoli bandi, quindi, devono essere consultati sul sito istituzionale della Regione o del Comune. Per comprendere come inviare la domanda, quindi, bisogna per prima cosa consultare i bandi pubblicati dalla propria Regione (o Comune) di residenza per verificare quali sono i requisiti richiesti e le modalità di presentazione della domanda.
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