Tra Ferrara e Ravenna, le imprese coesive (aziende che hanno capito il valore del mettersi in relazione con istituzioni, clienti, dipendenti, comunità ed anche con aziende concorrenti se utile alla crescita, in una logica di filiera e di collaborazione) rappresentano il 42% del tessuto imprenditoriale, una quota in crescita di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2018.
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Ancora più significativo è l’aumento del numero medio di relazioni instaurate con soggetti del territorio, passate da 1,8 a 2,9 nel corso dello stesso periodo, a comprova di una sempre maggiore complessità delle relazioni strette dalle imprese con i principali attori del territorio in cui si trovano ad operare. Così come, per il 2024, si conferma la consuetudine da parte delle imprese coesive a stabilire legami con i lavoratori.
Crescono le collaborazioni con tutti gli stakeholder considerati, dalle altre imprese alle associazioni di categoria, dalle banche agli enti non profit, dalle istituzioni locali ai clienti, delineando un ecosistema sempre più aperto e interdipendente; con un’unica eccezione data da una minore relazionalità del mondo imprenditoriale con quello scolastico/accademico. Sei imprese coesive ferraresi e ravennati su dieci, inoltre, hanno investito in sostenibilità ambientale negli ultimi tre anni e più di otto su dieci lo hanno fatto in tecnologie digitali 4.0. Più del 60% di esse, infine, ha investito in attività di ricerca e sviluppo.
E’ quanto emerge da un’analisi dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna sulla base del Rapporto ‘Coesione è competizione’ di Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo, Unioncamere e Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne in collaborazione con Aiccon, Ipsos.
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