rischio da 800 milioni di euro per le tecnologie italiane


L’industria italiana delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche si trova di fronte ad una enorme sfida causata dai dazi USA. È quanto emerge da un’analisi di ANIE Confindustria, secondo cui il quadro tariffario statunitense rischia di infliggere un danno da almeno 800 milioni di euro all’export italiano verso gli Stati Uniti.

Il settore delle tecnologie italiane, solo nel 2024, aveva superato i 4 miliardi di euro in esportazioni verso gli USA, con un balzo dell’11,5% in valore e addirittura del 18% in volume. Adesso, invece, si trova ora stretto nella morsa di nuove misure protezionistiche che minacciano uno dei mercati strategici per il Made in Italy. Gli Stati Uniti rappresentano il secondo sbocco per le tecnologie italiane dopo la Germania, e dal 2019 le esportazioni sono più che raddoppiate, raggiungendo incrementi superiori al 100% in valore e al 65% in volume. Il saldo commerciale con gli USA è salito a oltre 2 miliardi di euro nel 2024, a fronte di soli 815 milioni nel 2019.

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La tendenza positiva si era confermata anche nei primi cinque mesi del 2025, con esportazioni in crescita del 13,5% in valore e del 23,3% in volume. Tuttavia, il nuovo sistema tariffario rischia di capovolgere la situazione. Prima dell’annuncio americano, il 40% delle esportazioni italiane di tecnologie verso il mercato statunitense era esente da dazi; il 16% scontava tariffe inferiori al 2% e il 30% si collocava nella fascia tra il 2% e il 3%. Ora, secondo l’analisi ANIE in collaborazione con StudiaBo, le nuove misure, nate nell’ambito del quadro commerciale USA-UE, comporteranno aumenti rilevanti rispetto alle aliquote standard MFN (acronimo di Most Favoured Nation) precedenti.

In alto, la tabella dei dazi. La tariffa “To Be” rappresenta un’aliquota media, calcolata in modo ponderato, cioè tenendo conto del peso di ciascun codice doganale soggetto a tariffa sul totale delle esportazioni italiane verso USA del comparto a cui afferisce, attraverso la seguente formula di calcolo.

Un impatto che non riguarda solo i beni esportati, ma anche la fitta rete di investimenti diretti costruiti nel tempo dalle imprese italiane: l’Elettrotecnica è oggi il quarto settore industriale nazionale per investimenti negli Stati Uniti, con una quota stimata in 4 miliardi di euro, pari a oltre il 10% del fatturato manifatturiero italiano negli USA (dati Eurostat). Ecco il commento di Filippo Girardi, presidente di ANIE Confindustria:

È un colpo durissimo per il nostro sistema industriale. Le imprese italiane hanno saputo ritagliarsi un ruolo strategico nel mercato statunitense grazie a investimenti mirati, innovazione tecnologica e un’elevata qualità dei prodotti. La crescita registrata oltreoceano non è stata frutto del caso, ma il risultato concreto di uno sforzo costante e di una visione industriale di lungo termine. Le aziende del nostro settore stanno contribuendo in modo significativo alla transizione energetica e industriale degli Stati Uniti, portando competenze, soluzioni avanzate e know-how consolidato. Le nuove misure tariffarie introdotte rischiano di compromettere gravemente questi risultati, vanificando anni di impegno e sacrifici. Rappresentano una minaccia concreta alla continuità operativa e alla sostenibilità economica delle nostre imprese sul mercato americano. È fondamentale che si avvii al più presto un confronto costruttivo tra le istituzioni per salvaguardare la competitività dell’industria italiana e i rapporti commerciali transatlantici.

ANIE Confindustria rappresenta oggi il comparto più strategico della manifattura italiana, con 1.100 aziende associate e circa 480.000 addetti, un fatturato aggregato da 112 miliardi di euro ed un export della filiera elettrotecnica ed elettronica che nel 2024 ha raggiunto i 27 miliardi. Le imprese ANIE investono in ricerca e sviluppo il 4% dei ricavi, contribuendo a oltre il 30% di tutti gli investimenti privati italiani nel settore.

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