«Edilizia: l’economia circolare come regola» – BGS News


Nell’ambito di un progetto Interreg, otto imprese locali hanno partecipato ad un programma di coaching, ricevendo consigli sul costruire sostenibile.

Come applicare con successo l’economia circolare nel settore edile per lavorare in modo più sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico? È questa la domanda su cui si concentra un percorso di coaching gratuito che attualmente coinvolge otto aziende altoatesine, ideato nell’ambito del progetto Interreg “Italia – Austria INNO.CIRCLE – Innovazioni per l’economia circolare”. Il training è stato organizzato da IDM Alto Adige, che insieme a Eurac Research è partner altoatesino del progetto, al quale partecipano anche il Tirolo e Salisburgo. L’obiettivo del progetto, che proseguirà fino a settembre di quest’anno, è fornire alle imprese edili dei Paesi coinvolti strumenti efficaci e competenze specialistiche per implementare al meglio i principi dell’economia circolare all’interno della propria attività. Durante il coaching, le aziende vengono accompagnate da esperte ed esperti che offrono un supporto su misura, in base alla situazione specifica di ciascuna realtà.

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Riciclare, rigenerare e riutilizzare i materiali da costruzione, ma anche ridurre i rifiuti e le emissioni già nella fase di realizzazione degli edifici: nel settore edile, in particolare per quanto riguarda demolizione e smaltimento, c’è un enorme potenziale in termini di sostenibilità. «Seguendo i principi dell’economia circolare, un’azienda può davvero fare la differenza», afferma Ulrich Prechsl, esperto di sostenibilità in IDM. «Si riducono le emissioni e l’impatto ambientale, si protegge la biodiversità e si diminuisce la dipendenza dalle materie prime». L’introduzione di processi circolari non aiuta però solo l’ambiente: nel lungo periodo consente anche un risparmio economico, apre nuove opportunità di mercato, attira investimenti e rafforza l’immagine aziendale. «Siamo convinti che questo sia il modello economico del futuro. Ecco perché siamo partner di INNO.CIRCLE», conclude Prechsl.

Un elemento importante del progetto Interreg è un programma di coaching strutturato e su misura, rivolto in particolare alle piccole e medie imprese manifatturiere del settore edile. Le aziende altoatesine interessate hanno potuto iscriversi tramite IDM per ricevere supporto nei primi passi verso un modello di economia circolare. Il programma si articola in diversi moduli che trasmettono, da un lato, conoscenze teoriche – ad esempio sui principi base dell’economia circolare o sui modelli di business ad essa collegati – e, dall’altro, ne favoriscono l’applicazione pratica. Nel corso di workshop, sono state sviluppate idee concrete su come chiudere i cicli all’interno del modello aziendale, su come progettare prodotti in modo che possano rimanere nel ciclo produttivo anche oltre la loro fase d’uso, e su come comunicare al meglio il modello sostenibile alla clientela. Per l’autunno sono previsti workshop intensivi di 48 ore, durante i quali aziende, ricercatrici e ricercatori e studentesse e studenti lavoreranno insieme in team per elaborare soluzioni innovative, concrete e orientate alla pratica, fino alla realizzazione di prototipi.

«Durante i nostri incontri nell’ambito del coaching ho capito una cosa, anzi, è stata quasi una visione: un ciclo produttivo basato sull’economia circolare non è un’opzione, ma deve, al contrario, essere la regola. Sviluppare una strategia produttiva senza concetti come “riciclo” o “riutilizzo” è miope e poco lungimirante», afferma Ludovico Mery dell’azienda Riwega di Egna, specializzata nella produzione e distribuzione di materiali da costruzione all’avanguardia, con focus sull’efficienza energetica e sull’edilizia sostenibile. L’impresa ha deciso di partecipare al programma di coaching perché sta già lavorando intensamente sui cosiddetti temi ESG, che riguardano la sostenibilità nei settori ambiente, sociale e governance aziendale. «Il coaching ci dà la possibilità di approfondire questi temi con esperte ed esperti e di confrontarci con altre aziende. È un’occasione per capire come e in quali aspetti possiamo migliorarci», prosegue Mery. Lui stesso è determinato a mettere in pratica la nuova visione all’interno della propria azienda e a essere, d’ora in avanti, coerentemente sostenibile nel modo di vivere i processi produttivi e di consumo.

«Bisogna mettere in pratica quello che è giusto, anche se all’inizio può sembrare più impegnativo», afferma Hans Duffek, che partecipa al programma di coaching con la sua azienda Workplus GmbH, con sede a Bolzano. Alla Workplus GmbH fanno capo dieci imprese artigiane che operano insieme nella ristrutturazione, riqualificazione, ammodernamento e nuova costruzione. «Costruire ex novo comporta un grande consumo di risorse. Per questo per noi è importante conservare e riutilizzare ciò che esiste già. Può costare un po’ di più, ma è molto più sostenibile, a vantaggio per l’ambiente», spiega Duffek. Il programma di coaching ha fornito all’azienda competenze preziose, nuovi spunti di riflessione e idee innovative. Un esempio: combinare grandi edifici con piccole strutture flessibili, che possano essere trasformate rapidamente in base alle esigenze, senza interventi strutturali complessi. «In questo modo un ufficio può diventare un appartamento, che a sua volta può trasformarsi all’occorrenza in un laboratorio. Questo principio si può applicare anche ai container. Anche nei prossimi anni vogliamo continuare a sviluppare questo approccio», racconta Duffek. «Certo, serve tempo, e una delle sfide sono gli obblighi burocratici. Ma chi è davvero convinto non si lascia scoraggiare. Il coaching mi ha fatto capire che non siamo gli unici a pensarla in questo modo, ed è una motivazione in più».

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Foto/c-IDM



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