TARANTO – Con 139 voti favorevoli, 85 contrari e 5 astenuti, l’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo al decreto ex Ilva, già approvato dal Senato e ora legge dello Stato. Il provvedimento, sul quale il Governo aveva posto la fiducia, contiene una serie di misure mirate a garantire la continuità produttiva, il rilancio industriale e il sostegno occupazionale legati al polo siderurgico tarantino.
Il testo prevede un finanziamento statale fino a 200 milioni di euro per il 2025 destinato a Ilva in amministrazione straordinaria, da utilizzare per interventi urgenti sugli impianti e per garantirne la sicurezza. Il prestito, a tasso di mercato e con durata massima di 5 anni, potrà essere trasferito ad Acciaierie d’Italia e dovrà essere restituito entro 120 giorni dalla vendita degli impianti o, comunque, entro il termine massimo.
Tra le misure approvate anche la possibilità di realizzare impianti di preridotto, senza più riferimento al Pnrr o all’idrogeno, utilizzando fondi del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. L’azienda incaricata potrà avvalersi di un partner privato scelto tramite gara. Per attrarre nuovi capitali, sono previste procedure semplificate per investimenti oltre i 50 milioni di euro in aree ex Ilva o collegate, con la possibilità per il Ministero delle Imprese di nominare un commissario straordinario.
Il decreto stanzia inoltre 20 milioni di euro per un’ulteriore integrazione salariale straordinaria (massimo 6 mesi, non prorogabili) a sostegno di aziende in fase di cessazione con concrete possibilità di vendita e riassorbimento dei lavoratori. Viene aumentato anche il tetto di spesa per il sostegno al reddito dei dipendenti di aziende sequestrate o confiscate.
Sul fronte del lavoro, per il 2025 è previsto l’esonero dal pagamento delle contribuzioni aggiuntive legate alla Cigs per le aziende in crisi complessa, con esclusione di quelle che avviano licenziamenti collettivi. Estesa per il 2025 la possibilità di cassa integrazione per le piccole imprese della moda (fino a 12 settimane) e introdotta la facoltà per i datori di lavoro di chiedere direttamente all’Inps il pagamento ai lavoratori.
Infine, il provvedimento consente Cigs fino al 2027 per grandi gruppi con almeno 1.000 dipendenti che abbiano sottoscritto un accordo quadro per la salvaguardia dei posti di lavoro e la reindustrializzazione, con la possibilità di riduzioni d’orario fino al 100%, nel rispetto dei limiti di spesa fissati.
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