Andrea Putzu (FdI): “Con Acquaroli avviati oltre 1000 cantieri per dare una svolta alle Marche”


Le Marche della giunta Acquaroli sono una Regione dinamica in termini economici, cantieristici, infrastrutturali. Una Regione tesa verso il futuro ma con i piedi saldi in una storia e un’identità da rivendicare con orgoglio. Lo spiega in un’intervista al Secolo d’Italia Andrea Putzu, militante della destra fin da giovanissimo, oggi consigliere regionale delle Marche in quota Fratelli d’Italia e presidente della commissione consiliare con importanti deleghe tra le quali Attività Produttive, Artigianato, Agricoltura e Turismo. Putzu è reduce dalla due giorni di Senigallia “Spazio Made in Italy”, organizzata dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia.

Quali sono le principali sfide che le imprese regionali delle Marche stanno affrontando attualmente e come pensa di supportarle per favorire la crescita economica della Regione?

«Le nostre imprese, per la maggior parte di piccole e medie dimensioni, stanno affrontando sfide significative come la crisi del settore moda, la perdita di mercati esteri come quello russo, fino alle difficoltà di accesso al credito. Sin dal suo insediamento la Giunta Acquaroli ha voluto dare risposte concrete e, soprattutto, coordinandosi con il tessuto produttivo marchigiano andando a puntare sul’internazionalizzazione, con bandi mirati per l’export volti ad orientare verso nuovi mercati, facendo bandi per le politiche attive del lavoro per assunzioni, stabilizzazioni, borse lavoro e anche contributi a fondo perduto per la creazione di nuove imprese. Oltre a questo siamo andati ad intervenire per agevolare le nostre imprese all’accesso al credito mettendo in campo molte iniziative che hanno riscosso enorme interesse. Queste azioni hanno dato risultati tangibili, infatti al 30 settembre 2024 il saldo tra imprese nate e cessate risulta essere positivo (+222). La nostra priorità resta rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo e sostenere la crescita economica strutturale della Regione».

Come valuta lo stato delle infrastrutture regionali delle Marche e quali sono i progetti prioritari per migliorare la connessione e l’accessibilità della Regione?

«La nostra Regione ha storicamente sofferto un grave ritardo infrastrutturale. Il presidente Acquaroli ha voluto fortemente investire su questo tema approvando il Piano Infrastrutture Marche 2032, che prevede quasi 6 miliardi di euro di investimenti, integrati tra fondi europei, nazionali e regionali. Stiamo intervenendo sulle arterie fondamentali come la E78, la SS76, la SS77, la Salaria e la Pedemontana, la Galleria della Guinza, rafforzando i collegamenti con l’A14 e potenziando le infrastrutture logistiche. Una rete infrastrutturale che collega le Marche dal Mare alla montagna e che collega più velocemente le Marche al resto d’Italia.
Attualmente sono attivi oltre mille cantieri sul territorio. La nostra volontà è rendere le Marche una Regione finalmente connessa, accessibile ed efficiente, dopo che in passato la sinistra l’aveva totalmente abbandonata su questo aspetto, scaturendo di fatto un enorme gap infrastrutturale con il resto d’Italia».

Quanto ai collegamenti aerei?

«Abbiamo attivato la continuità territoriale grazie al Governo Meloni per collegare la nostra Regione, tramite i voli dall’Aeroporto delle Marche, con gli aeroporti di Roma, Milano e Napoli, utili a far viaggiare i cittadini marchigiani ad un costo calmierato e più veloce ma un’importante operazione politica per collegare le Marche con aeroporti internazionali intercettando anche cittadini che provengono da altre nazioni».

In che modo le politiche europee possono influenzare lo sviluppo delle Marche e come pensa di sfruttare al meglio i fondi europei per sostenere i progetti regionali?

«Le politiche europee rappresentano un’opportunità strategica per il futuro delle Marche. Nel 2020 abbiamo ereditato una Regione che il Pd aveva fatto scivolare verso le Regioni in transizione ma con un grandissimo lavoro abbiamo portato le Marche prima Regione in Italia per pagamento dei fondi FSE+, e tra le prime per fondi FESR con il 100% del cofinanziamento garantito fino al 2027 grazie a risorse regionali. In pratica abbiamo ribaltato la nostra posizione in classifica rispetto ai 5 anni precedenti alla Giunta Acquaroli. Inoltre abbiamo attivato la Strategia di specializzazione intelligente 2021–2027, puntando su innovazione digitale, sostenibilità e trasferimento tecnologico. In parallelo abbiamo creato una struttura regionale dedicata al monitoraggio e al supporto dei progetti europei, che ha migliorato la governance e aumentato la capacità di attrazione di risorse Ue. Il nostro obiettivo è continuare a fare delle politiche europee un motore di sviluppo autentico e che siano realmente alla portata dei nostri territori».

Dopo cinque anni di governo di Francesco Acquaroli, quali sono i successi più significativi che lei ritiene siano stati raggiunti?

«Dopo cinque anni di governo con Francesco Acquaroli, possiamo dire con soddisfazione di aver raggiunto traguardi importanti per la nostra Regione. Abbiamo intercettato oltre 4,5 miliardi di euro per le infrastrutture, aprendo più di mille cantieri in tutto il territorio, un risultato straordinario che sta cambiando concretamente il volto delle Marche, rendendole più connesse. Il nostro tessuto produttivo ha dimostrato una grande capacità di tenuta, anche di fronte alle sfide globali degli ultimi anni. L’economia regionale ha mantenuto una crescita stabile, sostenuta da un turismo in costante aumento, segno che la nostra terra continua ad attrarre e a generare valore. Abbiamo dato nuovo impulso al sistema sanitario, avviando nuovi ospedali ad Amandola, Fermo e Camerano (INRCA). Le Marche sono oggi riconosciute tra le regioni benchmark a livello nazionale per quanto riguarda i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), e oggi registriamo anche una significativa riduzione delle liste d’attesa grazie alla costruzione di una rete ospedaliera policentrica, più vicina ai cittadini. Un altro pilastro del nostro impegno è stato il rilancio dell’entroterra e dei borghi storici con oltre 7,8 milioni di euro destinati a progetti di valorizzazione che guardano alla cultura, all’identità e al potenziale turistico di queste aree troppo a lungo trascurate».

Quali sono le sfide da affrontare per il futuro della Regione?

«Le sfide per il futuro sono ancora molte. Sarà fondamentale consolidare gli investimenti infrastrutturali già avviati, rilanciare ulteriormente le aree interne, sostenere la transizione industriale, in particolare per settori strategici come quello della moda, e rafforzare la capacità della Regione di gestire e utilizzare al meglio i fondi europei, coinvolgendo in modo sempre più strutturato i territori e le realtà locali. Il nostro lavoro non si ferma qui. Guardiamo avanti con concretezza, visione e responsabilità, consapevoli di ciò che è stato fatto e determinati a costruire insieme un futuro ancora più forte per le Marche».



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