Il patrimonio netto europeo supera i 70.000 miliardi: Italia si distingue per solida struttura patrimoniale e basse passività.
(Foto: il presidente di Abi, Antonio Patuelli).
Un boom di numeri che racconta sicurezza
Nel 2024 il patrimonio netto delle famiglie europee ha raggiunto 70.200 miliardi di euro, in crescita del 4,4% rispetto al 2023.
Le famiglie italiane detengono il 16% di questo enorme patrimonio, posizionandosi al terzo posto in Europa, dopo Germania (29%) e Francia (20%), e appena davanti alla Spagna (13%). Lo rileva uno studio di Abi (Associazione bancaria italiana).
Solidità patrimoniale: il punto di forza dell’Italia
La ricchezza netta delle famiglie italiane è pari a 8 volte il reddito disponibile, un dato superiore alla media dell’area euro (7,5x), e anche a Francia (7,4x) e Germania (7,2x). Solo la Spagna fa leggermente meglio con 8,6 volte.
Questa robustezza si accompagna a un indebitamento tra i più contenuti: le passività finanziarie rappresentano solo l’8,4% delle attività totali, contro l’11,3% della media euro, il 9,7% in Germania e il 12,8% in Francia; mentre la Spagna è al 7,9%.
Dove risiede la ricchezza: immobili, depositi e imprese
La componente principale del patrimonio familiare resta gli immobili residenziali, che in Italia rappresentano il 43,9% del totale. Tuttavia questa quota è più contenuta rispetto alla media europea (51,6%) e a quella di altri grandi Paesi: Francia 52,2%, Germania 53,2%, Spagna 60,6%.
I depositi bancari in Italia costituiscono l’11,2% delle attività, leggermente sotto la media euro (12,4%). La liquidità (contante e mezzi equivalenti), seppure minima in valore assoluto, è invece più elevata: 1,6% del totale attività contro l’1,1% media europea.
Infine, un elemento distintivo del portafoglio italiano: le attività produttive, come partecipazioni in imprese non quotate e beni non finanziari, costituiscono il 20,2% del totale, quasi sei punti percentuali in più rispetto alla media dell’area euro.
Cosa significano questi dati
La solidità patrimoniale delle famiglie italiane — un rapporto ricchezza/reddito molto alto e indebitamento contenuto — riflette una maggiore resilienza e capacità di resistere a shock economici. Il mix tra proprietà immobiliari e investimenti in imprese non quotate denota un approccio di lungo termine e radicato nel tessuto produttivo nazionale.
D’altra parte, la quota immobiliare inferiore alla media euro mette in evidenza la moderata esposizione del mercato residenziale italiano, a fronte di mercati esteri dove la crescita dei prezzi ha gonfiato pesantemente il valore degli immobili.
Secondo la relazione annuale della Banca d’Italia, presentata il 30 maggio 2025, alla fine del 2024 la ricchezza netta delle famiglie italiane si è attestata intorno agli 11.700 miliardi di euro, pari a 8,3 volte il reddito disponibile. Le attività finanziarie sono cresciute del 4,3% (6.030 miliardi), con una diminuzione dei depositi al 23% del totale (valore più basso dal 2006) e un aumento delle quote in strumenti di mercato (41%).Italia tra stabilità e margine di crescita
In definitiva, lo studio ABI conferma che le famiglie italiane si collocano tra le più solide d’Europa per patrimonio netto e indebitamento contenuto. Il portafoglio ben diversificato tra immobiliare, liquidità e partecipazioni produttive offre vantaggi di stabilità, ma segnala anche margini di crescita nel capitale finanziario, soprattutto in mercati più dinamici.
Un profilo che merita approfondimenti futuri: come evolveranno queste tendenze in un contesto sociale ed economico in rapido cambiamento, e quale margine avranno famiglie e intermediari per affinare le strategie di investimento.
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