Fondi Ue, la gestione resti alle Regioni




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Nella ricerca di una maggiore snellezza nelle procedure, da sempre vittime di una eccessiva complicazione di iter e burocrazie, l’Ue rischia un clamoroso autogol. È tutto in una delle ipotesi di revisione delle regole che riguardano l’utilizzo dei fondi di coesione che vuole spostare il baricentro della loro gestione dalle regioni agli Stati centrali. A oggi un terzo del bilancio comunitario è rappresentato proprio dai fondi di coesione che Bruxelles assegna direttamente alle regioni. Un tema trattato dal direttore Roberto Sommella con un editoriale dal titolo La Lombardia rischia uno scippo da 4,4 miliardi. Nel silenzio generale.

Nel nuovo bilancio programmatico presentato dalla presidente Ursula von der Leyen si profila un passaggio da diretto a indiretto del ruolo delle regioni oltre che a un ridimensionamento delle risorse ai territori; si parla infatti di un valore complessivo che da 378 miliardi di euro passerebbe a 218 miliardi.

Un’ipotesi che ha già prodotto in poche settimane una levata di scudi da parte della stragrande maggioranza delle regioni europee, di qualsiasi colore politico, oltre ad autorevoli esponenti delle categorie imprenditoriali e produttive. La concretizzazione di quanto annunciato vedrebbe, attraverso la centralizzazione della gestione delle risorse europee, la concreta cancellazione del ruolo strategico delle regioni e dei territori in Europa.

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Non solo, così facendo verrebbe meno il principio di sussidiarietà, come denunciano anche i Länd tedeschi. Inoltre, i territori più produttivi come la Lombardia subirebbero un freno. Proprio in Lombardia, la prima Regione manifatturiera d’Europa, «ogni euro investito tramite i fondi di Coesione genera in media 2,7 euro di pil», come rimarcato anche da Confindustria Lombardia.

Uno stop allo sviluppo delle economie territoriali

Una governance diversa dei fondi sarebbe non solo la fine del regionalismo, ma uno stop per le economie più importanti, come quella lombarda. I conti sono presto fatti. Nel periodo 2021-2027 la Lombardia ha potuto gestire la sua quota di Fondi di coesione per un totale complessivo di oltre 4,4 miliardi di euro. È circa un quinto dell’intero budget regionale, dove ci sono risorse per altri 20 miliardi che vanno però tutti alla sanità.

A queste si devono aggiungere i tagli dai trasferimenti dal governo centrale. Risultato, senza i Fondi europei, l’assessorato allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia potrebbe contare nei sette anni su un budget di 14 milioni, il che significa l’impossibilità concreta di continuare a supportare il sistema produttivo ed economico. La necessaria attenzione alle aree meno sviluppate non deve andare a discapito di quelle più produttive, spesso proprio quelle maggiormente interessate dalle importanti sfide connesse alla crescita economica e alla competitività delle imprese.

Noi crediamo che l’Europa si faccia davvero solo attraverso i territori e le regioni, ciò che si profila è il definitivo distacco della Commissione dai territori. Il Paese se vuole continuare a essere trainato dalla Lombardia deve mettere la stessa nelle condizioni poterlo fare anche in futuro. Per questo la gestione dei fondi europei deve rimanere in capo alle Regioni, a sostegno dell’innovazione, della ricerca, della formazione, degli investimenti e del lavoro; tutto ciò che fa bene alla Lombardia, dati alla mano, fa bene a tutto il Paese. (riproduzione riservata)



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