Cos’è e come funziona il nuovo Fondo europeo per la ricostruzione dell’Ucraina


Kyjiv avrà il suo Recovery Fund, e no, non c’entrano gli aiuti degli Stati Uniti di Donald Trump. In apertura della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina di Roma, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato la creazione dello European Flagship Fund for the Reconstruction, un nuovo fondo europeo azionario per l’Ucraina. «Sarà il più grande fondo di equity al mondo a supporto della ricostruzione. Insieme al settore privato, darà il via agli investimenti in energia, trasporti, materie prime critiche e industrie», ha detto dal palco della Nuvola dell’Eur (mentre a Strasburgo veniva respinta la mozione di sfiducia contro di lei).

Con un capitale iniziale di duecentoventi milioni di euro, il fondo punta a mobilitare cinquecento milioni di euro entro il 2026, con ulteriori raccolte (ma non è indicato quanto) previste man mano che le condizioni di sicurezza ucraine miglioreranno.

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Non è «l’approccio stile Piano Marshall» chiesto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky dal palco. Ma almeno è una risposta al Fondo di investimento americano-ucraino per la ricostruzione, sottoscritto ad aprile con Donald Trump, che attingerà le risorse finanziarie dai progetti di sviluppo delle terre rare dell’Ucraina.

«Ricostruire l’Ucraina non riguarda solo il nostro Paese, riguarda anche i vostri Paesi, le vostre aziende, la vostra tecnologia, i vostri posti di lavoro», ha detto Zelensky a Roma. «Il modo in cui ricostruiamo il nostro Paese può anche modernizzare le vostre infrastrutture e industrie».

Il funzionamento del nuovo fondo lo ha spiegato von der Leyen: farà leva «sul denaro pubblico per attrarre investimenti dal settore privato e massimizzare le sinergie con gli operatori di mercato esistenti per contribuire alla ricostruzione del Paese», partendo in primis dai settori strategici di «energia, trasporti, materie prime essenziali e industrie».

Al fondo contribuiscono al momento la Banca europea per gli investimenti (Bei), insieme a Francia, Germania, Italia e Polonia. La premier italiana Giorgia Meloni si è detta «felice di annunciare il contributo determinante dell’Italia alla nascita di un nuovo fondo equity». Von der Leyen ha aggiunto: «Confido che altri vorranno unirsi. Il popolo ucraino è pronto a guidare l’economia del proprio Paese verso il futuro. Il momento di investire è ora».

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Accanto al fondo, la Commissione europea ha annunciato poi un pacchetto di circa duecento accordi da 2,3 miliardi di euro sottoscritti con istituzioni finanziarie pubbliche internazionali e bilaterali. Il nuovo pacchetto comprende 1,8 miliardi di euro in garanzie sui prestiti e 580 milioni di euro in sovvenzioni. Di queste risorse, cinquecento milioni andranno in garanzie e finanziamenti per aiutare le piccole imprese ucraine, comprese le startup e quelle che impiegano veterani e sfollati. Ulteriori seicento milioni sono destinati a progetti privati su larga scala in settori chiave come energia, trasporti e manifattura. Alla ricostruzione delle città colpite dalla guerra andranno cinquecentoventi milioni di euro, duecentosessantacinque milioni saranno destinati invece alla stabilizzazione della rete energetica ucraina più volte colpita dalle bombe russe, trecentodieci milioni andranno per la riparazione e ricostruzione di infrastrutture essenziali, compresi ospedali e strutture sanitarie.

«Oggi l’Unione europea riafferma il suo ruolo come partner più forte dell’Ucraina», ha detto von der Leyen. «Non solo il suo principale donatore, ma anche un investitore chiave nel suo futuro. Con 2,3 miliardi di euro in accordi firmati, puntiamo a sbloccare fino a dieci miliardi di euro in investimenti per ricostruire case, riaprire ospedali, rilanciare imprese e garantire l’energia. Questa è solidarietà in azione. L’Ucraina si avvicina ogni giorno di più all’Unione europea».

Secondo le indicazioni arrivate dal ministro delle Finanze ucraino, Serhii Marchenko, l’Ucraina avrebbe bisogno di almeno quaranta miliardi di dollari di finanziamenti esterni nel 2026, visto che continua a destinare la maggior parte del proprio bilancio statale alle esigenze di difesa. Per la ricostruzione post bellica, la spesa dovrebbe essere invece di circa 524 miliardi di dollari (circa 450 miliardi di euro) nei prossimi dieci anni.

Con il lancio del nuovo fondo europeo, ora, gli impegni totali dell’Europa per Kyjiv ammontano a 5,7 miliardi di euro, con un effetto leva previsto di oltre diciotto miliardi di euro di investimenti. «Solo quest’anno copriremo l’ottantaquattro per cento del fabbisogno di finanziamenti esterni», ha detto von der Leyen.

Durante il primo giorno della conferenza di Roma, l’Unione europea ha anche firmato un memorandum d’intesa con il settore assicurativo per facilitare gli investimenti in Ucraina offrendo copertura contro i rischi di guerra e ha presentato due nuove iniziative per proteggere il patrimonio culturale e gli artisti ucraini con ulteriori due milioni di euro. Per ultimo, è stata annunciata l’iniziativa “Roam Like at Home”, che consentirà agli ucraini di usare i cellulari nell’Unione europea senza costi aggiuntivi, estendendo lo stesso benefit anche ai cittadini europei in Ucraina.



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