Ravone, il giudice dà ragione ai residenti alluvionati: «Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna versino 3,5 milioni di euro a garanzia dei danni futuri»


di
Federica Nannetti

Bologna, la battaglia dei cittadini via Zoccoli, via del Genio e via di Ravone che hanno fatto causa agli enti locali e al commissario straordinario per chiedere di tutelare i loro diritti di proprietà

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A ottobre scorso hanno visto il Ravone esondare e rompere la tombatura in più punti, hanno visto andare sott’acqua intere abitazioni, auto, garage e cantine, nonché andare in malora ricordi ed effetti personali. E la propria vita in pericolo. È così che una ventina di residenti di via Zoccoli, via del Genio e via di Ravone, assistiti dall’avvocato Adriano Travaglia e con il supporto del Comitato per la tutela dal dissesto idrogeologico di Bologna, ha deciso di fare causa al Comune, alla Regione Emilia-Romagna, al Consorzio Bonifica Renana e al commissario straordinario alla ricostruzione, sporgendo denuncia di danno temuto per chiedere di tutelare i loro diritti di proprietà dal «pericolo di un danno grave e imminente» che deriva dal torrente Ravone e dal suo bacino idrogeologico.

Ora il Tribunale di Bologna ha dato ragione ai residenti che, oltre a chiedere la messa in sicurezza del territorio, avevano chiesto di fissare «una penale per il ritardo nell’esecuzione di tali attività e una cauzione per i danni che dovessero occorrere nuovamente per l’inerzia delle amministrazioni». Nella sua pronuncia, il giudice Paolo Siracusano non ha previsto la penale, ma, come anticipato dal comitato e dal legale, ha invece stabilito come «Comune e Regione debbano prestare garanzia per i danni eventualmente derivanti dal bacino idrogeologico del torrente Ravone mediante il versamento di un deposito cauzionale di importo pari a 3.661.404,90 euro o, in alternativa, mediante la sottoscrizione di una polizza assicurativa per la responsabilità civile a copertura dei danni causalmente riconducibili al bacino idrogeologico del torrente Ravone», per un importo uguale a quello previsto dalla cauzione, ovvero di oltre tre milioni e mezzo di euro. Cifra, questa, che l’avvocato Travaglia aveva già spiegato essere derivata dalla stima dei danni già subiti dai residenti.




















































La tesi dei cittadini della zona, che fin da subito hanno collegato le conseguenze dell’alluvione alla «cattiva manutenzione del Ravone», è stata «pienamente confermata», hanno sottolineato ieri dal comitato, che insieme all’avvocato Travaglia ha aggiunto come il tribunale abbia «affermato che chi sia munito delle competenze debba fare qualcosa per assolvere alla sua funzione, che è quella di tutelare la sfera giuridico-patrimoniale delle persone dal rischio idrogeologico: lo scenario di rischio del bacino idrogeologico, noto alla Regione senz’altro a partire dal 2013, si è già drammaticamente concretizzato a ottobre 2024». Rilevante, secondo legale e comitato, anche il passaggio sull’eccezionalità dell’evento: «Il tribunale ha escluso che gli eventi di ottobre 2024 siano di natura eccezionale — spiegano —, almeno nel senso che abitualmente si ricollega alle ipotesi di esenzione di responsabilità, cioè singolare e imprevedibile». Al momento il Comune di Bologna preferisce non commentare, in attesa di leggere la pronuncia.

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«Il tribunale ha compreso lo stato di paura in cui versano i residenti in zone della città soggette a continui pericoli derivanti da alluvioni ed esondazioni — concludono gli alluvionati —, così aprendo la strada a forme innovative di tutela dei cittadini e al risarcimento degli ingenti danni subiti».

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10 luglio 2025 ( modifica il 10 luglio 2025 | 07:42)

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