I fund selector tornano a puntare sul reddito fisso


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Survey Pgim: il 37% aumenterà le allocazioni in bond pubblici, il 22% nel credito privato. Più cautela sull’azionario, mentre sale la domanda di liquidità e di soluzioni alternative

Tra guerre commerciali e conflitti armati, il reddito fisso torna ad essere l’ancora cui aggrapparsi. Almeno per i fund selector che, in vista dell’incertezza economica e dell’accresciuta volatilità dei mercati, nei prossimi dodici mesi puntano ad aumentare le posizioni in obbligazioni e liquidità. È quanto emerge dall’ultimo studio Gatekeeper Pulse di Pgim, che ha esaminato i piani di allocazione e le preferenze dei gestori di 210 gatekeeper in Europa e Asia, con un patrimonio in gestione di almeno un miliardo di dollari.

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Reddito fisso, attesi rendimenti più elevati

In particolare, continua ad attrarre il reddito fisso pubblico: il 37% degli operatori prevede infatti di aumentare le allocazioni in questa asset class durante il ciclo di tagli dei tassi previsto, mentre solo il 14% ha intenzione di ridurle. Stesso discorso per il credito privato, con il 22% che  incrementerà l’esposizione. Tale tendenza è in linea con le attese di rendimento dei gatekeeper per il prossimo anno. Il 43% si aspetta infatti che il reddito fisso pubblico generi ritorni superiori rispetto ai precedenti dodici mesi, contro il 20% che li prevede inferiori, e nel credito privato le percentuali si attestano rispettivamente al 34% e al 24%. “In un mercato caratterizzato da confusione politica e turbolenze, i clienti si stanno orientando verso il reddito fisso sia per ottenere rendimenti stabili che per proteggersi dai rischi di ribasso”, spiega Matt Shafer, head of international intermediary distribution di Pgim. Sottolineando come le strategie multisettoriali, che offrono la flessibilità necessaria per passare da un segmento obbligazionario all’altro in base al valore relativo, stiano registrando “una domanda particolarmente forte”.

Stabile le propensione al rischio

Con i mercati che negli ultimi mesi hanno oscillato tra propensione e avversione al rischio, non sorprende che l’atteggiamento dei gatekeeper nei confronti dell’assunzione di rischio rimanga contrastante. Rispetto ai precedenti dodici mesi, il 32% dei gatekeeper prevede di aumentare la propria esposizione al rischio, mentre il 40% la ridurrà. In Asia, entrambe le percentuali sono pari al 37%. Per quanto riguarda i principali fattori di preoccupazione, in testa si piazzano le tensioni geopolitiche, il pericolo recessione e l’elevata inflazione. Si prevedono inoltre continui episodi di turbolenza sui mercati: l’83% a livello globale si aspetta infatti una maggiore volatilità dei rendimenti nel corso del prossimo anno. 

Sale la domanda di liquidità e di soluzioni alternative

In tale contesto macroeconomico incerto, il 39% è intenzionato ad aumentare le allocazioni in liquidità/strumenti del mercato monetario nei prossimi dodici mesi, a fronte di un 20% che prevede una riduzione. Anche la domanda di investimenti alternativi, come il private equity e il credito privato, rimane robusta, nonostante un leggero calo su base annua. Il 22% punta infatti ad incrementare gli investimenti nel credito privato e il 19% nel private equity. I fund selector hanno poi espresso una preferenza per l’accesso ai mercati privati tramite investimenti diretti e coinvestimenti, lasciando intendere un desiderio di controllo nell’attuale contesto di cautela. I veicoli comuni sono al secondo posto in termini di facilità di accesso.

Nel settore del credito privato, il 58% è convinto che continueranno a esserci opportunità nel “middle-market”, dato che le grandi banche stanno limitando i prestiti alle aziende di medie dimensioni. Tuttavia, la metà degli intervistati pensa che questo segmento sia destinato a registrare spread più bassi, perché la concorrenza per riempire il vuoto si fa più intensa. Un’altra asset class alternativa destinata a osservare un aumento della domanda è poi quella delle infrastrutture. Il 45% rafforzerà le posizioni, mentre solo il 7% è propenso a ridurrle. Con un aumento netto del 38%, le infrastrutture sono in testa alle aspettative positive dei gatekeeper in termini di allocazioni per i prodigo dodici mesi.

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Cautela sulle azioni

Per quanto riguarda le azioni, emerge meno ottimismo. Solo per il 26% degli intervistati i rendimenti dei mercati azionari quotati e privati saranno superiori a quelli degli ultimi dodici mesi, mentre una percentuale molto più elevata (45% per i mercati quotati e 40% per quelli privati) si aspetta numeri inferiori. La causa sta probabilmente nel fatto che, data l’importanza delle azioni statunitensi a livello globale, le prospettive più deboli per la crescita e gli utili favoriscono la cautela. Questa incertezza ha portato a intenzioni contrastanti in materia di allocazione. Il 34% prevede di aumentare le posizioni in azioni quotate, contro il 27% che punta su una diminuzione. Per chi le incrementerà, le strategie globali rimangono la scelta principale. Tuttavia, quasi due terzi si aspettano una frammentazione regionale nella performance azionaria a causa delle divergenze nelle politiche monetarie tra le diverse economie. Inoltre, i gatekeeper sono divisi sul fatto che i titoli delle piccole e medie imprese riusciranno a colmare il divario di performance rispetto alla categoria delle large cap.

Le tecnologie trasformative spingeranno l’equity

Nonostante negli ultimi mesi i mercati azionari siano passati dall’ottimismo all’incertezza, Shafer prevede che l’interesse degli investitori per i titoli azionari rimarrà forte, in particolare nei settori legati alle tecnologie trasformative. “Continuiamo a credere che l’AI generativa ridisegnerà l’economia globale, trasformerà i modelli di business e migliorerà l’esperienza dei consumatori”, assicura. “Dal punto di vista degli investimenti, nonostante i timori che l’attuale ciclo di investimenti tecnologici guidato dall’intelligenza artificiale possa raggiungere il picco prima del previsto, prevediamo che la prossima fase significativa di crescita, da cui gli investitori potranno trarre vantaggio, deriverà da un’ondata di applicazioni basate sull’AI”, chiarisce.

Immobiliare stabile

Infine, per quanto riguarda il settore immobiliare, oltre la metà dei gatekeeper non prevede cambiamenti. Tuttavia si registra una significativa propensione per il mercato interno per il 20% di chi potrebbe aumentare le posizioni, con gli operatori europei che privilegiano l’Europa sviluppata e quelli asiatici che preferiscono l’Asia sviluppata. “I gatekeeper riconoscono la necessità di gestire rischi elevati, ma non stanno arretrando: si stanno semplicemente adeguando a quello che probabilmente sarà un periodo prolungato di incertezza”, sottolinea Alessandro Aspesi, country head of Italy intermediary distribution at Pgim. L’esperto precisa che si sta assistendo a un approccio più selettivo in tutte le asset class, con una crescente domanda di soluzioni a reddito stabile come il reddito fisso e le infrastrutture, insieme a un interesse cauto ma costante per i mercati privati e i temi azionari innovativi. “Il rapporto evidenzia inoltre una crescente enfasi sulla gestione del rischio e sulla flessibilità, caratteristiche che incontrano il favore dei clienti di oggi”, conclude Aspesi.

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