Osservatorio sulle imprese innovative del Torinese: quali strategie per lo sviluppo?


È stata presentata la nuova edizione dell’Osservatorio sulle imprese innovative del Torinese, a cura della Camera di commercio di Torino e del Politecnico di Torino. L’analisi ha coinvolto 1.950 imprese selezionate per criteri di innovazione e rilevanza economica, con l’obiettivo di esplorare il legame tra performance economiche e strategie di ricerca e sviluppo.

Le imprese analizzate si distinguono per buona crescita economica (ricavi +7,5% dal 2021 al 2023), alta incidenza di personale laureato (oltre il 50% in quasi la metà dei casi), e forti investimenti in innovazione di processo (71%) e di prodotto (66%), digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione.

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Come sottolinea Massimiliano Cipolletta, Presidente della Camera di commercio di Torino:

“Abbiamo voluto analizzare un particolare universo di circa 2mila aziende, che si mostra in salute, con buone performance economiche e in grado di esprimere alti livelli di innovazione indipendentemente dalla dimensione, dal settore o dallo stadio di sviluppo…”

Anche la Prof.ssa Giuliana Mattiazzo del Politecnico evidenzia:

“Lo studio mette in evidenza un tessuto industriale con una significativa propensione all’innovazione in differenti ambiti tecnologici…”

Il questionario 2025 ha ricevuto 428 risposte (7,5% grandi imprese, 16% medie, 60,5% piccole/micro, 16% start up). Il settore principale è il manifatturiero (32%), seguito dall’ICT (23%).

Differenze emergenti tra le tipologie di impresa:

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  • Start up: orientate ai servizi (70%), forte dipendenza da pochi clienti, alta spesa digitale (>5% per il 43%), innovazione radicale (43%), uso di AI, 3D printing, IoT, simulazione.

  • Medie e grandi imprese: produzione di beni (70%), base clienti diversificata, forte propensione all’export (76%), innovazione strutturata e capital intensive (55%), maggiore investimento in tecnologie avanzate (MES, robotica, data management).

Obiettivi dell’innovazione:

  • Tutte puntano a migliorare qualità di prodotti/servizi.

  • Le grandi imprese aggiungono focus su costi, sostenibilità e condizioni di lavoro.

  • Le start up mirano all’ingresso in nuovi mercati.

Sul fronte della sostenibilità, il 64% delle medie e grandi imprese ha fissato obiettivi volontari. Le start up si distinguono per iniziative di welfare aziendale.

In Ricerca & Sviluppo, prevalgono risorse interne. Il 73% delle imprese collabora con fornitori, 66% con consulenti, 65% con clienti e 49% con Università. Circa il 30% collabora con poli e centri di ricerca.

Tra gli ostacoli all’innovazione, emergono:

  • carenza di risorse finanziarie (soprattutto per start up e micro),

  • difficoltà a reperire personale qualificato,

  • mancanza di competenze manageriali.

Il finanziamento all’innovazione avviene principalmente tramite autofinanziamento, seguito da contributi pubblici e credito bancario (più diffuso tra PMI), mentre le start up ricorrono a soci e venture capital.

Circa la metà delle imprese ha ottenuto finanziamenti competitivi tra 2021 e 2023. Il 46% ha utilizzato misure pubbliche per la digitalizzazione.

La Camera di commercio ha anche promosso focus group sull’intelligenza artificiale, da cui è emerso un approccio pratico:

“Le imprese hanno evidenziato il valore di casi d’uso reali, strumenti accessibili e approcci graduali…”

Infine, l’ente camerale sostiene le imprese innovative con servizi mirati, desk dedicati, accompagnamento amministrativo, mentoring (tramite la piattaforma ToTem) e percorsi di accelerazione digitale e green attraverso PID ed EEN.

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