Lago di Annone, allarme fondi per gli impianti: «Servono altri tre anni»


La Provincia lancia l’allarme: servono nuovi fondi per proseguire il trattamento delle acque nei bacini di Oggiono e Civate. «Senza gli impianti, l’ecosistema è a rischio» avverte il dirigente Dario Strambini

«È indispensabile poter continuare a far funzionare gli impianti di trattamento dei due bacini del lago di Annone: quello di Oggiono e di Civate. Questo è il solo modo di recuperare una situazione figlia di scarichi industriali avvenuti in epoche di normative e sensibilità diverse, nonché dovuti ad anni di reti fognarie inadeguate»: lo sostiene, in particolare, la Provincia per voce del dirigente Dario Strambini. «Spegnere gli impianti adesso sarebbe pericoloso per il benessere dell’ ecosistema, ma – evidenzia Strambini – bisogna vedere se la Regione concederà altri tre anni di finanziamenti». È un film, da un lato, già visto, ma il cui finale è, di stagione in stagione, sempre più mozzafiato: la prima volta fu nel 2016; tutti attorno al tavolo, chi per tirare i cordoni della borsa e tutti gli altri per chiedere di mantenere, invece, il finanziamento per l’impianto di aspirazione (tecnicamente, detta ipolimnica), che interessa da alcuni anni gli strati più profondi e inquinati del lago, così da poter depurare all’esterno le acque e poi reimmetterle nel Rio Torto; i finanziamenti vennero inizialmente garantiti dalla Regione fino a maggio 2016.

La Provincia e i Comuni riuscirono a convincerla poi ancora nel 2019 e, tra pandemia e avvio di ulteriori sperimentazioni, di fatto fino adesso. Si tratta di 140.000 euro per il bacino est all’anno divisi a metà tra Regione e Provincia, oltre ad altri 30.000 per il bacino di Oggiono. Dice il sindaco di Oggiono Chiara Narciso: «Il messaggio, forte e chiaro, che ci arriva dalla Regione è che i soldi non ci sono per sempre e sono subordinati al nostro reale impegno profuso concretamente sul campo per mettere a norma le fognature. Dobbiamo dire che la società intercomunale Lario Reti Holding sta riscontrando questa sollecitazione di Regione Lombardia dimostrando un occhio di riguardo per le nostre aree: per esempio, con gli interventi in località Sabina, dove abbiamo un diretto affluente del lago; per quanto riguarda Oggiono – prosegue il sindaco – i prossimi passi saranno gli adeguamenti in via Montegrappa, in località Trescano e via via laddove tutte le reti sono ancora miste. L’impegno c’è – fa notare – anche se i risultati non sono evidentemente immediati».

È emerso anche nei giorni scorsi, infatti, dalla relazione del biologo Alberto Negri che «attualmente, il bacino ovest di Oggiono, nel periodo tra luglio e novembre, evidenzia condizioni di marcata eutrofizzazione». Per il vicesindaco di Civate, Simone Scola «anche in territorio di Civate sono in atto i lavori di Lario Reti Holding per lo sdoppiamento delle reti delle acque di scarico bianche e nere». Per il biologo Negri «il trattamento del bacino ovest del lago è appena iniziato: procedendo con la creazione di uno strato consolidato di sedimenti di 2 centimetri all’anno, occorrerà almeno un decennio per avere un risultato consolidato e duraturo»: l’impianto crea un effetto meccanico per contrastare il rilascio di ferro e forme inorganiche di fosfati dai sedimenti sul fondo. Il risanamento del ramo di Civate invece consiste nell’asportare fosforo dal fondale inquinato e fortemente stratificato: in totale, nell’ultimo anno, l’asportazione è stata di 414 chili «con un guadagno netto rispetto al processo di perdita naturale stimabile in 183 chili, sicuramente rilevante», per Negri; un altro effetto è la rimozione anche dell’azoto ammoniacale, aspirando dal fondale 1.988 chili.

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