A Roma innalzata la sicurezza su eventi e obiettivi americani. Sotto osservazione anche il Vaticano


È stato portato al livello massimo, a Roma e in tutta Italia, il dispositivo di sicurezza intorno ai possibili obiettivi sensibili, dopo l’attacco statunitense a tre grandi siti del programma nucleare iraniano e il rischio di una escalation della violenza .

“L’attacco cambia lo scenario, si apre una crisi molto più grande”, ha affermato il ministro della Difesa Crosetto.

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Le valutazioni sono state fatte prima al Viminale nel corso della riunione del Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo. Poi si è riunito il Comitato Nazionale Ordine e Sicurezza Pubblica, presieduto dal ministro Matteo Piantedosi, con la partecipazione dei vertici dell’intelligence e delle forze di polizia.

Nella Capitale ambasciate, consolati, residenze diplomatiche e sedi rappresentative dei paesi coinvolti nel conflitto  – Israele, Iran e Stati Uniti – sono state sottoposte a misure straordinarie di controllo e protezione. In Italia, sono oltre 29.000 i siti sottoposti a vigilanza, tra cui oltre 10mila infrastrutture critiche. Tra questi, circa un migliaio riguardano interessi statunitensi e israeliani.

Sotto osservazione come anche il quartiere ebraico e tutta l’area del Vaticano, dove continuano gli eventi giubilari. Nella Capitale sono più di 4 mila obiettivi sensibili.

Il servizio di Claudio Vedovati, montaggio Stefano Tigani

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