Pnrr, Verona meglio del resto del Veneto: erogata la metà dei fondi. L’elenco degli interventi più costosi


Il piano nazionale

Pubblicato il monitoraggio di Openpolis sullo stato dell’arte del Pnrr per otto misure: digitalizzazione; scuola, università e ricerca; impresa e lavoro; cultura e turismo; inclusione sociale; infrastrutture; transizione ecologica; salute

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Il cantiere per una scuola a Valeggio




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Manca poco più di un anno alla scadenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l’Italia ha speso solo un terzo dei fondi stanziati, mentre tutte le opere finanziate dal piano vanno ultimate entro l’estate 2026. E avendo, quindi, il Pnrr superato il giro di boa, l’esigua spesa effettuata desta preoccupazioni sulla capacità del Paese di rispettare gli obblighi concordati con le istituzioni europee.

È il timore che paventa Openpolis che ha pubblicato il monitoraggio, aggiornato al 31 marzo, sullo stato dell’arte del Pnrr per otto misure: digitalizzazione; scuola, università e ricerca; impresa e lavoro; cultura e turismo; inclusione sociale; infrastrutture; transizione ecologica; salute. Ciascuna con decine di sottocapitoli. Per un totale di 284mila progetti per 226,6 miliardi di euro, di cui 171,3 coperti dal Pnrr. 

Ma le informazioni e i dati disponibili sulla situazione sono però ancora lacunosi – da tempo si lamentano comunicazione e trasparenza carenti oltre a errori di inserimento dei dati – e mancano ad esempio quelli per 25 misure, come sottolinea la fondazione Openpolis. Tuttavia, dai dati relativi alle otto misure pubblicate, Verona emerge in controtendenza: a fronte della media regionale del 35% di fondi erogati e quindi incassati e spesi per i progetti in corso (e il 33% nazionale), la nostra provincia segna il 52%






I numeri 

In Veneto, 24.827 progetti hanno ottenuto fondi per 19,2 miliardi di euro, di cui 13,8 dal Pnrr e il resto da altri fondi sempre inerenti. Nel Veronese sono 4.020 i progetti per cinque miliardi di euro, di cui 3,6 dal Pnrr, la maggior parte spesa per la misura «Infrastrutture»: 3,7 miliardi di euro assorbiti da circa mille interventi legati all’alta velocità e capacità e alle linee ferroviarie. 

A questi cinque miliardi attinge anche l’Ulss 9 che sta costruendo 19 case di comunità, ospedali di comunità e Centrali operative territoriali, per 70 milioni di euro. Tra gli interventi più onerosi anche quelli di Acque veronesi nell’ambito della tutela del territorio e sottoservizi, e ancora progetti di imprese private, aziende e alberghi soprattutto in ambito digitale e di transizione ecologica. 

Cosa fanno i Comuni 

Ma anche i Comuni non sono da meno e hanno frugato nelle maglie del Pnrr per reperire fondi ed investire soprattutto in scuole e in opere di utilità sociale, pur nella difficoltà – soprattutto dei centri minori – legata alla carenza di personale e tecnici per redigere i progetti e disporre le procedure di accesso ai fondi. 

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Contributi per le imprese

 

Primo gradino del podio per progetto sostanzioso è Albaredo d’Adige: 12 milioni di euro per il polo scolastico che passerà per la demolizione e ricostruzione di una scuola che accoglierà le elementari Vivaldi e le medie Simoni. I lavori sono a buon punto, nonostante figuri solo il 5,6 per cento dei fondi erogati.

Al secondo posto c’è la costruzione della scuola elementare ex novo di Valeggio, per otto milioni di euro e un importo già incassato del 56%.

Oltre il 40% di fondi pagati si registra anche a San Giovanni Lupatoto e a Mozzecane dove i Comuni impiegheranno sette milioni di euro il primo per rilanciare la piscina comunale, il secondo per la nuova scuola media. Sempre con progetti per oltre sei milioni di euro, investono su scuole, nuove o ristrutturate – una misura prevedeva un corposo finanziamento per l’abbattimento e la ricostruzione di edifici – e ancora per mense scolastiche o ampliamenti. A Soave si lavora per scuola materna con nido integrato; a Grezzana e a Garda per la scuola elementare; a Vigasio e a Cologna Veneta per la materna; a Legnago per le medie. 

Circa una quarantina di Comuni su 98 ha ottenuto fondi Pnrr per le scuole e alcuni come Cerea, Oppeano, San Bonifacio, Veronella, Castelnuovo, Minerbe, San Giovanni Lupatoto o San Martino Buon Albergo hanno avviato anche più di un progetto, qualcuno persino una decina sul suo patrimonio scolastico. Se aggiungiamo quelli portati avanti dalla Provincia per gli istituti superiori – dei quali i Palazzi scaligeri sono competenti – si arriva a un totale di 300 progetti di edilizia scolastica e progetti educativi e formativi o di digitalizzazione (compreso il Comune di Verona), per decine di milioni di euro. 

I dubbi

Se Verona va avanti, dunque, lo fa meno l’Italia e soprattutto il Sud della Penisola, come evidenza Openpolis che richiama il Governo anche a una maggiore comunicazione che illustri come procedono opere e investimenti. 

Sono diversi gli aspetti poco chiari nell’ultimo aggiornamento dei dati da parte del Governo. La Fondazione segnala ritardi, inesattezze ed errori nell’inserimento dei dati (in alcuni casi si registrano progetti con pagamenti superiori ai finanziamenti deliberati). Non sono presenti, inoltre, i dati dei progetti per 25 misure da 32,6 miliardi di euro. 





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