Bonus ristrutturazione 2025: cos’è e come richiederlo


Il bonus ristrutturazione 2025 consente detrazioni fino al 50%, ma richiede attenzione su requisiti e documenti da conservare fino a 15 anni

Il bonus ristrutturazione 2025 rappresenta un’opportunità concreta per risparmiare sulle tasse grazie a interventi di riqualificazione edilizia o miglioramento energetico. Tuttavia, ottenere la detrazione non basta: è fondamentale conservare la documentazione per un lungo periodo, altrimenti si rischiano sanzioni e la restituzione degli importi. Scopriamo tutti i dettagli.

Che cos’è il bonus ristrutturazione 2025?

Il bonus ristrutturazione è un incentivo fiscale che consente di recuperare parte delle spese sostenute per lavori su immobili, sia privati sia condominiali. Il rimborso avviene sotto forma di detrazione Irpef, diluita in 10 anni, su una spesa massima di 96.000 euro per unità immobiliare.

Le detrazioni previste per il 2025

Nel 2025 le detrazioni variano in base alla tipologia di abitazione:

  • 50% per lavori sulla prima casa
  • 36% per lavori su seconde case o case in affitto

Per il biennio 2026-2027 le aliquote scendono rispettivamente al 36% e al 30%. Le detrazioni si applicano anche alle spese per progettazione, autorizzazioni, costi di manodopera e materiali.

Chi può accedere al bonus ristrutturazione 2025

Il bonus è accessibile a chiunque versi l’Irpef, inclusi:

  • Proprietari o nudi proprietari
  • Usufruttuari o titolari di altro diritto reale
  • Inquilini o comodatari
  • Familiari conviventi o conviventi more uxorio
  • Soci di cooperative
  • Imprenditori individuali (solo se non strumentali all’attività)
  • Soci di società di persone e imprese familiari
  • Condomini per le parti comuni

Come richiedere il bonus ristrutturazione

Per ottenere il bonus bisogna rispettare alcuni passaggi:

  1. Comunicazione all’ASL, se obbligatoria per legge
  2. Pagamenti tramite bonifico parlante, con causale, codice fiscale del beneficiario e Partita Iva della ditta
  3. Dichiarazione dei redditi, inserendo i dati catastali e gli estremi dell’immobile

Pagamenti in contanti, assegni o carte di credito non consentono l’accesso alla detrazione.

Quali documenti conservare e per quanto tempo

I documenti devono essere conservati per tutta la durata della detrazione più altri 5 anni. Se la detrazione dura 10 anni, la documentazione dovrà essere tenuta per 15 anni complessivi.

Documenti da conservare:

  • Fatture e ricevute fiscali
  • Ricevute dei bonifici parlanti
  • CILA, SCIA o permessi edilizi
  • Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà (se non servono permessi)
  • Ricevute IMU (se dovuta)
  • Accatastamento o domanda
  • Delibere condominiali e tabelle millesimali (per lavori in condominio)
  • Autorizzazione del proprietario (in caso di affittuari)
  • Comunicazione all’ASL (se prevista)
  • Comunicazione ENEA (per interventi con risparmio energetico)

Cosa succede se mancano i documenti

Se l’Agenzia delle Entrate effettua un controllo e non trova i documenti richiesti, il contribuente dovrà restituire le detrazioni ottenute con interessi e sanzioni. È quindi fondamentale mantenere in ordine l’intera documentazione.

Esempio pratico

Giacomo inizia dei lavori nel 2025 e inserisce la prima rata nella dichiarazione del 2026. Dovrà conservare i documenti fino al 2040, ovvero per 15 anni, tenendo conto della durata della detrazione più 5 anni di eventuali controlli fiscali.



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