Trump: i contratti di Musk? Riesamineremo tutto
Donald Trump non ha ancora deciso se togliere a Elon Musk i tanti contratti con il governo che le sue aziende hanno. «Riesamineremo tutto, sono un sacco di soldi», ha dichiarato il presidente americano. «Sono un sacco di sussidi, dobbiamo dare un’occhiata e faremo quello che è giusto per lui e per il Paese», ha aggiunto.
Musk: il popolo ha parlato, serve un terzo partito
«Il popolo ha parlato. In America serve un nuovo partito politico che rappresenti l’80% della popolazione! E esattamente l’80% delle persone è d’accordo». Lo scrive Elon Musk pubblicando i risultati del suo sondaggio al quale hanno votato circa 6 milioni di persone. Il miliardario suggerisce anche il nome del nuovo partito: «The America Party».
Trump: «Ad Elon non penso proprio, ha un problema»
«Non ci penso proprio ad Elon Musk. Lui ha un problema. Quel poveraccio ha un problema». Lo ha detto Donald Trump in un’intervista telefonica con la Cnn.
Musk perde 33 miliardi di dollari dopo la lite con Trump
Elon Musk ha perso 33 miliardi di dollari di patrimonio netto in un solo giorno dopo la furiosa lite con Donald Trump. Lo riporta il Bloomberg Billionaire Index. Il patron di Tesla è ancora di gran lunga la persona più ricca del mondo, con un patrimonio netto di 335 miliardi di dollari, ma come sottolinea Bloomberg, si tratta di una delle peggiori perdite di sempre.
Fonti amministrazione, Trump pensa di vendere la Tesla rossa
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta valutando la possibilità di vendere o regalare la Tesla rossa che acquistò per sostenere Musk nei mesi scorsi. Lo ha indicato un alto funzionario dell’Amministrazione all’Abc, secondo la quale la Tesla ieri era parcheggiata sulla West Executive Avenue a Washington. Lo scorso marzo, quando il rapporto tra i due era ai massimi, di fronte al tracollo in borsa di Tesla a causa dei dazi, Trump per riaffermare il suo sostegno all’allora amico e super consigliere annunciò che sarebbe andato a comprare una delle sue auto elettriche.
Trump: «Musk mi vuole parlare ma a me non interessa»
Casa Bianca a Reuters, non prevista chiamata Trump-Musk
Non è previsto che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump tenga oggi una chiamata con Elon Musk: lo ha rivelato una fonte della Casa Bianca a Reuters, come si legge sul sito dell’agenzia.
Ue: «Se Musk vuole trasferire imprese qui è il benvenuto»
Se Elon Musk vuole unirsi al programma Choose Europe, ideato per attrarre innovatori e ricercatori, «è assolutamente il benvenuto».
Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue Paula Pinho rispondendo, con un sorriso, a chi gli chiedeva il patron di X negli ultimi giorni non abbia contattato l’Ue per trasferire alcune sue imprese nel Vecchio Continente. «L’iniziativa ‘start up e scale up è indirizzata innanzitutto ai talenti europei ma chiunque è il benvenuto qui», ha aggiunto un altro portavoce della Commissione spiegando che, in ogni caso, «non ci sono stati contatti diretti» con Musk.
Ackman chiede pace Trump-Musk per Usa. Elon: «Non hai torto»
Elon Musk lascia intendere che una riconciliazione con il presidente Donald Trump sarebbe nel migliore interesse per gli Usa in risposta ad un post su X del gestore di hedge fund Bill Ackman, noto donatore di Trump, che chiede ai due di «fare la pace per il bene del nostro grande Paese». «Non hai torto», gli risponde il patron di Tesla e Space X.
Cina: «La lite Trump-Musk? Fatto interno degli Usa»
Fair play cinese sul durissimo scontro pubblico tra il presidente americano, Donald Trump, e il tycoon di Tesla e Space X, Elon Musk. Quando gli è stato chiesto di commentare la violenta faida tra Trump e Musk e se la Cina si aspetta che la disputa possa influire sulle relazioni tra Pechino e Washington, il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian ha tagliato corto, osservando che «si tratta di una questione interna degli Stati Uniti».
Media: telefonata Trump-Musk in giornata
Funzionari della Casa Bianca hanno programmato un colloquio telefonico in giornata tra il presidente americano Donald Trump e il miliardario Elon Musk per cercare di stemperare la tensione esplosa tra i due. Lo scrive Politico citando funzionari americani a condizione di anonimato. Intanto Trump, interpellato da Politico, ha cercato di sminuire la lite con Musk. «Non è un grosso problema», ha dichiarato, «le cose stanno andando benissimo, non sono mai andate meglio».
Dopo essersi tanto amati, per un anno o giù di lì, tra Donald Trump e Elon Musk sono volati gli stracci. «Abbiamo avuto un ottimo rapporto, ma sono sorpreso, Elon mi ha molto deluso», ha detto il presidente americano ai giornalisti durante un’apparizione nello Studio Ovale accanto al cancelliere tedesco Friedrich Merz. Sentendosi dare in diretta su X dal suo ormai ex alleato dell’«ingrato»: «Senza di me non avrebbe vinto le elezioni», ha tuonato il patron di Tesla mentre il titolo della società crollava a Wall Street. E alla fine sgancia «la bomba più grande: Donald Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici». Fino ad arrivare a condividere un post in cui si chiede l’impeachment del Tycoon.
Ormai è scontro aperto, dopo che per giorni i due hanno negato i dissidi dietro all’addio del miliardario al suo ruolo nel governo, con Musk che nelle ore successive ha sparato altre tre bordate: la dismissione immediata della navicella spaziale Dragon di SpaceX, vitale per la Iss e il programma spaziale della Nasa, la condivisione di un post per l’impeachment del presidente e la sua sostituzione col vice JD Vance e la premonizione che con i dazi ci sara’ una recessione nella seconda meta’ di quest’anno.
Il tycoon ha svelato di averlo cacciato. Ed Elon, afferma Trump, ha «dato di matto». Finito dunque l’idillio della ‘strana coppia’ dell’Oval Office: uno a capo della superpotenza Usa interpretata con formule sempre più imperiali, l’altro alla guida di una galassia industriale legata a doppio filo con l’esecutivo grazie a contratti miliardari col governo. Commesse che ora The Donald minaccia di azzerare, con Musk che lo ha sfidato subito con Dragon. É stato il «Big Beautiful Bill», la legge di spesa del partito repubblicano in discussione a Capitol Hill, a far precipitare i rapporti: «Elon ne conosceva tutti i meccanismi dall’interno», ha detto Trump, facendosi dare in diretta su X del bugiardo: «E’ falso, non ne sapevo nulla», ha replicato Musk lamentando che «la legge é stata approvata nel cuore della notte, così velocemente che quasi nessuno l’aveva letta». Che il rapporto tra i due si stesse incrinando, a dispetto della «chiave d’oro» della Casa Bianca regalata dal presidente al miliardario nel giorno del suo addio ai palazzi di Washington, era nell’aria da giorni. «Senza di me Trump avrebbe perso le elezioni, i Democratici controllerebbero la Camera e i Repubblicani sarebbero 51 a 49 al Senato», ha attaccato Elon su X, dando al presidente dell’«ingrato». Mentre le azioni del suo colosso, nel pieno della buriana, lasciavano sul terreno un altro 14%, bruciando in un batter d’occhio circa 150 miliardi di dollari. «Non so se avremo più una grande relazione», ha ammesso Trump nello Studio Ovale, tornando a difendere la manovra di bilancio, convinto che le critiche del patron di Tesla e di Space X siano legate all’azzeramento degli incentivi per le auto elettriche. Senza contare il no del presidente alla scelta dell’uomo di Musk come capo della Nasa. Per il miliardario una ricostruzione «falsa: mantenete i tagli agli incentivi per veicoli elettrici e il solare nella legge, anche se non vengono toccati i sussidi a petrolio e gas (molto ingiusto!!), ma eliminate la montagna di spese di ogni tipo presente nella legge. O fai una legge grassa e brutta, o una legge magra e bellissima». Sempre su X, poi, l’ultima provocazione di Musk che lancia un sondaggio che in pochi minuti raccoglie un fiume di sì: «È ora di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti effettivamente l’80% della popolazione di mezzo?». Il quesito, cui si può rispondere per 24 ore, impazza incassando in meno di un’ora quasi 300 mila risposte, l’84% a favore. Musk, protagonista anche nel giorno del giuramento del tycoon, si era innamorato di Trump dopo l’acquisizione di Twitter: dopo averlo ribattezzato X, come ‘il figlio preferito’, aveva adottato posizioni sempre più favorevoli alla libertà d’espressione incontrollata, criticando la «censura liberal» e i Democratici, tutti temi cari a Trump. Lo scorso luglio, dopo l’attentato in Pennsylvania al candidato presidenziale repubblicano, Elon gli aveva dato l’endorsement e da allora aveva speso oltre 277 milioni di dollari per riportare il leader dei Maga alla Casa Bianca: ricambiato, dopo la vittoria, con un mandato illimitato per tagliare la spesa pubblica americana con il cosiddetto Department of Government Efficiency. Un rapporto che sembrava inossidabile ma, come molte storie, è durato poco.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link