Il focus tematico dell’indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna sul primo trimestre 2025 verte sulle difficoltà del fare impresa nell’attuale contesto di incertezza in cui le aziende si trovano ad operare.
Per quanto riguarda la provincia di Modena, le principali emergenze dichiarate sono l’aumento dei costi energetici e delle materie prime per oltre il 60% degli intervistati del manifatturiero. Un terzo di questi deve far fronte anche all’instabilità dei mercati di sbocco, un quinto alla concorrenza sleale. Stessa situazione nel commercio, dove si teme altresì l’insicurezza normativa e regolamentare.
Un risultato sorprendentemente positivo, tuttavia, è la quota di imprenditori che hanno dichiarato “ininfluente” il difficile scenario globale sui diversi aspetti esaminati: investimenti, assunzioni, ricerca e sviluppo, internazionalizzazione, innovazione. Tale quota oscilla dal 60 al 77% nella manifattura e dal 66% all’89% nel commercio.
Problematiche, invece, si riscontrano fino a un terzo degli intervistati. Ad esempio, il 29% delle imprese della manifattura e il 24% del commercio dichiara di aver diminuito gli investimenti. Le assunzioni sono calate nel 23% delle imprese manifatturiere e per il 16% nel commercio.
Nella manifattura sono rilevanti anche le quote di coloro che hanno subito una contrazione della ricerca e sviluppo (19%), dell’innovazione (17%) e della internazionalizzazione (14%).
Un ulteriore aspetto che è stato indagato riguarda le misure di supporto introdotte da istituzioni pubbliche in favore delle imprese. Quelle ritenute maggiormente efficaci sono gli incentivi fiscali (per il 69% delle aziende manifatturiere e per il 66% di quelle commerciali) e gli interventi per la riduzione dei costi energetici (rispettivamente dal 64% e 50% delle imprese).
Per la manifattura è importante anche il sostegno finanziario diretto (27% degli intervistati) mentre dal commercio viene attribuita rilevanza alle garanzie per l’accesso al credito (22%).
Tra le minacce alla ribalta di recente vi sono i dazi USA. I timori di ripercussioni sono maggiormente diffusi nel settore manifatturiero dove il 62% degli intervistati ha dichiarato che potranno incidere sull’attività, mentre nel commercio la quota si riduce al 55% pur restando maggioritaria.
Infine, le principali fonti di finanziamento a cui le imprese hanno attinto per realizzare eventuali investimenti nel 2024 risultano il capitale proprio (per il 24% nella manifattura e 23% nel commercio), e i prestiti da banche e società finanziarie (rispettivamente 21% e 14%). Tuttavia, la maggioranza delle imprese intervistate ha dichiarato di non aver effettuato investimenti (58% e 60%).
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link