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Tecnopolo Mediterraneo: innovazione e ricerca al servizio della sostenibilità


Un progetto che punta a trasformare la città in un hub di ricerca e innovazione, al centro della transizione ecologica del Paese

Con l’inaugurazione ufficiale del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, avvenuta presso la sede della Camera di Commercio Brindisi-Taranto, Taranto avvia una nuova fase all’insegna della ricerca, dell’innovazione e della sostenibilità. L’evento segna non soltanto l’apertura di una nuova infrastruttura, ma un momento di rilievo che pone la città jonica al centro delle politiche nazionali per la transizione ecologica e digitale.
Alla cerimonia hanno partecipato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. La loro presenza ha sottolineato l’importanza attribuita a un progetto che si inserisce pienamente nelle strategie di sviluppo del governo, con l’obiettivo di rafforzare la competitività del Paese attraverso l’investimento in ricerca e sostenibilità.
Il Tecnopolo Mediterraneo beneficia di uno stanziamento iniziale di 2 milioni di euro da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e si integra in una rete nazionale di centri di eccellenza. Questa rete comprende realtà come la Fondazione Ai4Industry di Torino, la Fondazione Chip.IT di Pavia, il Biotecnopolo di Siena, il Cineca di Bologna e l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. L’obiettivo condiviso è la creazione di un ecosistema capace di affrontare le sfide ambientali e tecnologiche più urgenti, ponendo l’Italia in una posizione di rilievo nel panorama europeo e internazionale.
Per Taranto, l’apertura del Tecnopolo rappresenta un’opportunità significativa di rilancio. Tradizionalmente associata alle criticità ambientali e industriali legate al passato dell’ex Ilva, la città punta ora a valorizzare la ricerca e l’innovazione come leve per rigenerare il proprio tessuto economico e sociale. Il Tecnopolo sarà crocevia di idee, progetti e collaborazioni, e potrà attrarre giovani talenti, investimenti e imprese, spingendo il territorio verso una dimensione sempre più internazionale.
Il governo ha espresso chiaramente la volontà di fare di Taranto un modello di sostenibilità ambientale e di innovazione nei processi di decarbonizzazione industriale, con l’ambizione di trasformarla in un polo d’avanguardia in Europa per le tecnologie green. Tuttavia, a livello locale, permangono posizioni contrastanti: una parte della cittadinanza e del mondo ambientalista esprime preoccupazioni rispetto al rilancio dell’ex Ilva, temendo che i progetti di sviluppo non garantiscano un’effettiva tutela della salute e dell’ambiente.
Il confronto tra governo e territorio mette in evidenza la complessità della transizione industriale e la necessità di conciliare esigenze diverse: da un lato, la salvaguardia ambientale e sanitaria; dall’altro, il rilancio economico attraverso progetti innovativi. La sfida sarà quella di costruire un percorso condiviso, in grado di garantire trasparenza, partecipazione e benefici concreti per la popolazione locale.
Il Tecnopolo Mediterraneo si propone così non solo come infrastruttura fisica, ma come laboratorio di idee e pratiche innovative, capace di generare esperienze replicabili in altri contesti. Un progetto che guarda al futuro e che, se gestito con attenzione e responsabilità, potrebbe contribuire in modo significativo al processo di trasformazione economica, sociale e ambientale del Mezzogiorno e dell’Italia nel suo complesso.



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