Accordo minerario USA-Ucraina, il Washington Post: “Pieno di ostacoli logistici ed economici”


(AGENPARL) – Roma, 4 Maggio 2025

Washington – L’accordo minerario siglato tra Stati Uniti e Ucraina, annunciato lo scorso 1° maggio, rischia di arenarsi prima ancora di partire. Secondo quanto riportato dal Washington Post, l’intesa è lontana dal produrre benefici concreti in tempi rapidi e si trova già di fronte a gravi difficoltà logistiche, finanziarie e industriali.

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L’accordo prevede lo sviluppo congiunto di risorse minerarie strategiche come titanio, grafite e litio in territorio ucraino, con l’obiettivo di rafforzare la catena di approvvigionamento occidentale per materiali critici. Tuttavia, secondo il quotidiano, “le spedizioni effettive sono ancora lontane” e permangono “prospettive limitate” anche per quanto riguarda l’industria del petrolio e del gas.

Esperti americani scettici sull’attrattiva dell’Ucraina

Ben Cahill, esperto di energia presso l’Università del Texas ad Austin, ha sottolineato come il contesto ucraino resti poco competitivo per gli investimenti delle grandi compagnie: “Non sono convinto che le aziende più grandi, che operano su scala globale, vedano nell’Ucraina un’opportunità appetibile. Forse piccole imprese indipendenti potrebbero rischiare”.

Sulla stessa linea Ashley Zumwalt-Forbes, ex vicedirettore del Dipartimento dell’Energia durante l’amministrazione Biden, che ha dichiarato: “Facciamo già fatica a raccogliere fondi per l’esplorazione mineraria in paesi come Stati Uniti, Canada e Australia. Pensate quanto sarà più difficile farlo in Ucraina, in fase iniziale e con un conflitto in corso”.

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I dettagli dell’accordo

Secondo il Primo Vice Primo Ministro ucraino, Yuliya Svyrydenko, il 50% dei ricavi derivanti da nuove royalty minerarie e licenze sarà versato in un fondo d’investimento bilaterale USA-Ucraina, che prevede pari diritti di voto tra le parti. Tuttavia, l’accordo non impone alcun obbligo di debito diretto a Kiev né fornisce garanzie di sicurezza da parte di Washington.

Per i primi dieci anni, tutti i proventi del fondo saranno reinvestiti nel Paese, in particolare per l’esplorazione mineraria, la lavorazione dei materiali e lo sviluppo delle infrastrutture, rinviando la distribuzione di dividendi a data da destinarsi.

Un progetto ambizioso, ma fragile

L’accordo si inserisce nella più ampia strategia americana di riduzione della dipendenza dalle forniture cinesi di materiali critici. Tuttavia, secondo il Washington Post, la sua attuazione in un’Ucraina ancora scossa dal conflitto armato, con infrastrutture danneggiate e investimenti ad alto rischio, resta un’impresa tutta in salita.



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