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Dazi Usa, uno spiraglio per l’olio di oliva italiano


“Monitorare possibili eccezioni o meccanismi di esclusione: l’Amministrazione potrebbe offrire esenzioni a singole imprese o prodotti, specialmente nel caso di importazioni non reperibili a livello domestico Usa”.
È la postilla che l’Istituto per il commercio estero ha inserito nella “Nota informativa per le imprese italiane sui nuovi dazi statunitensi”, dando speranza ai produttori di olio di oliva italiani, sia i grandi marchi dell’industria olearia, che le aziende che propongono produzioni certificate, a cominciare dalle più note Igp Toscano e Sicilia.

Il consumo di olio di oliva negli Stati Uniti si attesta oggi attorno alle 350 mila tonnellate, mentre la produzione interna, in virtù degli oliveti presenti in particolare in California, non arriva neanche a 20 mila tonnellate, coprendo giusto il 5% del fabbisogno. Dunque è possibile che l’Amministrazione Trump possa inserire l’olio di oliva dei paesi europei tra i prodotti esclusi dai dazi, proprio in virtù di quella dizione “non reperibili a livello domestico”. Ad oggi l’Italia esporta negli Usa circa 100 mila tonnellate di olio, poco meno della Spagna (140 mila) e molto più della Grecia (intorno alle 20 mila).

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L’Ice, nella sua informativa, ricorda che vi sono già alcuni prodotti esentati dai dazi, tra prodotti farmaceutici, rame e il settore automobilistico (su quest’ultimo si applicano già le nuove aliquote su acciaio e alluminio). Va chiarito che parliamo in ogni caso del 10% aggiuntivo di dazi deciso da Trump che si somma al 10% già esistente in passato e che portano l’aliquota al noto 20%.

Sulla possibilità che i dazi non colpissero l’olio di oliva si era pronunciato in tempi non sospetti sul nostro giornale il presidente del Consorzio Olio Igp Sicilia, Mario Terrasi, evidenziando proprio il fatto che il paese a stelle e strisce non era autosufficiente, con l’aggiunta della crescente attenzione nel popolo americano delle proprietà salutistiche del frutto dell’olivo. Non resta che dar seguito ai consigli dell’Istituto per il commercio estero nazionale: “monitorare possibili eccezioni e meccanismi di esclusione”.



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