«La bellezza è relazione, non è solo ornamento, ma apertura all’altro». La frase del filosofo Edgar Morin campeggia in apertura della relazione introduttiva del disegno di legge del senatore meloniano Renato Ancorotti, presentato prima della pausa estiva.
Tredici articoli che riformano l’attività di estetista e di acconciatore, riconoscendo due nuovi profili professionali e introducendo sanzioni più rigide per le attività abusive. A 25 anni dalla legge di riferimento in materia, anche per la normativa sull’estetica sembra essere arrivato il momento per un restyling: nel corso di questi anni, d’altronde, non c’è stata solo l’introduzione di nuove tecnologie, ma anche la nascita di nuove figure del benessere (l’onicotecnico, il truccatore, il lash maker) e lo sviluppo di una domanda di mercato sempre più diversificata e verticale. Ma non c’è solo l’aspetto sociale: «È un settore che coinvolge un numero di lavoratori secondo solo agli edili», sottolinea al Messaggero lo stesso Ancorotti che pure guarda ai dati export del solo settore cosmesi negli Usa: «Ci aggiriamo intorno al 1 miliardo e 150 milioni, un dato che dovrebbe spingere a una maggiore conoscenza del settore».
IL DOCUMENTO
Il testo di Fdi ridefinisce, innanzitutto, i confini dell’attività estetica ricomprendendo tutte le prestazioni e i trattamenti, inclusa la dermopigmentazione (ad esempio trucco permanente, camouflage di cicatrici) eseguiti sulla superficie del corpo e dei suoi annessi cutanei con finalità esclusivamente estetiche o di benessere psicofisico. Tutto questo, prevedendo anche l’uso di apparecchi elettromeccanici, ma fuori da ogni finalità terapeutica.
Al fianco dell’estetista, nei saloni di bellezza, saranno riconosciute a pieno titolo due nuove figure: l’onicotecnico e il truccatore e tecnico dei trattamenti per ciglia e sopracciglia. Insomma, chi si occupa di unghie – naturali o ricostruite che siano – ma anche i make-up artist e gli esperti di extension, laminazione e colorazione di ciglia e sopracciglia – assumerà un ruolo professionale distinto, con uno specifico percorso formativo (un corso regionale di qualificazione della durata minima di 600 ore). Il “ritocco” più evidente alla legge in vigore arriva proprio sulla formazione. Non basterà più la qualifica professionale per operare come estetisti, ma servirà un esame di abilitazione, dopo un corso ad hoc. Percorso previsto ad esempio per coloro che abbiano svolto un percorso biennale e triennale di 900 ore per arrivare alla qualifica: in alternativa al corso, dovrà aver svolto un anno di attività lavorativa qualificata, a tempo pieno, presso un’impresa di estetista. All’abilitazione accederà anche chi per tre anni abbia lavorato come dipendente o collaboratore familiare, socio lavoratore o titolare presso una impresa di estetista e chi abbia lavorato per un anno, al termine di un contratto di apprendistato. Quelle con tre anni di esperienza alle spalle potranno accedere, inoltre, ai corsi per diventare Specialisti in estetica oncologica (SEO), pensati per offrire un supporto estetico a persone in trattamento o in fase di recupero da patologie oncologiche o ematologiche.
Novità che andranno recepite dalle Regioni, aggiornando i programmi di studio. Tra le nuove materie anche cosmetologia e chimica; fisiologia e anatomia dell’apparato locomotore e circolatorio; apparecchi elettromeccanici per uso estetico ed elementi di marketing.
SANZIONI
Il ddl inasprisce anche le multe: se fino ad oggi, per chi esercitava la professione di estetista senza i requisiti scattava la sanzione amministrativa dai 500 ai 2000 euro, con il ddl di Ancorrotti si prevede che salga dai 5.000 a 50.00 0euro. Ma non finisce qui, perché sarà possibile anche andare incontro alla sospensione dall’attività per un periodo non inferiore a un anno e non superiore a due. Ferma restando la possibilità di operare sul penale, se le circostanze lo prevedano. Stretta anche nei confronti di chiunque svolga trattamenti o servizi di acconciatura in assenza di uno o più requisiti, con sanzioni amministrative pecuniarie dai 3 fino ai 10 mila euro (e non più dai 250 euro fino ai 5000).
IL DIRITTO DI POLTRONA
Al fianco della stretta, anche nuove opportunità: ad esempio la possibilità di contratti di affitto di poltrona per chi ha un salone da parrucchiere. Stesse facoltà anche per i proprietari di imprese estetiche, che potranno concedere in uso, dietro pagamento di un corrispettivo, una o più cabine, subordinatamente al possesso dei requisiti professionali prescritti dalla normativa. Passa anche da qui la riforma degli esperti della bellezza.
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