Mega aereo, sì all’hub grazie alla Zes impianti in Puglia e Campania


I contatti sono già in corso, parla non a caso di «tavoli di lavoro» con la partecipazione anche del ministero delle Imprese e del Made in Italy il coordinatore della Zes unica Giosy Romano. Già, perché persino per un mega progetto come quello del Wind Runner, l’aereo cargo più grande del mondo che – come già annunciato dal Mattino – verrà costruito soprattutto tra Grottaglie in Puglia e la Campania (Leonardo e Magnaghi Aerospace), sarà quasi certamente utilizzato anche il rivoluzionario approccio della Zona economica speciale. Specie per ciò che concerne le autorizzazioni uniche, vero asso nella manica dello strumento varato dal Governo nel 2024, il primo esempio in Italia di vero e proprio taglio delle procedure burocratiche, pressoché azzerate, e di tempi record per la decisione finale sull’investimento, una media di 31 giorni. Praticamente inevitabile, insomma, l’incontro tra Wind Runner e Zes unica, ancorché le basi operative per il progetto sono già state poste da tempo. Il primo volo è previsto infatti per il 2029 e nel 2030 dovrebbe essere consegnato il primo aereo, concepito per il trasporto di beni di grandi dimensioni come le e mega pale per turbine eoliche lunghe 104 metri.

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Il Wind Runner sarà dodici volte più grande del 747 Boeing e in grado di atterrare su piste non asfaltate. Ad oggi è stata completata la parte di ingegneria preliminare e sono già stati scelti i principali fornitori, tra cui Leonardo e Magnaghi, quest’ultima azienda leader da Napoli per i carrelli aeronautici. Radia, la start up americana da cui tutto è iniziato nel 2016, prevede che il 70% dell’aereo venga assemblato nel Sud Italia (fusoliere a Grottaglie, carrelli a Napoli) e in Spagna (le ali a cura della società Aernnova): una scelta non casuale se si considera che l’Europa è il principale utente di parchi eolici terrestri e marini, con un mercato in forte espansione per accelerare la decarbonizzazione. Le partnership già acquisite da Radia anche in Francia e Germania potrebbero generare fino a 3,7 miliardi di investimenti, secondo una previsione della società. 

GLI EFFETTI

Presentato nel marzo dello scorso anno, Wind Runner dovrebbe garantire un ricasco occupazionale di almeno 2.500 nuove unità (senza contare l’indotto che potrebbe garantirne 5 volte di più) che soprattutto a Grottaglie, il sito di Leonardo Divisione Aeronautica più penalizzato per la contrazione delle commesse da part di Boeing, è molto più di un’iniezione di fiducia e di ottimismo. «Entro fine anno saremo operativi per Prime consegne nel 2030», spiega Giuseppe Giordo, il ceo di Radia per l’Italia, quasi 30 anni trascorsi in Finmeccanica (oggi Leonardo), con incarichi di assoluta responsabilità (è stato anche alla guida di Alenia Aermacchi) prima di approdare a Fincantieri come direttore generale della divisione navi militari.

Per il Mezzogiorno industriale è un’opportunità di forte impatto anche mediatico e la dimostrazione di un’affidabilità tecnologica su cui all’estero nutrono da anni pochi dubbi. «Magnaghi è un player di livello mondiale e siamo entusiasti di accoglierlo nella nostra squadra Wind Runner – ha detto il fondatore e amministratore delegato di Radia, Mark Lundstrom – Magnaghi condivide la nostra visione imprenditoriale e sarà determinante per il successo di Wind Runner». Già, Marc Lundstrom, docente al Mit di Boston: è stato lui a capire per primo che pale per turbine eoliche on-shore lunghe appunto 104 metri, circa 30 più di quelle attuali, possono catturare più vento e produrre energia elettrica a costi molto più bassi del solare e dello stesso nucleare. Ovviamente, si trattava di capire come trasportarle: Lundstrom ha ben presto escluso il trasporto su gomma perché sarebbe stato a dir poco complicato affrontare curve e gallerie, quello via mare e gli elicotteri e i dirigibili, troppo piccoli o leggeri per pale da 70 tonnellate e oltre. Di qui l’idea, persino obbligata, di super aerei cargo e la fondazione di Radia, con conseguente avvio di una raccolta fondi per sostenere le spese. L’obiettivo, ha spiegato Giordo, è di aprire un nuovo mercato. Il manager ha paragonato, “fatte le debite proporzioni” il percorso appena avviato con quello di Tesla by Elon Musk ma idee e obiettivi sono stati da subito piuttosto chiari: «Ogni anno realizzeremo cinque aerei per un totale di 120 Wind Runner che saranno poi gestiti dalla casa madre americana per effettuare le consegne delle mega pale eoliche». Si è mosso anche il Governo italiano, che attraverso il ministero guidato da Adolfo Urso, ha già firmato un Memorandum per assicurare alle varie fasi del progetto la corsia preferenziale della Zes unica, dal momento che Campania e Puglia fanno parte dell’area. La sfida è ridurre al massimo i tempi burocratici e i “tavoli di lavoro” svoltisi a Palazzo Chigi con la Struttura di missione confermano che c’è la massima disponibilità a venire incontro alle esigenze degli americani e dei loro partner europei.





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