Hacker rubano passaporti: “Nostri server al sicuro”


Migliaia di documenti d’identità e passaporti finiti in rete, in vendita nel dark web. C’è anche un listino prezzi: per acquisire dati preziosi per i tecnocriminali utili ad attuare diverse operazioni illecite on line,  ogni documento aveva un valore stabilito da un prezzario che andava dagli 800 ai 10mila euro. A finire nella rete dei pirati informatici quattro grandi alberghi italiani. Uno a Ischia, il Regina Isabella. Secondo i primi accertamenti a cura dell’Agenzia per l’Italia Digitale sono circa 30mila le scansioni ad alta risoluzione dei documenti trafugati da un gruppo di ciber-criminali dalla struttura isolana e poi apparsi nell’ultimo fine settimana nei meandri oscuri di internet alla mercé dei compratori. Cifra che però non convince il patron dell’hotel, Giancarlo Carriero il quale esprime costernazione, parlando di un buco nei server di chi ha fornito il software che permetteva la digitalizzazione automatica dei documenti d’identità. Ha inoltre affermato come la struttura non ne conservi i dati provenienti e non comprende come fosse possibile, invece, che gli stessi fossero ancora presenti nei sistemi informatici dell’azienda partner. 

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