Ridurre le liste d’attesa nella sanità pubblica appoggiandosi ai privati: è l’obiettivo dell’intesa fra Regione Friuli Venezia Giulia e 35 strutture private accreditate, che forniranno prestazioni, gratuite per i pazienti, finanziate dal Servizio sanitario regionale. L’accordo è valido per il triennio 2026-2028 e stanzia 370 milioni di euro, 123 all’anno, pari al 5,1 per cento del Fondo sanitario regionale, con possibilità di salire al 6 per cento in caso di particolari esigenze. Una quota che, sottolinea l’assessore Riccardi, resta inferiore a quella di molte altre regioni, a conferma, dice, del primato della sanità pubblica. I fondi saranno ripartiti tra le diverse aziende sanitarie secondo le proporzioni già adottate lo scorso triennio. Le prestazioni andranno dalla diagnostica avanzata come risonanze e TAC alla chirurgia ortopedica e oculistica, con priorità ad esami e ricoveri considerati urgenti. In particolare l’accordo prevede che i privati possano gestire liberamente la gran parte dei fondi pubblici loro destinati, cioè il 70% della spesa per ricoveri e il 50% del budget per le prestazioni ambulatoriali. La parte restante invece è vincolata all’esecuzione di esami e interventi che la Regione considera urgenti o prioritari.
Con questo accordo la spesa complessiva resta costante, basterà a smaltire le liste d’attesa che in molti casi superano i tempi massimi previsti? Le cliniche dovranno aderire alle agende del Cup, per garantire un accesso uniforme: le code si ridurranno o si sposteranno da una porta all’altra? L’iter prevede ora l’approvazione della Giunta regionale. Le organizzazioni più grandi: Policlinico e Sanatorio triestino, il San Giorgio a Pordenone fino alla casa di cura Città di Udine.
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