Caporalato agricolo, al via il sindacato di strada di Flai Cgil: “Sfruttamento tra i filari di prosecco, la Regione revochi i contributi alle imprese irregolari”


TREVISO. “La Regione Veneto deve prevedere la revoca immediata e retroattiva dei contributi a tutte le imprese coinvolte in caporalato e lavoro nero, a partire dal settore vitivinicolo, il più finanziato in assoluto. Una proposta che ho fatto anche nell’ultimo bilancio ma che è stata bocciata. È ora di dire basta: chi sfrutta non deve ricevere soldi pubblici. Se tocchiamo queste aziende sul portafoglio, il caporalato sparisce”. 

 

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A parlare è Andrea Zanoni, consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), che evidenzia come tra il 2010 e il 2020 la Regione abbia erogato 580 milioni di euro a fondo perduto al solo comparto vitivinicolo, continuando a erogare ogni anno tra i 20 e i 30 milioni. La segnalazione arriva a margine dell’allarme di Flai Cgil Treviso, che ha raccolto 15 denunce di lavoratori impiegati nella vendemmia e di cui molti non hanno ricevuto lo stipendio promesso. “È inaccettabile che aziende che sfruttano giovani lavoratori, spesso stranieri, ricevano milioni di euro di incentivi pubblici. Questi ragazzi – prosegue Zanoni – sono spesso costretti a lavorare in condizioni disumane sotto il sole cocente, senza diritti né tutele: è una vergogna che si consuma tra i filari del prosecco, sotto gli occhi di tutti”.

 

Con l’avvio della vendemmia 2025, Flai Cgil Treviso sarà perciò impegnata nel “sindacato di strada”. Nelle prossime settimane, infatti, partirà l’iniziativa delle brigate del lavoro: squadre di funzionari e delegati cercheranno di intercettare quanti più lavoratrici e lavoratori stagionali possibili per informarli non solo su diritti e regole, ma anche sui servizi a loro disposizione. “È un modo per portare il sindacato nei campi e nei luoghi di lavoro – spiegano Danilo Maggiore e Sebastiano Grosselle, rispettivamente segretario generale e organizzativo di Flai Cgil Treviso – e consentire un presidio sul territorio in grado di intercettare eventuali fenomeni di irregolarità e illegalità, come avvenuto nel 2024 con i casi di caporalato, sfruttamento e riduzione in schiavitù di lavoratori provenienti dall’India e impiegati irregolarmente nell’opitergino. Con le brigate del lavoro intensificheremo inoltre le forze del sindacato facendo confluire funzionari, delegati, studenti e militanti di diverse associazioni in modo da aumentare la capacità di contatto coi lavoratori e diffondere sensibilità e attenzione anche in ambiti diversi da quello agricolo e del sindacato”.

 

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A marzo, grazie all’impegno della Prefettura di Treviso e dell’Inps, si era anche insediata la sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità, che ha varato la Check list per consentire un controllo negli appalti, meccanismo in cui spesso si nascondono caporalato e sfruttamento lavorativo. “La vendemmia 2025 – proseguono Maggiore e Grosselle – sarà il banco di prova per verificarne l’utilizzo da parte delle aziende trevigiane. Si tratta infatti di uno degli elementi presi in considerazione dal sindacato di strada per comprendere l’efficacia e l’utilizzo di uno strumento costruito congiuntamente da sindacato, associazioni datoriali e istituzioni”.

 

Sarà inoltre monitorata la presenza di tutto il personale in appalto per cercare di comprendere più a fondo i meccanismi su cui si basa. “Presidio del territorio in termini di regolarità, sicurezza e legalità, studio e approfondimento delle dinamiche del lavoro in agricoltura, collaborazione con gli enti di vigilanza e controllo per denunciare e far emergere le irregolarità, sensibilizzazione e attenzione al mondo del lavoro: sono tutti elementi centrali – concludono – per difendere il lavoro nel settore e contrastare le storture”.

 

A ciò si aggiunge ora un’ulteriore proposta di Avs per contrastare il lavoro nero. “Ogni lavoratore dovrebbe indossare una pettorina con codice alfanumerico rilasciata dall’ufficio del lavoro: se manca, c’è un reato in corso. Questo sistema permetterebbe anche ai cittadini di contribuire a segnalare situazioni di sfruttamento” spiega Zanoni, che esprime solidarietà alle iniziative del sindacato di strada e delle brigate del lavoro. “Questa è la vera politica: stare dalla parte degli ultimi, dare voce a chi non ce l’ha, difendere la dignità del lavoro. Il Veneto deve scegliere – conclude – o sta con chi sfrutta, o sta con chi lavora. Noi di Avs abbiamo scelto da che parte stare”.





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