Il sogno romano di un ponte dalla Sicilia alla terraferma… diventa realtà



(Slide courtesy Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti)

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Una visione sociale e politica descritta ampiamente sui media e giornali esteri

Roma. Parlare del ponte sullo Stretto di Messina ci riporta indietro di secoli, ai tempi dell’Impero Romano, quando una tale visione è ora destinata a diventare realtà con l’approvazione, nei giorni scorsi, da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS) presieduto dalla presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni: “un ponte che collega la Sicilia alla terraferma italiana per essere unita all’Europa”, si detto.

L’idea ha più di duemila anni: nel 252 a.C. fu creato un “ponte mobile” sullo Stretto di Messina, secondo un rapporto della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, che afferma che era fatto di botti e legno e costruito per trasportare gli elefanti da guerra da Cartagine a Roma. Ne da conferma anche Plinio il Vecchio nel descrivere di ingegnose opere romane.

Così, da secoli si parla dell’idea di unire la Sicilia al continente, un sogno che continua a suscitare dibattito per la maggior parte sulla stampa estera, da quando il progetto è stato approvato.

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I media e giornali esteri concordano nell’affermare che, per collegare la Sicilia alla terraferma, sarà un’opera di grande prestigio ingegneristico e che creerà posti di lavoro e solleverà l’economia della regione, anche se i critici di turno, quelli del “no a tutto”, sono preoccupati sull’impatto ambientale e sociale. Mentre per il Governo Meloni, il ponte sullo Stretto non è solo una questione ingegneristica, ma una vera e propria sfida politica e sociale.

Il costo dell’opera è di 13,532 miliardi di euro, interamente coperto con finanziamenti pubblici già disponibili a seguito delle leggi di bilancio 2024 e 2025.

L’opera sarà il ponte a campata unica più lungo del mondo, di 3.300 metri, sostenuta da due torri di 399 metri di altezza. Ospiterà tre corsie stradali per senso di marcia, di cui una di emergenza, due corsie di servizio e due binari ferroviari con marciapiedi laterali pedonabili. I collegamenti saranno assicurati da circa 40 chilometri di raccordi viari e ferroviari (l’80% dei quali sviluppati in galleria) che collegheranno il ponte, dal lato Calabria, all’autostrada del Mediterraneo e alle stazioni ferroviarie di Villa S. Giovanni e Reggio Calabria e, dal lato Sicilia, alle autostrade Messina-Catania e Messina-Palermo nonché alla nuova stazione di Messina.

Ora, dopo l’approvazione del CIPESS, sarà avviata la progettazione esecutiva in parallelo per le tre fasi previste: collegamenti stradali e ferroviari, maggio 2026; gallerie, svincoli e le tre nuove stazioni ferroviarie, settembre 2026; opera di attraversamento – impalcato sospeso, e altre infrastrutture di supporto – marzo 2027. Il completamento dei lavori è previsto per il 2032.

Abele Carruezzo



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