ROMA – Pessime notizie dall’ultimo Consiglio dei Ministri. E’ stato infatti deciso, a proposito di Zona Economica Speciale, di escludere il Lazio mentre è stato dato disco verde a Umbria e Toscana.
La questione non è banale e andrà a penalizzare per molti versi i territori più fragili della regione come il Viterbese. La Zona Economica Speciale è uno strumento strategico per lo sviluppo economico di aree svantaggiate, prevedendo incentivi fiscali, agevolazioni per le imprese e semplificazioni amministrative.
Il fatto che il Viterbese non ne potrà usufruire mentre la vicinissima Umbria sì rischia di “invogliare” anche imprenditori del nostro territorio a trasferirsi nella vicina regione verde. Così oltre al danno di una mancata occasione di sviluppo, conseguente al riconoscimento di zona ZES, la Tuscia rischia di subire anche un’emigrazione delle proprie attività produttive a qualche decina di chilometro ma in altra provincia e regione. Nello specifico il Ternano (ma andrebbe bene anche la vicinissima Orvieto) e quindi l’Umbria.
I principali vantaggi che si determinano in un’area ZES sono legati al credito d’imposta: le imprese possono beneficiare di un credito d’imposta per gli investimenti in macchinari, impianti, terreni e immobili strumentali all’attività; riduzione delle imposte: è prevista una riduzione dell’imposta sui redditi e sui profitti societari per un determinato periodo; esenzioni o riduzioni: in alcuni casi, possono esserci esenzioni o riduzioni dei contributi previdenziali e delle tariffe doganali; semplificazioni procedurali: iter autorizzativi semplificati: Le ZES mirano a snellire le procedure per l’ottenimento di permessi e autorizzazioni per l’avvio di nuove attività; sportello unico: un punto di accesso unico per le pratiche amministrative può ridurre la burocrazia e i tempi di attesa; infrastrutture migliorate: le ZES spesso includono aree portuali, aeroportuali e nodi ferroviari che facilitano il trasporto e la logistica delle merci.
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