di Erika Noschese
In un contesto economico in continua evoluzione, FenImprese si prepara a rafforzare la sua presenza nel Mezzogiorno. Abbiamo intervistato il coordinatore nazionale, Simone Razionale, per capire come l’associazione intenda guidare le sue sedi territoriali, in particolare quelle del Sud, attraverso le sfide dei dazi internazionali, della transizione tecnologica e dell’internazionalizzazione, con l’obiettivo di tradurre la spinta positiva dell’Assemblea di Capaccio Paestum in crescita concreta e duratura.
Come FenImprese garantisce che le sedi del Sud siano supportate riguardo ai dazi dagli Stati Uniti?
«Il Coordinamento Nazionale di FenImprese ha la responsabilità di garantire che le linee guida strategiche siano recepite e attuate in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. In risposta ai dazi USA, abbiamo attivato un protocollo operativo che prevede la diffusione tempestiva di circolari esplicative, webinar tecnici e supporto personalizzato alle sedi territoriali. Questo sistema di comunicazione multilivello ci permette di raggiungere le imprese in modo capillare e coerente, evitando frammentazioni. In particolare, le sedi del Sud sono state affiancate da un team centrale di coordinamento che le supporta nella gestione delle criticità emergenti e nella definizione di piani di risposta territoriale».
In che modo capitalizzerete l’Assemblea di Capaccio Paestum per rafforzare la rete nel Mezzogiorno?
«L’Assemblea a Capaccio Paestum rappresenta una svolta anche per il nostro lavoro di coordinamento. Abbiamo previsto che dopo l’Assemblea, istituiremo uno sportello ad hoc che avrà il compito di accompagnare l’attuazione delle progettualità emerse, monitorarne i risultati e rilanciare nuove iniziative. Questa sarà la base per una pianificazione strategica triennale di FenImprese Mezzogiorno, coerente con le esigenze specifiche del territorio».
Quali iniziative state adottando per rendere l’innovazione accessibile alle PMI del Sud?
«L’innovazione deve essere democratica e accessibile. Stiamo attivando una strategia di decentralizzazione della formazione e dei servizi tecnologici, affinché ogni sede locale – anche in territori a bassa densità industriale – diventi un presidio di cultura digitale e innovazione. Questo significa: percorsi formativi in presenza e online, piattaforme condivise per la partecipazione a bandi e convenzioni con provider tecnologici».
Come supportate le imprese del Sud nelle strategie di export e internazionalizzazione?
«Il Coordinamento ha avviato un programma di rafforzamento delle competenze delle sedi locali sull’internazionalizzazione. Ogni sede sta formando un referente export che operi in sinergia con la Direzione nazionale. Inoltre, stiamo attivando un sistema di “gemellaggi operativi” tra sedi del Nord e del Sud, per trasferire know-how e creare reti collaborative. Vogliamo che le imprese del Sud possano esportare con la stessa efficacia di quelle delle aree più strutturate».
Come tradurrete i contributi dell’Assemblea in azioni concrete sul territorio?
«I delegati sono il cuore pulsante di FenImprese. Durante e dopo l’Assemblea, raccoglieremo le loro proposte attraverso strumenti digitali e forum partecipativi. Tutti i contributi saranno analizzati e integrati in un Documento Programmatico Nazionale, che diventerà la base della nostra attività nei prossimi 12 mesi. I canali di follow-up saranno sia digitali (piattaforme online, newsletter, videoconferenze), sia in presenza, attraverso incontri regionali itineranti. Il Coordinamento Nazionale si impegna a garantire continuità, trasparenza e concretezza nell’attuazione di quanto emerso a Paestum».
Quali sono le strategie per la crescita della rete associativa nel Sud Italia?
«Il nostro obiettivo è ambizioso ma necessario: raddoppiare la presenza associativa di FenImprese nel Sud entro i prossimi due anni. Lo faremo attraverso campagne di sensibilizzazione, convenzioni agevolate per le nuove adesioni e l’attivazione di presidi anche nei piccoli centri. Coinvolgeremo i giovani imprenditori, i NEET, le imprese femminili e le startup innovative. L’onda lunga di Capaccio Paestum dovrà trasformarsi in una spinta concreta alla crescita della nostra rete. Ogni nuova sede sarà un nodo attivo di sviluppo, ascolto e rappresentanza. Il Sud ha tutte le carte in regola per diventare protagonista del futuro economico italiano. Tocca a noi costruire le condizioni per renderlo possibile».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link