Imprese culturali e creative – Doppia qualifica ETS–ICC: una leva strategica per cultura, impresa e Terzo Settore


Con la pubblicazione del decreto direttoriale del 10 luglio 2025 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio, si completa il quadro attuativo per il riconoscimento delle Imprese Culturali e Creative (ICC), istituito dall’art. 25 della Legge 206/2023 sul Made in Italy. Una misura che potrebbe coinvolgere oltre 300.000 realtà, tra imprese, associazioni, fondazioni, imprese sociali ed enti del Terzo Settore, attive nel vasto ecosistema culturale italiano.

Natura funzionale e apertura a molteplici soggetti

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Uno degli elementi più innovativi dell’intero impianto normativo è il superamento della rigida distinzione giuridica dei soggetti: possono acquisire la qualifica di ICC: società, enti del Terzo Settore (ETS), imprese sociali, start-up, lavoratori autonomi, purché esercitino in forma esclusiva o prevalente un’attività culturale o creativa in forma di impresa.

Questa definizione ha carattere funzionale, non formale: è l’attività concretamente svolta – e non la veste giuridica – a determinare l’accesso alla qualifica.

Quali attività rientrano



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