TRIESTE – Lo Statuto speciale per Venezia potrebbe essere un ottimo spunto per consentire una crescita dell’economia portuale veneziana, dell’indotto che crea, ma anche per tutto il mondo dell’impresa.
Questo il pensiero di Davide Calderan, in rappresentanza di Venice port community, della quale è presidente, il consorzio che riunisce i maggioro operatori portuali.
La discussione che si è scatenata negli ultimi giorni, ha visto anche un intervento del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha rilanciato la proposta di uno statuto speciale per Venezia, sulla scia di quanto sta avvenendo con il ddl costituzionale per Roma Capitale. «Venezia non è ordinaria. È tempo di riconoscerlo e agire di conseguenza. Quando parlo di “Città-Stato”, non sto rilanciando un’idea da libro di storia o una provocazione politica. Penso a una soluzione concreta, urgente, necessaria. Venezia ha bisogno di poteri speciali per sopravvivere e crescere» ha detto Zaia.
Calderan ha sottolineato come questa sia una opportunità che la laguna non si deve lasciar scappare: «La politica si sta assestando lungo un assist bipartisan per consentire a Venezia di raggiungere quel grado di autonomia che renderebbe benefici diretti sia alla città, che a tutto il territorio che gravita attorno. Compreso il porto. Sta anche a noi imprenditori, linfa economica per la vitalità di Venezia, dire la nostra, schierandoci apertamente dalla parte dell’autonomia».
Ben venga la Legge Speciale, secondo VPC, così come i finanziamenti dallo Stato centrale, necessari alla salvaguardia della città, “però è anche vero che sono passati 50 anni da quel 1973 e le cose si devono forzatamente aggiustare ai tempi che corrono. Serve quindi un riconoscimento speciale come probabilmente avverrà per Roma” si legge in una nota.
Il dibattito innescato, quindi, fa sì che anche VPC si dica disponibile a schierarsi a favore della proposta: «Se serve un fronte unito, noi ci siamo e siamo in prima linea per chiedere che Venezia sia riconosciuta una realtà speciale. Del resto, è evidente che il territorio sia un unicum a livello mondiale. Siamo una città che vive in simbiosi con l’acqua, che fa da tramite alla terraferma dai tempi della Serenissima. È evidente – ha aggiunto Calderan – che ci siano necessità speciali, che vanno sostenute. Anche perché, come spesso abbiamo affermato, l’economia portuale è l’unica in grado di presentarsi come un’alternativa credibile alla fagocitante economia del turismo. E questo produce benefici a Venezia, alla provincia, alla Regione, ma anche a tutto il Paese».
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