Si profila un cambio di proprietà per la Snaidero di Majano. La quota di controllo dell’azienda friulana produttrice di cucine passerà dalle mani del gruppo Dea Capital a quelle di Green Arrow Capital, uno dei principali operatori indipendenti nel panorama degli investimenti alternativi e sostenibili in Italia e a livello europeo, con oltre 2 miliardi di euro di raccolta storica. Il fondo ha annunciato ieri d’aver sottoscritto un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% di DeA Capital Alternative Funds SGR (Gruppo De Agostini) che gestisce diversi fondi in private equity e special situations tra i quali si conta anche IDeA Corporate Credit Recovery II, il fondo che nel 2018, nell’ambito dell’accordo ex art 182 bis ha rilevato la maggioranza di Snaidero.
Se l’operazione andrà in porto – necessita ora del nullaosta di Banca d’Italia e delle autorità competenti – IDeA Ccr II passerà dunque a Green Arrow Capital con il suo pacchetto di partecipazioni. Compresa quella in Snaidero, che a distanza di 7 anni dall’ingresso del fondo vive ancora una situazione non semplice. Conti – e operazioni straordinarie – alla mano.
A seguito del rallentamento del mercato domestico, alla fine dell’anno scorso la società è stata infatti costretta a rielaborare il piano industriale, allungando la curva di crescita nel periodo 2024-2029, una revisione che ha richiesto l’intervento finanziario dei soci con un aumento di capitale da 9 milioni. A DeA Capital Alternative Funds Sgr, che ha reinvestito per 3 milioni di euro, si sono affiancate, con quote di pari entità, Invitalia e Friulia.
Contestualmente, Snaidero ha sottoscritto con Illimity Bank, in qualità di banca finanziatrice, un finanziamento da 3 milioni di euro finalizzato a finanziare investimenti, capitale circolante, costi del personale e costi dei canoni di locazione. Con lo stesso istituto, la società friulana ha sottoscritto anche un accordo modificativo del contratto stipulato a gennaio 2023 con garanzia Sace, prevedendo una moratoria del rimborso delle quote capitali previste in pagamento originariamente nel 2025 e riposizionate a fine 2027.
L’istituto ha inoltre accordato waiver sui covenant, ovvero una rinuncia formale a far valere clausole contrattuali legate a specifici parametri economico-finanziari, che la società non sarebbe riuscita a rispettare. Il waiver riguarda le scadenze del 31 dicembre 2024, 30 giugno 2025 e 31 dicembre 2025 e consente a Snaidero di non incorrere in sanzioni o richieste di rimborso anticipato del debito.
Bilancio 2024 alla mano, l’indebitamento finanziario netto della società ammontava a 27,7 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 34,4 milioni dell’anno precedente, ma comunque consistente considerati i ricavi che l’anno scorso si sono fermati a quota 49,2 milioni contro i 52 milioni del 2023. L’azienda non è riuscita a produrre marginalità. Se è vero che alla lieve contrazione dei ricavi si è accompagnato un altrettanto lieve miglioramento del risultato operativo, quest’ultimo è però rimasto negativo per 3,9 milioni. L’esercizio ha chiuso con una perdita di 6,8 milioni, anche in questo caso meglio dell’anno precedente, quando il rosso aveva sfiorato i 10 milioni.
In questo contesto, il quadro di mercato resta difficile. In generale, l’azienda paga, come la gran parte delle imprese del settore, il naturale rallentamento seguito al rimbalzo post Covid nonché le complessità di uno scacchiere geopolitico che resta ingarbugliato.
«Per il mercato retail non è un momento facile» commenta l’amministratore delegato di Snaidero, Alessandro Trivillin, che preferisce guardare al futuro anziché agli ultimi risultati, evidenziando come l’aumento di capitale effettuato lo scorso dicembre confermi la fiducia dei soci e garantisca il percorso di rilancio della società con l’obiettivo di «raggiungere la solidità per il 2029».
Quanto alla congiuntura, «se ci mettiamo l’incertezza dei dazi sul mercato Usa, la forte crisi immobiliare che è ancora in atto in Cina e la guerra russo-ucraina, ci rendiamo conto che dobbiamo fare i conti con mercati di primo piano che sono in forte sofferenza», aggiunge il manager.
Se il fronte retail soffre, una boccata d’ossigeno potrebbe venire da contract. «Stiamo facendo molte quotazioni in questo periodo», fa sapere Trivillin. Trattative che se andassero in porto potrebbero restituire a Majano volumi in produzione che oggi scarseggiano. Tanto che la scorsa settimana l’azienda ha avanzato una nuova richiesta di cassa integrazione ordinaria per nove settimane da settembre, dopo il periodo di chiusura per ferie. Nulla di straordinario a sentire ancora l’ad che definisce il ricorso all’ammortizzatore sociale come «abbastanza normale in questo momento».
Un momento, va detto, che dura però da mesi e che alimenta non pochi timori nei poco più di 250 dipendenti rimasti al lavoro a Majano, che da mesi lavorano a singhiozzo.
«La preoccupazione per il futuro c’è – conferma Massimo Minen, segretario di Feneal Uil Fvg – perché da tempo sono calati i volumi della produzione. La situazione è difficile e non si vedono soluzioni. Andando avanti così rischiamo che vengano dichiarati nuovi esuberi. Per invertire la rotta quello che serve sono investimenti sulla produzione, risorse che consentano a Snaidero un vero rilancio, perché quelle iniettate fin qui dal fondo sono servite solo a garantirne la continuità. Chiediamo dunque il massimo sforzo per il futuro di questa storica azienda e dei suoi lavoratori che dopo sette anni (quelli passati dall’ingresso in azienda del gruppo De Agostini) si trovano sempre nella stessa situazione».
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