I CPIA possono erogare i percorsi di secondo livello di istruzione tecnica, ma solo se aderiscono alla filiera


Martedì 5 agosto 2025, si è svolto online l’incontro per l’informativa relativa all’Avviso concernente l’attivazione diretta da parte dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) dei percorsi sperimentali di istruzione tecnica e Potenziamento della Fruizione a Distanza a decorrere dall’anno scolastico 2026/2027.

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Il provvedimento prevede l’attivazione di percorsi di II livello erogati direttamente dai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, possibilità lungamente attesa da queste istituzioni e che rappresenta una svolta per la predisposizione della loro offerta formativa. Tale attivazione, da attuare ai sensi del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, può avvenire solo a condizione che il CPIA

  • abbia già aderito agli accordi di rete per la costituzione di una filiera formativa tecnologico professionale oppure che aderiscano entro il termine di presentazione della candidatura
  • si impegni a svolgere, a partire dall’anno scolastico 2026/27 i percorsi, sia di I livello, che di II livello attraverso l’erogazione di una parte dei percorsi medesimi in FAD potenziata.

La delegazione della FLC CGIL ha puntualizzato, pur considerando importante la possibilità offerta ai CPIA, di istituire direttamente percorsi sperimentali di istruzione tecnica ma nel corso dell’incontro ha evidenziato alcuni passaggi dell’avviso che denotano la visione strumentale del provvedimento.

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  • L’avviso richiama il DM 269 del 31/12/24, ovvero i “percorsi di secondo livello di istruzione tecnica” che però non coincidono con quelli istituiti dalla Filiera tecnologico professionale; eppure, per la partecipazione si impone, come una condizione imprescindibile, il criterio di aver già aderito o impegnarsi ad aderire a un accordo di rete per la costituzione di una filiera.
  • Evidentemente la proposta progettuale dovrà prevedere tutte le caratteristiche che curvano l’offerta formativa del sistema di istruzione al mondo delle imprese private: il raccordo con gli istituti tecnici e professionali e con i soggetti di IeFP che erogano percorsi di filiera, la progettazione con le aziende del territorio e la presenza di esperti esterni, anche mediante la stipula di contratti di prestazione d’opera e la promozione della stipula di contratti di apprendistato.
  • Il preambolo dell’avviso cita tra l’altro il DM 215 del 25 ottobre 2024 e qui la questione riguarda la conformità dell’uso delle risorse del PNRR inizialmente destinate esclusivamente alle riforme dell’istruzione tecnica e professionale e successivamente estese con il DM 215/2024 anche a sostegno della filiera, riforma che non rientra tra quelle che erano state concordate con l’Unità di Missione del PNRR.
  • L’avviso considera come requisito di ammissione al bando il potenziamento della Fruizione a Distanza, anche se, come noto, questa modalità allontana chi apprende da un importante aspetto della relazione educativa. Si prevede l’impegno a erogare i percorsi in modalità FAD potenziata con il rischio di mettere questo modello in forte competizione con i percorsi ordinari di istruzione tecnica visto che possono arrivare a coprire uno specifico insegnamento fino al 70% con la FAD (in caso di 0% di riconoscimento dei crediti). A questo proposito, è opportuna una importante valutazione relativa ai soggetti a cui sono rivolti i percorsi formativi dei CPIA. Infatti, considerati i riferimenti fondamentalmente legati a criteri anagrafici, si corre il rischio che studentesse e studenti incappati nella ripetenza, possano essere assorbiti in un canale pensato per gli adulti e per tempi e modi di apprendimenti a loro dedicati.
  • Estrema confusione si determina con il contemporaneo avvio della riforma degli istituti tecnici nell’anno scolastico 2026/27 poiché bisogna realizzare la progettazione del percorso ordinamentale di II livello articolato nei tre periodi didattici corrispondenti rispettivamente al I biennio, al II biennio e al V anno.
  • Significative le perplessità sul versante degli organici, ampiamente rappresentate dai diversi sindacati, sia per gli intrecci ordinamentali, sia per le conseguenze prodotte dalla Fruizione a Distanza.

La FLC CGIL ha ribadito contrarietà per la formula perentoria dell’avviso: se si intende aderire all’attivazione di percorsi di II livello erogati direttamente dai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, bisogna aderire al modello scolastico di filiera. Nei fatti il provvedimento non realizza un intervento migliorativo per la predisposizione della funzione e dell’offerta formativa dei CPIA, ma è finalizzato a sponsorizzare la presenza degli accordi di rete, i “campus”, legati all’introduzione della Filiera Tecnologico professionale istituiti con la legge 8 agosto 2024, n. 121.

L’Amministrazione ha ascoltato le osservazioni, ma ha ribadito che non ci saranno risorse aggiuntive dedicate, che il contesto di filiera è quello più favorevole per l’attivazione di percorsi di II livello erogati direttamente dai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti soprattutto perché i CPIA potranno appoggiarsi alle infrastrutture laboratoriali a disposizione delle filiere presenti sul territorio. Infine, ha rivendicato l’utilizzo della FAD come metodologia anche per le attività del I livello. Infine, sono state ammesse alcune difficoltà e contraddizioni, ma è stata ribadita la priorità strategica della filiera per cui vale la pena di avviare il percorso.

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La FLC CGIL inoltrerà entro il termine del 21 agosto prossimo le proprie osservazioni, evidenziando le forti contraddizioni e criticità di un provvedimento che, diversamente orientato e condiviso, avrebbe potuto rappresentare un passo in avanti per la definizione del profilo formativo dei CPIA.





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