Dopo l’accordo Usa-Ue sui dazi, Trump rilancia. Quale scenario per le imprese italiane


L’intesa fissa un tetto al 15% sulle tariffe per le esportazioni europee negli Stati Uniti, ma il presidente Usa minaccia un aggravio delle tariffe se Bruxelles non rispetterà gli impegni sugli investimenti

L’accordo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti rappresenta un primo importante passo verso la stabilizzazione delle relazioni transatlantiche, evitando l’escalation di una guerra commerciale, anche se molti aspetti restano nell’ombra. È quanto emerge da un report di Boston Consulting Group, anche se la realtà corre veloce, con il Presidente Usa Donald Trump che ha da poco minacciato di aumentare fino al 35% i dazi sui prodotti europei qualora l’Ue non dovesse rispettare la promessa di investimenti negli Stati Uniti.

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Le nuove tariffe e gli impatti settoriali

Secondo gli analisti, il nuovo equilibrio tariffario – con un’aliquota media effettiva passata dall’1,4% di fine 2024 a circa il 16% – rappresenta una svolta significativa, soprattutto per settori chiave come automotive, aerospazio, chimica, elettronica e farmaceutico. Per l’Italia, l’aumento medio è ancora più marcato, con dazi che impattano soprattutto metalli, fashion & lusso e macchinari meccanici.

Le sfide per le imprese europee

La presenza di un limite massimo del 15% agli aumenti tariffari offre una base di certezza rispetto all’instabilità registrata nei primi mesi del 2025, ma permangono zone d’ombra circa l’applicazione operativa di queste tariffe e possibili accumuli con altre imposte. I settori più vulnerabili sono quelli a più basso valore aggiunto, mentre il made in Italy premium potrebbe reggere meglio gli aumenti di costo.

Un’intesa politica e industriale ancora in divenire

Gli esperti di Bcg evidenziano che l’accordo indica una strategia commerciale più proattiva da parte europea, ma alcuni aspetti come la reale applicazione dei 600 miliardi di dollari di investimenti europei negli Usa sono ancora in sospeso. Soprattutto, da Washington arrivano avvertimenti concreti: Trump ha ribadito che, in assenza del rispetto degli impegni di investimento (600 miliardi di dollari) da parte dell’Ue, i dazi verranno alzati fino al 35% e per farmaceutici fino al 250%. Inoltre, ha annunciato imminenti nuovi dazi su semiconduttori e chip, evidenziando la volontà di promuovere la produzione interna statunitense. Queste dichiarazioni rendono ancora più urgente per le imprese europee la necessità di monitorare gli sviluppi e calibrarne le strategie commerciali.

Un momento cruciale per le relazioni transatlantiche

Tirando le fila dell’analisi, la recente intesa rappresenta un significativo passo avanti, ma non un punto d’arrivo definitivo. L’economia europea deve prepararsi a un contesto commerciale in rapida evoluzione, investendo in capacità di gestione dei costi e monitoraggio strategico. La cooperazione industriale tra Ue e Usa potrà diventare un volano di innovazione solo se affiancata da un impegno concreto su investimenti e comportamenti commerciali stabili, in un clima di reciproca fiducia ancora da consolidare.

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