Cala il Pil pro capite dei trentini, i sindacati: «Grave campanello d’allarme, puntare su innovazione e welfare» – Economia

TRENTO. L’economia del Trentino rallenta e i sindacati rilanciano i contenuti del patto sui salari. “Serve selettività dei sostegni pubblici, politiche industriali innovative e un welfare per il lavoro più forte. La Giunta sia coerente e attui subito il patto firmato pochi giorni fa” dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher commentando i dati Ispat. Lunedì l’Istituto di Statistica della provincia di Trento ha comunicato un dato provvisorio riferito al tasso di crescita del Pil reale pro capite per il 2023 “cresciuto dello 0,2% mentre la popolazione è aumentata dello 0,4%. Poiché l’aumento della popolazione è stato proporzionalmente più elevato, il rapporto mostra una flessione del Pil pro capite dello 0,2%“.

Giovedì 7 agosto sarà diffusa la stima anticipata del Pil 2024 e quella aggiornata per il 2023. “Che la crescita del Pil pro capite sia di poco inferiore a zero o positiva per qualche decimale poco conta – commentano i sindacati – La questione che i dati Ispat sollevano è il forte rallentamento della crescita economica che per il 2023 è in senso assoluto la metà di quella prevista ed è inferiore alle altre regioni del nord”.

“I dati sono un grave campanello d’allarme che non va sottovalutato” aggiungono ricordando che il Pil pro capite del Tirolo “è cresciuto di quasi il 21% tra il 2019 e il 2023 contro il 5% del Trentino; lo stesso vale per il Voralberg; il Salisburgo è cresciuto di quasi il 28%, la Baviera del 22% e i paesi dell’area euro in media sono cresciuti del 24 per cento”. I sindacati chiedono “una reale selettività degli aiuti alle imprese abbandonando gli sgravi a pioggia, il sostegno all’industria e al terziario avanzato, investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese” perché “un turismo con il vento in poppa non sostiene da solo il pil del Trentino”.