Prodotti vietati in un salone per parrucchieri, appello contro abusivismo e concorrenza sleale


«Siamo dalla parte delle forze dell’ordine che hanno scoperto l’utilizzo di prodotti nocivi in un salone di parrucchiere a Treviso. È un attacco alla salute dei cittadini, all’economia legale e alla dignità del lavoro artigiano, attraverso la concorrenza sleale». È netta la condanna di Giannantonio Papa, presidente del gruppo benessere di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. «In un settore come quello dell’acconciatura», fa eco la presidente veneta Beatrice Daniele, «che si fonda sulla fiducia, sulla competenza e sull’attenzione alla salute del cliente, è essenziale non abbassare mai la guardia. L’episodio del sequestro di prodotti non a norma in un salone ci ricorda quanto sia cruciale scegliere fornitori seri, qualificati e trasparenti».
Le norme europee sono chiare e vincolanti, oltre che costantemente aggiornate. Dal 1° settembre 2025 il Regolamento (UE) 2024/197, ha introdotto il divieto di utilizzo di due sostanze usate, l’ossido di trimetilbenzoil difenilfosfina e la Dimethyltolylamine, presenti in alcuni fotoiniziatori e condizionanti per unghie.

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L’episodio di Treviso ha anche riacceso il tema dell’abusivismo nella categoria, particolarmente “caldo” proprio nel periodo estivo. «L’abusivismo nella nostra categoria», spiega il presidente Giannantonio Papa, «raggiunge tassi nazionali del 27,6%, quasi il doppio della media complessiva che si attesta al 14,4%. Una concorrenza ancor più sleale se si pensa che i saloni di bellezza nella Marca Trevigiana stanno affrontando l’escalation dei costi energetici, con aumenti tra il 20% e il 27%. Un salone medio potrebbe subire un aumento tra duemila e cinquemila euro all’anno, variabile in base all’energia consumata».

In provincia di Treviso il settore del benessere, nella quasi totalità artigiano, comprende 2.386 imprese, delle quali 1.308 sono acconciatori e 829 estetiste. Nel complesso le imprese sono aumentate dello 0,5% nel 2024, con una punta del più 3,1% per le estetiste, ma una contrazione dello 0,6% degli acconciatori.

«Da sempre, il nostro messaggio agli associati è chiaro», rilancia la presidente veneta Beatrice Daniele. «Competenze, professionalità, cura del cliente e scelta accurata dei fornitori devono essere i mantra quotidiani per chi opera in questo comparto. Non sono semplici parole, ma valori concreti che garantiscono sicurezza, reputazione e continuità del lavoro. Siamo accanto ai nostri artigiani nel percorso di crescita e formazione, anche aiutandoli a orientarsi nel mercato dei prodotti e dei servizi. Un prodotto non conforme non è solo un rischio per il cliente, ma anche per l’artigiano stesso, che mette in gioco la propria immagine e la propria attività».

«Le aziende che operano nella legalità devono essere tutelate», conclude il presidente Giannantonio Papa. «Noi imprenditori artigiani ci sottoponiamo a continui aggiornamenti, frequentiamo corsi per noi e per i nostri dipendenti, lavoriamo con prodotti e attrezzature certificate. Non solo è importante evitare di rivolgersi a operatori abusivi, ma è necessario anche segnalare situazioni sospette alle autorità. L’illegalità danneggia tutti: i professionisti, il fisco, l’economia e, soprattutto, la salute dei cittadini».

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