Il 23 luglio scorso, la Casa Bianca ha pubblicato un documento intitolato: “Winning the Race – AMERICA’S AI ACTION PLAN “, nel quale si delinea la svolta strategica voluta dall’amministrazione Trump nel campo dell’intelligenza artificiale, per il quale l’IA deve diventare un perno centrale dell’economia, della sicurezza nazionale, dell’efficientamento e del progresso tecnologico. In questo articolo si descrive cosa contiene nel dettaglio l’AI Action Plan e quali potrebbero essere i suoi impatti sugli Stati Uniti.
Accelerare l’Innovazione nell’IA
La prima parte del piano si concentra sullo sblocco dell’innovazione nell’intelligenza artificiale (IA) mediante la rimozione di ostacoli normativi e la promozione di uno sviluppo aperto e orientato al mercato. Il piano parte con l’abrogazione dell’Executive Order 14110 dell’era Biden, sostituito dall’Executive Order 14179 che punta ad accelerare le capacità dell’IA. L’Office of Management and Budget (OMB) revocherà regolamentazioni che ostacolano l’implementazione e taglierà i fondi federali agli Stati che impongono leggi restrittive sull’IA.
Il piano prevede il rafforzamento della National AI Research Resource (NAIRR), l’espansione dell’accesso al calcolo tramite mercati e meccanismi di condivisione, e il rilascio di un nuovo Piano Strategico Nazionale per la R&S in IA. Sono prioritarie l’interpretabilità, la robustezza e la qualità dei dataset, oltre a programmi specifici in scienze abilitanti, specialmente in biomedicina, energia e materiali.
Per l’adozione settoriale, le agenzie federali istituiranno Centri di Eccellenza per l’IA e useranno “regulatory sandboxes” per sperimentare strumenti IA in settori cruciali come sanità, difesa ed educazione, in coordinamento con gli enti regolatori di settore.
Per preparare i lavoratori, il piano evidenzia gli Executive Order 14277 e 14278: il primo promuove l’alfabetizzazione all’intelligenza artificiale tra gli studenti delle scuole primarie e secondarie attraverso un gruppo di lavoro federale, partenariati pubblico-privato e una sfida nazionale sull’IA. Il secondo invece punta a espandere i programmi di apprendistato nei mestieri specializzati — in particolare per i lavori legati alle infrastrutture dell’IA — semplificando i programmi federali e fissando l’obiettivo di oltre un milione di nuovi apprendistati.
Il supporto federale sarà indirizzato al manifatturiero di nuova generazione tramite programmi CHIPS per la R&S, SBIR/STTR, e il Defense Production Act Title III, puntando specificamente su hardware IA, robotica e automazione, con una forte enfasi sul re–shoring delle tecnologie IA critiche e sull’abilitazione di un boom economico diffuso grazie all’IA.
Costruire l’Infrastruttura Americana per l’IA
Il secondo pilastro sottolinea che l’intelligenza artificiale richiede infrastrutture su larga scala, paragonabili a quelle della rivoluzione industriale. Il piano prevede la riforma del NEPA, la semplificazione del Clean Water Act, del Clean Air Act e dell’Endangered Species Act, utilizzando il FAST-41 per accelerare i permessi relativi a data center, semiconduttori ed energia. Sarà ampliato PermitAI, uno strumento di autorizzazione basato sull’intelligenza artificiale del Dipartimento dell’Energia (DOE), progettato per accelerare e semplificare il processo federale di valutazione ambientale e autorizzazione per i progetti infrastrutturali energetici critici.
Per il settore energetico, il piano indica interventi per espandere la rete elettrica degli Stati Uniti, in modo da soddisfare la crescente domanda. Promuove la prevenzione di chiusure premature di impianti, l’adozione di tecnologie energetiche avanzate come la fissione nucleare, la fusione e l’energia geotermica, e la modernizzazione della trasmissione elettrica. Il DOE emetterà una Strategia Energetica per l’IA che affronta la localizzazione e la sicurezza energetica dei carichi di lavoro.
In ambito semiconduttori, il Dipartimento del Commercio (DOC) ristrutturerà il CHIPS Program Office eliminando requisiti “superflui” e semplificando i finanziamenti. Verranno inoltre integrati strumenti IA nelle pipeline di produzione dei chip per migliorarne la resa e ridurre la complessità.
Il governo federale costruirà data center ad alta sicurezza e classificati per il Dipartimento della Difesa (DoD) e la Comunità di Intelligence, supportati da standard tecnici di NIST e CAISI (Center for AI Standards and Innovation), al fine di garantire la gestione sicura di modelli IA avanzati a uso militare.
Lo sviluppo della forza lavoro resta centrale. DOC e DOL definiranno nuovi framework di competenze, promuoveranno formazione guidata dall’industria ed espanderanno gli apprendistati registrati. Il DOE fornirà formazione pratica presso i laboratori nazionali a studenti universitari e di college comunitari.
Nel settore della cybersecurity, il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) istituirà un AI Information Sharing and Analysis Center (ISAC) e pubblicherà linee guida per le minacce che coinvolgono infrastrutture cyber-fisiche. Il National Cyber Director assicurerà che le minacce IA siano integrate nei manuali federali di risposta agli incidenti.
Leadership nella Diplomazia e Sicurezza Internazionale dell’IA
Infine l’ultimo elemento mira a contrastare i modelli autoritari, specialmente quelli promossi dalla Cina, affermando la leadership degli Stati Uniti nella diplomazia, governance ed esportazione della tecnologia IA. Gli USA esportano tecnologia IA completa (hardware, modelli, applicazioni) attraverso una nuova iniziativa chiamata U.S. AI Global Infrastructure Initiative, utilizzando Export-Import Bank, DFC e Dipartimento di Stato per finanziare le implementazioni presso Paesi partner.
Il Dipartimento di Stato (DOS) respingerà iniziative globali volte ad imporre codici di condotta sull’IA vaghi, che potrebbero incorporare valori autoritari. Al contrario, promuoverà standard allineati con quelli americani presso OECD, G7, ONU e altri forum tecnici multilaterali.
Il piano prevede il rafforzamento dei controlli sulle esportazioni IA: il DOC monitorerà l’uso geografico dei chip, estenderà le restrizioni agli strumenti upstream e ai componenti semiconduttori, e imporrà un rigoroso controllo sugli usi finali. Per prevenire il rimpiazzo da parte di alleati (backfill), gli Stati Uniti impiegheranno dazi secondari, la Foreign Direct Product Rule e accordi plurilaterali sulle esportazioni.
Le valutazioni di sicurezza nazionale sui rischi legati all’IA saranno approfondite. Agenzie come NIST, DOE, DOD e CAISI valuteranno modelli sia nazionali che esteri alla ricerca di backdoor, problemi di allineamento e robustezza contro attacchi. Verranno realizzate infrastrutture classificate per la valutazione dei modelli impiegati in ambito militare e di intelligence.
Impatti
Pressione su energia e capacità della rete
Una delle conseguenze più immediate e tangibili del Piano d’Azione per l’IA è l’impatto previsto sui sistemi energetici, specialmente a livello statale. Il piano prevede l’accelerazione della costruzione di data center e impianti per la produzione di semiconduttori, oltre a un aumento significativo della rete elettrica nazionale per soddisfare la domanda energetica legata all’IA. Tuttavia, evidenze reali indicano che tale sviluppo potrebbe mettere sotto forte pressione le infrastrutture esistenti. Un caso di studio dalla Virginia, uno dei principali hub per data center negli Stati Uniti, stima che l’espansione dell’IA potrebbe quasi raddoppiare la domanda di energia dello Stato nel prossimo decennio. Senza interventi adeguati, questo aumento potrebbe causare un incremento del 50% nelle bollette elettriche per i consumatori residenziali. Queste dinamiche, unite al richiamo di altri enti autorevoli sulla crescita della domanda energetica come conseguenza dello sviluppo dell’IA, sollevano dubbi sul fatto che l’approccio “Build, Baby, Build” del piano tenga sufficientemente conto degli effetti a valle sull’accessibilità energetica e sulla prontezza regolatoria a livello locale. L’enfasi federale sullo sviluppo rapido manca di specificità su come si coordinerà con le utilities locali e le normative ambientali, rischiando di far gravare il costo dei progressi dell’IA in modo sproporzionato sugli utenti delle aree a forte crescita.
Capacità istituzionale e lacune regolatorie
La natura deregolamentante del Piano d’Azione rappresenta un cambiamento significativo rispetto all’enfasi sull’oversight, gestione dei rischi e coordinamento interagenzia della precedente amministrazione. Il piano di Trump infatti smantella molti dei quadri normativi costruiti durante l’era Biden, privilegiando una strategia fondata sulla dinamicità del mercato e sulla velocità di implementazione. Questo approccio può ridurre le barriere all’innovazione privata, ma apre importanti interrogativi sulla preparazione delle agenzie federali a svolgere i compiti loro assegnati, come la valutazione dei rischi di sicurezza nazionale degli modelli IA, la gestione del controllo alle esportazioni e la diplomazia globale. Alcuni esperti sottolineano che la capacità istituzionale non è solo una questione burocratica, ma essenziale per garantire che i modelli Usa siano implementati in modo sicuro, valutati rigorosamente e governati efficacemente. Senza adeguati finanziamenti, personale e infrastrutture, queste agenzie rischiano di diventare strozzature invece che facilitatori del successo del piano.
Punti ciechi nel benchmarking della politica estera
Una lacuna critica del Piano riguarda l’assenza di benchmark specifici per ambiti come la politica estera. Il piano delinea strategie per l’analisi scientifica e commerciale dei modelli IA ma non affronta come i grandi modelli linguistici si comportino in scenari geopolitici o militari ad alto rischio. Gli attuali framework di benchmarking degli Stati Uniti ignorano in gran parte il comportamento dei sistemi IA sotto stress in situazioni di crisi diplomatica, escalation o decisioni di sicurezza nazionale. Lo studio “CFPD Benchmark” guidato da CSIS mostra che certi modelli — come Gemini e Llama-3 — sono significativamente più inclini a raccomandare azioni di escalation rispetto a sistemi più equilibrati come GPT-4o o Claude 3.5. Esportare tali modelli senza test robusti e adattamento contestuale potrebbe generare rischi diplomatici, soprattutto in Paesi partner dove l’IA americana potrebbe involontariamente essere interpretata come aggressiva o destabilizzante. Questa mancanza potrebbe compromettere le alleanze che gli Stati Uniti cercano di rafforzare tramite la diplomazia delle esportazioni IA.
Governance globale e coesione alleata
L’enfasi del Piano sull’export unilaterale — definito da alcuni osservatori come la dottrina “buy American, trust American” — ha sollevato preoccupazioni in ambito di politica estera, dove si teme possa indebolire la cooperazione multilaterale. Il Geotech Center dell’Atlantic Council rileva che, sebbene gli Usa abbiano ragione a sfidare l’influenza cinese negli organismi internazionali di standardizzazione, la loro strategia attuale rischia di alienare alleati tradizionali che preferiscono un approccio basato sul consenso per la governance dell’IA. Invece di lavorare per norme globali condivise, il piano mira a imporre standard e tecnologie americane come benchmark de facto a livello mondiale. Le istituzioni europee, ad esempio, seguono un’altra strada con la strategia “AI Continent”, che unisce chiarezza regolatoria, investimenti pubblici in infrastrutture dati, framework di fiducia e coordinamento transfrontaliero. La divergenza tra modelli USA ed UE riflette tensioni transatlantiche profonde su etica IA, privacy e strategia industriale. Senza un meccanismo credibile di allineamento sulle misure di protezione e governance, gli Stati Uniti rischiano di ritrovarsi con alleanze AI limitate e difficoltà di conformità.
Opportunità economiche e industriali
Nonostante le sfide di governance, il Piano offre enormi opportunità per l’industria domestica, in particolare nei semiconduttori, software e sviluppo infrastrutturale. Il Council on Foreign Relations (CFR) sottolinea come le oltre 90 azioni previste puntino alla crescita delle esportazioni, all’espansione industriale e alla formazione della forza lavoro. Aziende come NVIDIA, AMD e Microsoft potrebbero beneficiare notevolmente degli investimenti federali in infrastrutture IA e programmi di appalti governativi. Anche piccole e medie imprese manifatturiere potrebbero trarre vantaggio da ampliamenti della R&S e iniziative di localizzazione delle catene di fornitura, soprattutto grazie agli incentivi del CHIPS Act e ai fondi del Defense Production Act. Se attuate efficacemente, queste misure potrebbero rivitalizzare la base industriale americana e generare posti di lavoro ben retribuiti in ingegneria, costruzione e sviluppo software. Tuttavia, vi è il rischio che i benefici potrebbero distribuirsi in modo diseguale, con grandi aziende che catturano la maggior parte dei contratti governativi mentre realtà più piccole faticano a competere in un mercato aperto ma supportato in modo non uniforme.
Per concludere l’AI Action Plan rappresenta una svolta ambiziosa per proiettare gli Stati Uniti al vertice dell’innovazione globale, puntando su deregolamentazione, infrastrutture e leadership tecnologica. Tuttavia, la sua riuscita dipenderà dalla capacità del governo di bilanciare sviluppo rapido e governance efficace, coordinando politiche energetiche, protezioni sociali e alleanze internazionali per evitare squilibri e tensioni sistemiche.
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