Pnrr, arriva la bacchettata della Corte dei Conti


Attualità

Fuor di cautela i passaggi più incisivi di una ampia delibera

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di Angelo Vitale





La Corte dei Conti ritorna ad esaminare, dopo l’attuazione al primo semestre 2025 di 16 interventi, il Pnrr per rimarcarne criticità e ritardi.

La Corte dei Conti: Pnrr, attenzione ai ritardi

Gli interventi – viene osservato – sono sostanzialmente in linea con gli obiettivi europei, pur in presenza di alcune criticità legate soprattutto a ritardi nelle opere più complesse, come le infrastrutture penitenziarie (già a maggio un altro incisivo intervento su questo tema, ndr), la sicurezza sismica dei luoghi di culto e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali.

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Cronoprogrammi a rischio

Per la magistratura contabile ci sono ritardi nella rimodulazione degli interventi, che in alcuni casi potrebbero condizionare il rispetto dei cronoprogrammi.

Altre difficoltà nella rendicontazione (dati disomogenei e richieste di pagamento frammentate), nelle segnalate carenze di personale nei settori chiave, nell’insufficienza del monitoraggio finanziario non del tutto efficace per valutare il reale stato di avanzamento dei progetti e nella scarsa tempestività di aggiornamento delle piattaforme digitali, in particolare ReGiS, strumento centrale per il controllo dei fondi.

Pnrr, e il 2026?

Il monito lanciato dalla Corte è anche sulla tenuta del sistema a partire dal 2026, quando il Pnrr sarà ufficialmente concluso e sorgerà il problema, soprattutto per gli Enti locali, della sostenibilità economica e organizzativa degli interventi realizzati o in corso di realizzazione, richiamando ulteriormente l’attenzione sulla necessità di approntare gli adeguati strumenti amministrativi e normativi, ancora in fase di elaborazione, per disciplinare la chiusura del Piano.

La Corte parla chiaro

In piena estate, la Corte dà la sveglia ad amministrazioni centrali e locali. Se non si verificasse una forte accelerazione nell’ultimo anno e mezzo, il 2026 potrebbe segnare il flop di molte opere del Pnrr, con conseguenze economiche e sociali rilevanti.

La responsabilità è plurale ma la Corte individua in primis le amministrazioni pubbliche e i dirigenti preposti ai diversi livelli come gli snodi decisivi per il successo o il fallimento del Piano.


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