Le aziende italiane del settore spaziale stanno scoprendo gli Stati Uniti come terra di espansione. Spinte da un mercato americano in forte crescita e dalla necessità di aggirare dazi e barriere, molte imprese innovative hanno aperto sedi oltreoceano.
Costituire una società locale (come LLC o Corporation) è un passaggio cruciale per competere a livello globale: consente di operare da attore domestico negli USA, sfruttando i vantaggi fiscali e commerciali offerti dal sistema americano e da Stati come Texas e Florida, ormai centrali nell’economia dello spazio.
Non mancano esempi di imprese italiane che hanno messo radici negli Stati Uniti. Caracol, giovane azienda lombarda della stampa 3D avanzata, ha aperto un centro ad Austin, Texas per servire meglio i clienti nordamericani e crescere sul mercato aerospaziale.
D-Orbit, leader nei servizi di logistica orbitale, ha lanciato la joint venture D-Orbit USA con base a Boulder, Colorado, coinvolgendo manager locali di alto profilo per costruire i propri satelliti in loco.
Impulso Space, startup romana nei servizi integrati di lancio, opera dalla Florida: ha una sede a Melbourne, vicino a Cape Canaveral, con clean room e magazzini a supporto delle campagne di lancio sulla Space Coast.
Anche aziende più mature hanno compiuto il passo: Officina Stellare di Vicenza ha creato una controllata in Virginia per entrare nelle forniture della difesa statunitense; Argotec di Torino, specializzata in microsatelliti e partner di missioni NASA/ESA, ha aperto una sede in Florida per seguire da vicino i progetti americani.
Questi casi dimostrano che avere una presenza locale non è un vezzo, ma una scelta strategica: apre l’accesso a contratti pubblici, partnership industriali e finanziamenti spesso preclusi a chi opera solo dall’estero.
Molti imprenditori inizialmente valutano un semplice ufficio di rappresentanza negli USA, immaginandolo come soluzione rapida e a basso costo. In realtà questa formula – registrare la società italiana presso le autorità americane senza creare un’entità distinta – è molto limitante.
Un ufficio di rappresentanza può svolgere solo attività promozionali e di contatto, senza poter concludere vendite né firmare contratti locali. Inoltre, se contribuisce anche minimamente a generare affari, quel reddito rischia di essere tassato dal fisco USA, con possibili complicazioni per la casa madre.
Per questi motivi, chi punta seriamente al mercato americano opta quasi sempre per costituire una società statunitense. La scelta tipica è tra una LLC (società a responsabilità limitata) e una Corporation (società per azioni): in entrambi i casi si ottiene un’entità giuridica autonoma con responsabilità limitata, credibile per clienti e investitori locali.
Vi sono anche vantaggi fiscali: l’aliquota federale sugli utili è del 21% (più bassa di quella italiana) e diversi Stati non applicano tasse locali sui profitti d’impresa. Gli utili generati oltreoceano subiscono quindi un carico fiscale minore, e i dividendi rimpatriati in Italia risultano quasi esentasse. In sostanza, creare una società americana permette all’azienda italiana di operare a pieno titolo negli Stati Uniti, ottimizzando al contempo la fiscalità dei propri guadagni.
Un ulteriore vantaggio del “fare base” in America è la possibilità di aggirare le barriere doganali tra USA e UE. Le recenti dispute commerciali hanno portato all’imposizione di dazi su molti prodotti europei.
Senza una presenza locale, un’azienda italiana che vende negli USA deve affrontare dazi d’importazione fino al 15% e lunghe procedure di sdoganamento, fattori che aumentano costi e tempi di consegna.
Al contrario, produrre o assemblare direttamente sul suolo statunitense elimina il problema: ciò che è realizzato negli USA non è soggetto a tariffe quando venduto nel mercato interno.
Anche disporre di una filiale con magazzino locale aiuta: la società americana può importare in blocco dalla casa madre, sbrigando una tantum le pratiche doganali e assorbendone i costi, per poi distribuire i prodotti ai clienti statunitensi come un fornitore domestico.
In questo modo l’acquirente finale non percepisce differenze – niente oneri né documenti extra – e l’azienda compete ad armi pari con i rivali americani.
Negli Stati Uniti normative societarie e fisco variano da Stato a Stato, quindi la scelta di dove costituire la propria società è rilevante. Alcune giurisdizioni spiccano per i vantaggi offerti:
- Delaware: da decenni è la sede preferita per incorporare società, grazie a normative pro-business e tribunali specializzati che garantiscono certezza legale. Di contro richiede il pagamento di una franchise tax annuale e non offre sgravi fiscali particolari: se l’azienda opera in altri Stati dovrà comunque registrarsi anche lì.
- Texas: è divenuto un magnete per imprese di ogni settore. Non impone imposte sul reddito personale e mantiene bassa la tassazione sulle imprese (la franchise tax texana ha aliquote ridotte ed esenzioni per le piccole aziende). Costituire direttamente in Texas è ideale se si prevedono attività operative nello Stato: si evita burocrazia aggiuntiva e si accede a un mercato locale tra i più dinamici, con forza lavoro qualificata e costi competitivi.
- Wyoming: noto per la facilità e il basso costo con cui si avvia un’azienda. Non applica imposte statali sugli utili societari, le pratiche di registrazione sono rapide ed economiche e garantisce una forte riservatezza sui soci. Molti imprenditori stranieri aprono una LLC in Wyoming per iniziare, approfittando di un regime snello. Da notare però che il Wyoming offre un mercato locale limitato: spesso funge solo da domicilio legale, mentre operazioni e personale vengono poi collocati altrove.
Tra le varie destinazioni possibili, Texas e Florida si distinguono come poli promettenti per l’industria spaziale, soprattutto nelle attività di progettazione e manifattura avanzata. Entrambi competono attivamente per attirare investimenti aerospaziali, mettendo in campo incentivi mirati.
In Texas, oltre al contesto fiscale favorevole, si è sviluppato un ecosistema spaziale in piena espansione. L’area di Houston ospita il Johnson Space Center della NASA e un ricco indotto di aziende aerospaziali. Più a sud, nell’area di Brownsville, SpaceX ha creato un polo di lancio e produzione che attira talenti e fornitori. Le autorità texane promuovono il territorio nelle fiere internazionali (ad esempio il Paris Air Show), offrendo crediti d’imposta, formazione di tecnici specializzati e contributi a fondo perduto a chi avvia impianti hi-tech.
In Florida, la tradizione spaziale è radicata nella Space Coast di Cape Canaveral. Lo Stato, tramite Space Florida, offre terreni attrezzati vicino al cosmodromo, finanziamenti agevolati e sgravi fiscali a lungo termine per le imprese che si insediano. Numerose aziende estere hanno scelto la Florida per le proprie linee produttive: ad esempio OneWeb vi assembla i satelliti per la sua costellazione di telecomunicazioni.
In definitiva, per un imprenditore del settore lo sbarco negli Stati Uniti è una mossa strategica. Aprire una società oltreoceano – in uno Stato business-friendly e ricco di opportunità – non serve solo a evitare dazi o alleggerire il fisco, ma permette di entrare in uno dei mercati più dinamici del mondo. Significa collaborare da vicino con partner e clienti americani, partecipare a programmi all’avanguardia e crescere in un ecosistema che premia l’innovazione e l’ambizione.
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