Un studio di Confartigianato ha evidenziato la situazione critica delle abitazioni in Italia poiché risultano perlopiù obsolete e con scarso rendimento energetico. Secondo il rapporto, delle 25,7 milioni di abitazioni presenti nel Paese, ben 17,5 milioni, pari al 68% del totale, sono state costruite prima del 1980. Inoltre, il 51,8% degli immobili appartiene alle classi energetiche meno efficienti (F e G), un dato che conferma il profondo stato di crisi del mercato immobiliare italiano. Tale condizione porterà inevitabilmente ad una forte riduzione dei prezzi e delle compravendite e ad un aumento esponenziale dei mutui e costi manutentivi aggravato dalle politiche dell’Unione Europea volte a ridurre le emissioni di CO2.
Dal 2021 la situazione è diventata sempre più problematica, con l’arrivo di quella che è stata definita la «tempesta perfetta»: un insieme di difficoltà economiche tra cui fallimenti, licenziamenti, inflazione, stretta sulla liquidità, aumento del costo del denaro ed effetti devastanti derivanti dalla guerra e sanzioni. Un quadro generale che non lascia spazio ad ottimismi e che richiede interventi urgenti e mirati. In tale contesto, riflessione e razionalità sono divenuti strumenti essenziali per affrontare la crisi. Le considerazioni emerse dalle analisi recenti non sono solo previsioni, ma anche spunti fondamentali per ripensare il futuro del settore edilizio in Italia.
Secondo il report di Confartigianato, l’Italia si conferma un Paese con un patrimonio edilizio datato e a bassa efficienza energetica. In occasione della «Settimana per l’energia e la sostenibilità», il rapporto ha sottolineato come il 68% delle abitazioni italiane sia stato costruito prima del 1980 e come il 51,8% degli edifici appartenga alle classi energetiche meno performanti (F e G). A livello regionale, la Lombardia si distingue come la regione con il maggior numero di abitazioni datate, seguìta dal Lazio, Piemonte, Campania e Sicilia (che si trovano nelle prime posizioni per numero di edifici costruiti prima del 1980).
Ma non è solo l’età e la vetustà dei complessi edilizi a preoccupare: Confartigianato ha stilato una classifica delle regioni e delle province con le prestazioni energetiche peggiori, con dati che superano la media nazionale del 51,8% di immobili in classi F e G. Tra le regioni con le performance più basse si trovano Lazio (65,6%), Liguria (63,3%), Toscana (62,2%) e Umbria (61,7%), mentre a livello provinciale spiccano Rieti (78,8%), Enna (74,9%) e Isernia (72,4%), che evidenziano la presenza di edifici particolarmente inefficienti dal punto di vista energetico.
Il quadro dianzi descritto rende evidente che l’Italia ha bisogno di interventi urgenti per migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni. In particolare, è fondamentale attuare politiche concrete per la riqualificazione del patrimonio edilizio seguendo gli obiettivi fissati dalla Direttiva Ue la quale prevede una riduzione del consumo energetico del 16% entro il 2030 e una diminuzione delle emissioni del 20-22% entro il 2035, con l’obiettivo di arrivare a emissioni zero entro il 2050.
Per rendere questa transizione green una realtà concreta è necessario garantire la stabilità e la continuità delle detrazioni fiscali al 65%, una misura che non solo favorisce l’efficientamento energetico degli immobili, ma anche il risparmio energetico, la tutela dell’ambiente e il rilancio del settore delle costruzioni. Inoltre, tale misura contribuisce a contrastare il fenomeno dell’irregolarità nelle attività edilizie.
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che attraverso il sistema delle detrazioni fiscali si possano ottenere risparmi significativi. Infatti, entro il decennio 2021-2030, si stima un risparmio complessivo di 32,5 Mtep di energia finale, che corrisponde al 44,3% dell’obiettivo di risparmio energetico fissato dalla Direttiva Ue sulle Case Green per il 2030. L’attuazione di queste misure potrebbe così diventare un punto di svolta per la riqualificazione del patrimonio edilizio italiano e per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi ambientali fissati dall’Europa.
Di Fulvio Pironti
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