A poche ore dall’ordine esecutivo con cui Donald Trump ha introdotto dazi del 15% su varie importazioni, l’Europa si trova divisa sull’accordo firmato da Ursula von der Leyen con gli Usa. Una dichiarazione congiunta potrebbe migliorare la situazione, ma non è chiaro quando sarà finalizzata. Cresce intanto l’incertezza a Bruxelles: le trattative sulle possibili esenzioni dal 15% per prodotti strategici (come liquori, aerei, dispositivi medici e alimentari) dovrebbero concludersi entro il 7 agosto. Non è quindi chiaro il futuro di settori come quello farmaceutico, automobilistico e dei chip. Nonostante la pausa estiva, i lavori della Commissione proseguono: lunedì è attesa la sospensione (per sei mesi) del pacchetto da 93 miliardi di euro di contro-dazi europei, che dovrà essere ratificata entro 14 giorni. Alcuni Stati membri ritengono che questa sospensione sia già una concessione eccessiva agli Usa, dato che Trump non ha rimosso i dazi al 50% su acciaio e alluminio.
Giorgetti: “Presto per fare un bilancio, Trump ha giocato bene la sua partita”
Sull’accordo Usa-Ue, dice anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, “un bilancio lo si potrà fare fra qualche tempo, l’accordo politico è una cornice, un quadro, ogni giorno un dettaglio viene disvelato, e al momento attuale si tratta ancora per escludere settori e situazioni”. Commenta così l’esito della partita europea, da molti giudicata perdente: “Trump ha giocato la sua partita di poker da abile giocatore. Ha massimizzato gli interessi per l’economia americana, era stato eletto con l’America First e sta rispondendo al mandato che gli elettori gli hanno dato. La domanda è se l’Europa risponde esattamente agli interessi degli europei e dell’economia europea, fa un po’ fatica”.
Trump “pungola” l’India e apre al Brasile: “Lula può chiamarmi”
Trump intanto torna a rivolgersi ai Paesi che finora non hanno concluso un accordo commerciale con gli Usa, a partire dall’India dove sono stati imposti dazi al 25%. Su Nuova Delhi il tycoon ha ventilato l’ipotesi di sanzioni se non ci sarà uno stop all’acquisto di greggio russo. “Ho sentito che l’India non comprerà più petrolio russo”, ha detto. Sul Brasile, colpito da un’ulteriore tariffa al 40% dopo i dazi universali al 10, spiega che “il governo ha fatto la cosa sbagliata” poi però apre al dialogo con l’omologo Lula da Silva: “Può chiamarmi quando vuole”. Rispondendo a una domanda sull’applicazione di dazi al 39% alla Svizzera spiega: “Il problema con la Svizzera è che abbiamo un deficit di 40 miliardi di dollari, è un deficit enorme”. Washington ha confermato inoltre la tariffa al 10% per Singapore come annunciato ad inizio aprile.
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Borse ko per i dazi
Le Borse mondiali hanno chiuso la settimana in forte calo. A Wall Street, complice i dati negativi sull’occupazione, il Dow Jones ha ceduto l’1,23% a 43.588,58 punti, il Nasdaq il 2,24% a 20.650,13 punti e lo S&P 500 l’1,60%% a 6.238,01 punti. Gli ultimi dati hanno limato le stime sul Pil Usa e rivelato una frenata del mercato del lavoro, con la creazione nel mese di luglio di solo 75 mila nuovi posti mentre la disoccupazione è salita al 4,2%. Male anche l’Europa, dove il nervosismo tra i listini è costato agli investitori 269 miliardi di euro di capitalizzazione.
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