turismo ancora sotto i numeri del pre Covid


I dati dell’Osservatorio Economia e Territorio di CNA, presentati durante il congresso associativo regionale di luglio, fotografano una situazione economica a tutto tondo a livello regionale e in particolare nella Marca, valutando diversi parametri: numero di imprese e occupati, valore dell’export, condizioni di accesso al credito per le aziende e presenze turistiche. L’indagine delinea nel periodo 2021-2025 un trend di crescita moderata dell’economia trevigiana e veneta, ma rallentata dal contesto di incertezza globale che va a impattare in particolar modo sulle prospettive future.

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Uno dei valori maggiormente positivi è quello dell’Export, che nella Marca nei primi tre mesi del 2025 ha toccato quota 3,8 miliardi di euro, con un parziale di +14% se confrontato allo stesso periodo del 2021 in cui si attestava a 3,3 miliardi di euro. Un valore di crescita netto, anche se inferiore alla media regionale (+22%). Su questo fattore, però, pesa ora l’incognita dazi USA fissati al 15% con l’accordo con l’UE. L’impatto diretto sulla Marca potrebbe superare i 200 milioni di euro, ma potrebbe esserci un volano negativo molto più ampio. Passando ai valori di demografia economica, con 77.122 imprese presenti (dato al 31.03.2025) la provincia di Treviso vede un calo del 2,2% del numero delle aziende rispetto al 2021 in cui erano 78.824 (dato al 31 marzo 2021). Un indice in linea con il valore regionale (-2,3%). Diminuiscono ancor di più le imprese artigiane che sono 21.622 in flessione del 3,4% rispetto al 2021 in cui erano oltre 22 mila. Anche in questo caso un valore vicino al dato regionale (-3,6%). Cresce però il numero di occupati complessivi, che passano dai 326.344 del 2021 ai 343.243 (ultimo dato disponibile del 31.12.2024 contro il 31.12.2021), con saldo positivo anche nei primi mesi del 2025. Un dato che indica un riassetto complessivo del mondo artigiano, in cui si configura un quadro con meno imprese ma con più dipendenti.

In discesa invece il trend relativo ai prestiti concessi alle imprese dagli istituti di credito: al 31 marzo 2025 nella Marca Trevigiana sono 13 miliardi di euro i prestiti in essere alle imprese, con un trend del -12% sul 2021, quando i prestiti in essere erano circa 15 miliardi di euro. Il trend in questo caso è di poco diverso rispetto a quello regionale (-15%). Ultimo parametro preso in esame: il dato sulle presenze turistiche. Nella Marca il 2024 ha visto 2.111.814 di presenze turistiche (di cui 1.097.151 stranieri e 1.014.663 italiani) su un totale di 73 milioni di presenze in tutta la regione. Il dato relativo alla Marca è in lieve calo (-5,1%) rispetto agli indici pre pandemia, ovvero rispetto all’anno record 2019, quando le presenze avevano superato i 2,2 milioni di turisti. Questo valore è in controtendenza rispetto al valore regionale, che è del +3,1% sul 2019. L’Osservatorio inoltre ha fatto delle proiezioni sui principali parametri economici regionali nel periodo 2021-2025. Occupati in crescita del 10%, consumi al +6,9%, ma con un’inflazione arrivata in 4 anni a un valore preoccupante: + 18,7%.

IL COMMENTO

Dilazioni debiti fiscali

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«Nonostante le numerose criticità che hanno colpito il contesto globale negli ultimi anni, dalla pandemia da Covid-19 ai conflitti internazionali, passando per la crisi energetica, l’economia della provincia di Treviso ha dimostrato una notevole capacità di resistenza e adattamento, riuscendo a mantenere una certa solidità e continuità operativa – spiega Gianpaolo Stocco, presidente CNA territoriale di Treviso, organo di rappresentanza provinciale dell’associazione di categoria -. Tuttavia, proprio perché il nostro tessuto economico ha saputo reggere l’urto di eventi straordinari e complessi, oggi non possiamo permetterci di restare fermi o indifferenti di fronte alla questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti. È fondamentale che il Governo agisca con tempestività e determinazione: va immediatamente riattivato il tavolo nazionale dedicato all’internazionalizzazione, per tutelare le imprese italiane – e in particolare quelle venete – che esportano sui mercati esteri e rischiano ora di subire un duro contraccolpo competitivo».



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