Le tecnologie emergenti stanno conoscendo un’evoluzione rapida e significativa negli ultimi anni e, con ogni probabilità, nel prossimo decennio definiranno il paradigma digitale di riferimento su scala globale.
Tra queste, le tecnologie quantistiche (TQ) – calcolo quantistico, comunicazione quantistica, sensoristica e metrologia quantistica – rivestono un ruolo di particolare rilievo avendo già suscitato un forte interesse a livello internazionale, nonostante si trovino ancora in una fase di sviluppo iniziale.
In questo contesto, il 30 luglio 2025 il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva la “Strategia Italiana per le Tecnologie Quantistiche” – posta in consultazione pubblica lo scorso 25 febbraio e adottata il 10 luglio dal Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale (CITD) – che rappresenta il risultato di un’ampia collaborazione tra rappresentanti di Ministeri e Agenzie con il mondo della ricerca e dell’accademia.
La strategia italiana su Quantum computing nel contesto dell’Europa
La Strategia italiana non sorge certamente dal nulla, ma si inserisce in un più ampio contesto europeo e internazionale. In particolare, è opportuno richiamare alcune iniziative che si sono susseguite in questi anni a livello europeo: nel 2018 è stata lanciata la “European Quantum Technology Flagship” che, con un budget di un miliardo di euro, mira a sostenere, lungo un arco temporale di almeno dieci anni, progetti di ricerca e innovazione sulle TQ, al fine di consentirne la trasformazione in applicazioni commerciali; nel 2019 la Commissione europea ha poi avviato il progetto per la realizzazione della “European Quantum Communication Infrastructure” (EuroQCI), con l’obiettivo di creare entro il 2030 una rete di comunicazione quantistica basata sull’integrazione di fibra ottica e infrastrutture satellitari; nel 2023 è stata siglata la “European Declaration on quantum technologies”, tramite la quale gli Stati Membri si sono impegnati a intraprendere un percorso di coordinamento e sostegno tra di loro e con la Commissione per raggiungere l’obiettivo di rendere l’Europa “the quantum valley of the world”.
Più recentemente, la Comunicazione della Commissione denominata “A Competitiveness Compass for the EU” (gennaio 2025) ha individuato proprio le TQ tra le priorità dell’UE, a cui ha fatto seguito – lo scorso 2 luglio – la strategia dell’UE in materia, denominata “Quantum Europe Strategy: Quantum Europe in a Changing World“, mentre il prossimo anno sarà resa nota la proposta di “Quantum Act”, che avrà lo scopo di allineare i programmi eurounitari e nazionali, come pure sostenere gli investimenti in infrastrutture paneuropee nel campo delle TQ.
Il documento della strategia su tecnologie quantistiche italiane
Parallelamente alle iniziative sul piano europeo, anche i singoli Paesi si sono nel tempo dotati di una propria strategia sulle tecnologie quantistiche. Tra queste – come anticipato – possiamo finalmente annoverare l’Italia, il cui documento strategico è stato approvato dal CdM lo scorso 30 luglio. Esso rappresenta un elemento imprescindibile per aumentare la competitività del sistema delle TQ italiano, il quale risulta ad oggi molto indietro rispetto alle altre principali economie globali.
I finanziamenti italiani ed europei su quantum
I fondi PNRR, pur permettendo senz’altro un’accelerata, non sono stati finora accompagnati da un quadro programmatico di più ampio respiro, in grado di delineare in maniera puntuale le linee di azione italiane nel campo delle TQ. Peraltro, anche sul fronte dei finanziamenti, la dinamica presentata dal nostro Paese risulta assai limitata, soprattutto se comparata ai dati registrati da Regno Unito, Germania e Francia. Ciò è principalmente causato dal fatto che la spinta finanziaria principale è rappresentata dal settore pubblico, mentre i Venture Capital privati hanno contribuito tra il 2023 ed il 2024 con solamente 12,5 milioni di euro.
D’altro lato, la consultazione pubblica effettuata dal Politecnico di Milano e MIMIT ha permesso di mappare il contesto delle TQ a livello nazionale, il quale risulta essere composto perlopiù da grandi attori nazionali operanti nei settori ICT, Aerospazio e Difesa, oltre che imprese internazionali del settore dell’informatica.
Sono invece solamente 13 le startup di nuova formazione nate nel 2024 nel contesto italiano, rappresentando un ulteriore segnale circa lo scarso dinamismo del tessuto imprenditoriale nel campo delle TQ. Tutto ciò potrebbe portare nel lungo periodo ad una forte dipendenza verso attori esteri con particolare riferimento all’approvvigionamento di soluzioni hardware, il che rende necessaria (e urgente) l’adozione di politiche di sostegno finalizzate alla nascita di realtà imprenditoriali innovative.
Allo stesso tempo, è necessario comunque affermare come il contesto nazionale possieda ampie potenzialità (seppur attualmente inespresse), favorite in particolar modo dall’expertise accademico di alto livello nella computazione quantistica, come dimostrato dal fatto che dal 1980 ad oggi sono state prodotte nel nostro Paese ben 4200 pubblicazioni su questa tematica. Il vantaggio competitivo italiano nella ricerca è poi ulteriormente avvalorato dall’inaugurazione durante gli ultimi anni di un’ampia rete di gruppi di ricerca e laboratori che operano in collaborazione con i poli universitari. I principali risultati raggiunti finora riguardano il campo della sensoristica atomica, dell’optoelettronica e della fotonica.
Nel complesso, i fondi stanziati dal MUR a fini di ricerca nelle TQ sono pari a 228,9 milioni di euro tra il 2021 ed il 2024, di cui l’86% derivanti direttamente dal PNRR. Inoltre, sempre nel campo della ricerca applicata, risulta di primaria importanza radicare ulteriormente la presenza dell’Italia all’interno di progetti condotti a livello UE. Ad oggi sono 68 i programmi finanziati da Horizon Europe, e 3 da Digital Europe, con rispettivamente stanziamenti per 62 e 8,1 mln di euro, relativamente ai quali l’Italia è uno dei principali attori coinvolti.
Le raccomandazioni strategiche per il quantum italiano
Il documento, dopo un’analisi dell’ecosistema italiano delle TQ, individua le linee di azione future in termini di sviluppo scientifico e le raccomandazioni strategiche. Queste ultime si collocano su cinque assi principali: ricerca; trasferimento tecnologico; formazione; comunicazione e sensibilizzazione; industria.
Rispetto alla ricerca è certamente rilevante il sostegno verso la costituzione di laboratori congiunti pubblico-privati con “obiettivi specifici e concreti per portare sul mercato i risultati della ricerca” anche al fine di favorire un rapido trasferimento tecnologico verso partner industriali. Allo stesso modo, si pone il tema dei finanziamenti alla ricerca, soprattutto per la fase post-PNRR, nonché della semplificazione delle procedure amministrative (“mantenendo al contempo un’accurata selezione dei progetti basata sulla qualità“).
Con riguardo al trasferimento tecnologico, è particolarmente interessante l’obiettivo che mira alla creazione di strumenti economici e finanziari per accelerare la crescita del settore quantistico, così come il lancio di appositi incentivi – nella forma di “programmi di premi” – per agevolare la creazione di start-up e il trasferimento tecnologico verso PMI, fondazioni, istituti di ricerca e partner industriali. Parallelamente, si punta a rafforzare il venture capital a livello nazionale, come i fondi deep tech e verticali specializzati, caratterizzati da attese di ritorni sul capitale più lunghe rispetto ai fondi venture più tradizionali. Allo stesso tempo, non può che accogliersi con favore l’impegno a istituire fondi large/growth per trattenere le scale-up italiane del settore, come pure favorire l’accesso di start-up e scale up nazionali a programmi di accelerazione dedicati (DIANA, EIC, NATO Innovation Fund).
La formazione assume particolare rilievo nella Strategia, con obiettivi differenziati tra primo/secondo (puntando sia sul potenziamento di alcuni corsi come fisica, ingegneria elettronica e informatica, sia creando corsi di laurea ad hoc) e terzo livello (potenziando, in sostanza, le tipologie di dottorato più a stretto contatto col tessuto imprenditoriale), dedicando al contempo attenzione a quella professionale, ad esempio, tramite l’istituzione di Master specializzati, nonché percorsi di upskilling e reskilling per le aziende.
Nel documento si sostengono con forza anche le ricadute positive della comunicazione e della sensibilizzazione, da indirizzare sia al pubblico più generalista (con particolare riferimento ai giovani, tramite iniziative di orientamento a partire dalle scuole secondarie), sia ai decisori aziendali.
Le raccomandazioni per l’industria, infine, ruotano attorno ad alcuni strumenti e meccanismi cruciali per sostenere l’innovazione in questo campo: l’istituzione di un tavolo di confronto permanente per il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati (che è competente, tra l’altro, rispetto al monitoraggio e all’aggiornamento della presente Strategia) e lo sviluppo di programmi di accelerazione specifici (sul modello, ad esempio, delle Challenge prizes nel Regno Unito), oltre a dar vita a un’analisi della struttura dell’offerta e della domanda, che coinvolga gli attori di qualsiasi dimensione. Inoltre, nel breve termine si ritiene – condivisibilmente – di procedere a una mappatura delle infrastrutture industriali, dei laboratori specializzati e dei Centri di Competenza presenti sul territorio, al fine di definire piani di finanziamento anche di lungo termine, come pure garantire l’accesso alle migliori infrastrutture tecnologiche quantistiche a livello europeo, sviluppando programmi dedicati alla riduzione degli ostacoli finanziari e burocratici. È interessante evidenziare che nel medio termine si intende identificare necessità industriali specifiche e aggiornare le strutture esistenti per colmare eventuali lacune, mentre nel lungo si pone l’accento sullo sviluppo di nuove infrastrutture quantum a livello nazionale. Peraltro, in via complementare con quanto richiamato rispetto al capitolo formazione, in questa parte (industria) si punta al finanziamento di percorsi di dottorato e post-doc, così come l’inserimento di corsi e programmi relativi all’imprenditorialità e al trasferimento tecnologico nei percorsi formativi sulle TQ.
Le raccomandazioni finanziarie: serve un miliardo in cinque anni al quantum in Italia
Le parti conclusive sono invece dedicate al quadro dei finanziamenti e agli aspetti di governance (inclusi gli sviluppi legislativi). Rispetto al primo, si evidenzia come – a fronte di un’eccellenza in particolar modo della ricerca sulle TQ – il nostro Paese è piuttosto indietro (si parla di “notevole ritardo“) in quanto a finanziamenti pubblici anche con riguardo ai principali partner UE come Francia, Spagna e Germania. In quest’ottica, si evidenzia che l’Italia avrebbe bisogno di programmare un volume di finanziamenti nel settore delle TQ di circa €200 milioni l’anno su base quinquennale, che corrispondono allo 0,01% del PIL, similmente a quanto stanziato dai Paesi europei richiamati poc’anzi. Diversamente – si legge nel documento – si arriverebbe a una “perdita di competitività in uno scenario globale impegnato ad accelerare lo sviluppo del settore“.
La governance che serve
Sulla governance, invece, si suggerisce di procedere in tre fasi:
Breve periodo: istituire un Comitato permanente per le Tecnologie Quantistiche, di cui vengono specificati componenti (MIMIT, MUR, Difesa, MAECI, ACN, DTD ed esperti espressione della comunità scientifica ed attori rilevanti sul piano imprenditoriale) e collocazione ideale (MUR);
Medio periodo: dar vita a un modello di governance mutuato dal Polo Nazionale della dimensione Subacquea, ossia il Polo Nazionale della Quantistica (PNQ), avente l’obiettivo di favorire l’attrazione degli investimenti, valorizzare la ricerca, la formazione e nuove opportunità occupazionali;
Medio/lungo periodo: integrare il modello di governance con una specifica Fondazione Quantum, già esistente nel settore delle tecnologie o di nuova costituzione, con la mission di facilitare la convergenza tra investimenti pubblici e privati.
Strategia Italiana per le Tecnologie Quantistiche: un giudizio
La Strategia Italiana per le Tecnologie Quantistiche, nonostante giunga in ritardo rispetto alle iniziative programmatiche dei principali partner europei, interviene sul tema in uno scenario internazionale in grande fibrillazione, che si sta spostando con forza dalla fase più prettamente di studio e di ricerca a quella commerciale, la quale dovrebbe sprigionare i suoi effetti a partire dal prossimo decennio.
Gli aspetti positivi
In questo contesto, non si può non spezzare una lancia in favore di una importante presa di coscienza sullo stato del settore tra i confini nazionali, soprattutto in termini di elementi critici da affrontare tempestivamente e in maniera adeguata, primo fra tutti quello dei finanziamenti e della collaborazione multi-stakeholder al fine di dotare il contesto italiano delle TQ di maggiore resilienza.
Allo stesso modo, appare condivisibile il meccanismo che poggia sui diversi KPI individuati per ciascuno degli assi portanti della Strategia, così come il monitoraggio annuale affidato a una struttura di governance (da stabilirsi, anch’essa, in tempi brevi) che includerà tutti gli stakeholder rilevanti per il settore, compresi fondi di venture capital, il mondo accademico e l’industria.
Non meno rilevante è la previsione di una valutazione d’impatto da affidare a soggetti terzi (es. ANVUR, CNR o gruppi misti accademia-industria), i cui risultati saranno resi pubblici e confluiranno nel flusso di informazioni funzionali all’aggiornamento della Strategia (con cadenza almeno triennale).
I limiti
Tuttavia, non possono non rilevarsi punti potenzialmente critici, tra cui l’incertezza sulle risorse davvero disponibili, la mancanza di un chiaro orizzonte temporale per il raggiungimento degli obiettivi individuati, come pure di un piano di implementazione dedicato e specifico, il che è chiaramente riconducibile alla natura intrinseca di questa (prima) Strategia.
Naturalmente, si auspica che si possa intervenire in questo senso nel prossimo aggiornamento del documento.
In definitiva, come viene correttamente indicato nel documento, risulterà cruciale garantire fattivamente il coordinamento e la collaborazione tra tutti gli attori interessati al processo decisionale, quale presupposto per consentire di strutturare l’attuazione dei (molti) progetti e programmi tracciati all’interno della Strategia, così da sostenere con forza l’innovazione di un settore – quello delle tecnologie quantistiche – che risulterà sempre più strategico per la competitività del Paese.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link