Polizze catastrofali obbligatorie e le microimprese tremano


Dal 2025 tutte le aziende dovranno assicurarsi contro eventi estremi. Una riforma necessaria, ma che rischia di diventare un macigno per le realtà più fragili. L’Italia si scopre vulnerabile. Frane, alluvioni, terremoti: ogni anno miliardi di danni, aziende cancellate e famiglie in ginocchio. Non basta più l’intervento pubblico. La Legge di Bilancio 2024 e il Decreto-Legge 39/2025 hanno imposto un cambio di rotta: dal 2025 tutte le imprese dovranno sottoscrivere una polizza “Cat‑Nat” contro gli eventi catastrofali. Una rivoluzione silenziosa.

Per la prima volta lo Stato sposta l’asse dalla solidarietà post-evento alla prevenzione. Le grandi aziende dovranno adeguarsi entro il 1° aprile 2025 (con una finestra di tolleranza fino al 30 giugno). Le medie entro il 1° ottobre, le piccole e micro entro il 1° gennaio 2026. Nessuna multa, ma una conseguenza pesantissima: chi non è assicurato non potrà accedere a fondi pubblici, agevolazioni o contributi in caso di calamità. Ma le microimprese non ci stanno. Le aziende più piccole, già schiacciate da costi e burocrazia, guardano con sospetto all’obbligo. «Un altro balzello», dicono, temendo premi troppo alti e condizioni poco trasparenti. Una diffidenza alimentata dal fatto che molti imprenditori non hanno mai avuto un approccio strutturato al rischio: le calamità sembrano sempre qualcosa che accade altrove, finché non colpiscono casa propria. La questione economica è reale. Una polizza catastrofale per una microimpresa potrebbe pesare centinaia o migliaia di euro l’anno. Un costo che, in un contesto di margini già erosi, può sembrare insostenibile.

Microcredito

per le aziende

 

Ma il paradosso è evidente: rinviare la copertura significa esporsi al rischio di dover sostenere, da soli, spese di ricostruzione milionarie. Serve un equilibrio. Perché la norma funzioni, le compagnie assicurative devono offrire prodotti realmente accessibili e trasparenti. Lo Stato deve vigilare e, se necessario, sostenere le imprese più fragili con incentivi fiscali. Altrimenti l’obbligo rischia di trasformarsi in un muro che separa chi può permettersi di proteggersi e chi no. Non solo un obbligo, ma un cambio culturale. L’assicurazione catastrofale deve diventare parte della strategia aziendale, come la gestione dei fornitori o gli investimenti in tecnologia.

Ogni impresa deve imparare a valutare il proprio rischio, mettere in sicurezza immobili e impianti, pianificare la continuità operativa. Non è solo questione di legge: è una questione di sopravvivenza. La riforma è necessaria e, nel lungo periodo, positiva: riduce l’onere pubblico, rafforza il tessuto produttivo e accelera la ripartenza dopo le catastrofi. Ma non può ignorare le paure delle microimprese, il cuore dell’economia italiana. Solo trasformando la diffidenza in consapevolezza questa legge potrà raggiungere il suo scopo: un Paese più sicuro, capace di rialzarsi senza chiedere l’ennesimo intervento straordinario.

©RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio