Dalla simulazione di operazioni e scenari futuribili, ai modelli Digital twin – gemelli digitali – di prodotti e sistemi, anche molto complessi. Un colosso come il gruppo Leonardo sta puntando tutto sul suo centro di eccellenza Advanced Cognitive Solution, una sorta di AI Factory interna e specializzata, per realizzare – e possibilmente anticipare – il valore aggiunto dell’innovazione.
E per farlo, ai livelli qualitativi e volumi di scala di una multinazionale come Leonardo, gli ingredienti ormai essenziali sono: intelligenza artificiale, supercalcolo, strumenti quantistici.
L’AI Factory di Leonardo
La sua AI Factory, avviata di recente, è una struttura che riunisce i laboratori digitali dell’azienda su attività e progetti di AI, Deep digital technologies e Quantum computing. Una realtà che conta a oggi un totale di oltre 60 ricercatori e specialisti, che collaborano – anche a distanza – alle attività di sviluppo di soluzioni AI based.
Il grande cervello dell’AI Factory di Leonardo è l’HPC davinci-1, il supercomputer basato a Genova, acceso nel dicembre 2020. L’Upgrade è in corso, terminerà a fine anno, e sarà ampliata la potenza di calcolo fino a 20 Petaflop.
L’HPC (High Performance Computing) è l’infrastruttura sempre più centrale nelle attività di innovazione, grazie a codici più spinti verso nuove applicazioni, una maggiore quantità di dati e modelli più complessi. Ci lavorano ogni giorno circa 2mila ingegneri di Leonardo che accedono al supercalcolatore.
davinci 1: le applicazioni operative
Per lo sviluppo della multinazionale italiana, specializzata in sistemi per la Difesa, l’Aerospazio e la sicurezza globale, ecco alcuni esempi operativi e di applicazione: simulazioni di funzionamento e di volo per aerei ed elicotteri, e per l’aerodinamica dei velivoli; analisi del carico cognitivo dei piloti in situazioni di stress; miglioramento dei sistemi radar integrandoli con l’AI.
Ma, anche, sviluppo di nuovi sistemi evoluti per previsioni meteo a uso militare su brevi periodi di tempo (Nowcasting), e soluzioni in grado di restituire un modello 3D di un oggetto partendo da una semplice fotografia.
“L’HPC di Leonardo ha così già creato e continua a sviluppare nuovi asset e competenze che saranno portati sul mercato in diverse aree di business”, spiegano i ricercatori della multinazionale, “tutti questi asset sono diventati così strategici da essere stati riuniti proprio nel nuovo centro Advanced Cognitive Solution”.
Leonardo AI Factory: in cerca di competenze qualificate
In termini di competenze, questi aspetti e queste ricerche favoriscono la nascita di figure professionali che uniscono le conoscenze operative a quelle infrastrutturali, con anche la creazione di figure professionali ibride tra settori e applicazioni diverse.
“Le tecnologie e le soluzioni evolute quindi non mancano, ciò che è sempre difficile trovare sono le competenze giuste e le skill necessarie”, fanno notare in Leonardo, “in grado di far funzionare al meglio le macchine e di spremere da loro i risultati migliori e più efficaci”.
Leonardo Hypercomputing Continuum
Un altro pilastro dello sviluppo tecnologico e industriale di Leonardo è anche la nuova linea di business Leonardo Hypercomputing Continuum (LHyC). “Il progresso digitale sta impattando fortemente nelle attività e nelle azioni delle grandi aziende. La digitalizzazione, insieme allo Spazio, è al centro della strategia di Leonardo”, fanno notare gli specialisti della LHyC, “e può contare su investimenti mirati, anche grazie alla visione lungimirante di Roberto Cingolani, oggi CEO di Leonardo, che già nel 2020, allora CTIO, decise di investire in particolare su questi aspetti e sviluppi”.
Con l’area e le attività collegate a Hypercomputing Continuum l’azienda conta di generare entro i prossimi 5 anni almeno 230 milioni di ricavi. Come? Vendendo servizi basati su supercalcolo e intelligenza artificiale ad aziende che operano in settori diversi da quelli della Difesa e dell’Aerospazio: dall’Energia alla Sanità, dai Trasporti alla Finanza.
Perché gli strumenti dell’innovazione e del supercalcolo – oltre che estremamente specifici e mirati –, possono anche essere sempre più trasversali, modulari e flessibili, per trovare nuove soluzioni a complessità molto diverse tra loro.
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