Bonus barriere architettoniche: il riepilogo 2025 in attesa dell’epilogo


Il tema dell’accessibilità degli edifici è sempre più centrale nelle politiche fiscali italiane. Tra le misure introdotte, da qualche anno, per favorire l’adeguamento degli immobili alle esigenze delle persone con disabilità o difficoltà motorie, spicca il cosiddetto bonus barriere architettoniche. Questa agevolazione consente di beneficiare di una riduzione fiscale per le spese sostenute nel rendere più accessibili le strutture esistenti.

Vediamo nel dettaglio come funziona il bonus, chi può usufruirne, per quali interventi è previsto e con quali modalità va richiesto.

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Cos’è il bonus barriere architettoniche

Il bonus barriere architettoniche è una detrazione fiscale (75%) riconosciuta ai fini delle imposte sui redditi.

Riguarda esclusivamente gli interventi effettuati su edifici già esistenti e finalizzati a eliminare ostacoli che limitano la mobilità delle persone.

L’agevolazione si traduce in una detrazione dall’imposta lorda, cioè un importo che va a diminuire direttamente le tasse da pagare. Tuttavia, la detrazione non può superare il valore dell’imposta dovuta: in pratica, non dà diritto a un rimborso se l’imposta è inferiore all’importo della detrazione stessa.

Interventi ammessi alla detrazione

Il bonus barriere architettoniche riguarda solo determinati interventi strutturali. Sono ammissibili le spese per l’installazione o l’adeguamento di:

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  • scale;
  • rampe;
  • ascensori;
  • servoscala;
  • piattaforme elevatrici.

Sono, quindi, escluse altre tipologie di intervento, anche se finalizzate all’accessibilità, che non rientrino espressamente in queste categorie. La norma limita il perimetro di applicazione del beneficio alle opere che modificano in modo diretto le vie di accesso o di collegamento verticale all’interno degli edifici.

Tempistiche e ripartizione della detrazione

Il periodo per accedere al bonus è attualmente fissato fino al 31 dicembre 2025.

Le modalità di ripartizione della detrazione cambiano però a seconda del momento in cui è stata sostenuta la spesa:

  • per le spese effettuate entro il 31 dicembre 2023, la detrazione va suddivisa in cinque quote annuali di pari importo;
  • per quelle sostenute dal 1° gennaio 2024 in poi, la suddivisione avviene in dieci quote annuali uguali.

Questo significa che, a partire dalle spese 2024, il vantaggio fiscale si distribuisce su un periodo più lungo, riducendo il beneficio annuo, ma garantendo una maggiore durata del risparmio fiscale.

Modalità di pagamento per avere il bonus barriere architettoniche

Per poter usufruire del bonus barriere architettoniche, non è sufficiente effettuare l’intervento. La legge impone anche modalità precise di pagamento. In particolare, come per altri bonus edilizi (bonus ristrutturazione, ecobonus ordinario, ecc.) è richiesto l’utilizzo del cosiddetto bonifico parlante, un tipo di versamento bancario che deve riportare informazioni specifiche:

  • il codice fiscale del soggetto che beneficia della detrazione;
  • la causale del versamento, che deve indicare chiaramente il riferimento al bonus;
  • i dati fiscali dell’impresa o del professionista che ha realizzato i lavori (codice fiscale o partita IVA).

Questa procedura consente all’Agenzia delle Entrate di tracciare l’operazione e verificarne la conformità ai requisiti di legge. L’uso di altre modalità di pagamento può comportare la perdita del diritto alla detrazione.

Cosa succede in caso di decesso o vendita dell’immobile

Un aspetto importante da considerare riguarda la sorte delle quote di detrazione non ancora utilizzate, nel caso in cui il contribuente venga a mancare o decida di vendere l’immobile.

In assenza di indicazioni normative specifiche, vale che:

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  • in caso di decesso del contribuente, le quote residue della detrazione non si trasferiscono agli eredi;
  • se l’immobile oggetto dell’intervento viene ceduto, il contribuente che ha sostenuto le spese mantiene il diritto a utilizzare le quote di detrazione non ancora godute. Il beneficio, dunque, non passa al nuovo proprietario.

Questo principio è stato ribadito anche nella circolare sui bonus edilizi dell’Agenzia delle Entrate (n. 17/2023), che ha chiarito come la detrazione rimanga in capo a chi ha effettuato l’investimento, anche se l’immobile cambia proprietario.

Bonus barriere architettoniche: un’opportunità concreta per l’accessibilità

Il bonus barriere architettoniche, in assenza di proroghe, resta in vigore fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2025. Rappresenta, ancora oggi, una misura concreta per rendere più inclusivi e accessibili gli edifici, soprattutto quelli datati o non progettati con criteri di universal design. Permette di ammortizzare i costi legati a interventi che, altrimenti, potrebbero risultare onerosi per molte famiglie.

Al tempo stesso, deve essere ricordato che si tratta di un beneficio fiscale e non di un contributo diretto. Pertanto, l’effettiva utilità del bonus dipende dalla situazione fiscale del contribuente: solo chi ha un’imposta lorda da pagare può trarne vantaggio.

Inoltre, le condizioni formali – come l’obbligo del bonifico parlante – richiedono attenzione e precisione. Una distrazione nella fase di pagamento o una documentazione incompleta possono compromettere l’accesso all’agevolazione.

Riassumendo

  • Detrazione fiscale per lavori che eliminano barriere architettoniche in edifici già esistenti.
  • Interventi ammessi: scale, rampe, ascensori, servoscala, piattaforme elevatrici.
  • Detrazione in 5 o 10 anni, a seconda della data della spesa.
  • Pagamento obbligatorio con bonifico parlante contenente dati fiscali e causale.
  • Detrazione non trasferibile a eredi o nuovi proprietari dell’immobile.
  • Bonus in vigore, salvo proroghe, fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2025.



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